Rivolgo un saluto molto cordiale alla Ministra che ringrazio molto per le sue considerazioni e per l’impegno per i nostri Atenei. Un saluto al Presidente della Regione, al Sindaco, al Senatore a vita e Maestro Renzo Piano, a tutti i presenti, al Corpo accademico, al personale amministrativo e tecnico dell’Università, e agli studenti.
Ringrazio il Magnifico Rettore per l’invito per questa importante giornata di inaugurazione di questo splendido Campus, straordinariamente bello e pieno di luce, di spazi, che integra i macchinari all’interno con lo spazio esterno in maniera affascinante.
Sono lieto di essere in quest’Aula intitolata a una figura importante di alumnus, Giampiero Pesenti. Ed essere presente in un’Aula sottolinea quanto il Rettore ha fatto presente: l’importanza di valorizzare insieme l’indispensabile presenza, la relazione di comunità che un Ateneo esprime e realizza, con l’esperienza maturata durante il drammatico periodo della pandemia con l’aumento dell’uso del digitale e degli strumenti di collegamento a distanza, che non possono mai sostituire la presenza della comunità studentesca e docente ma che integrano, in modo straordinariamente positivo e importante, l’attività di un Ateneo.
Vorrei anche rivolgere al Magnifico Rettore, al Corpo docente e agli studenti le congratulazioni per i riconoscimenti di grande prestigio che l’Ateneo continua a riscuotere, e i complimenti per le iniziative che sono state illustrate dal Rettore: la riqualificazione della Bovisa, il Centro per la transizione energetica, il Centro per le nanotecnologie, lo spazio per le Startup.
Sono tutte indicazioni che presentano l’immagine di un Ateneo proiettato verso il futuro. E d’altronde questa mattinata, questa occasione, di nuovo inizio della Facoltà di Architettura, con questo Campus, sottolinea questa proiezione verso il futuro, in sintonia con il momento che il nostro Paese attraversa: un momento di nuovo inizio, non di ritorno alle condizioni precedenti alla pandemia, ma di un inizio su condizioni diverse, nuove, più adeguate alla realtà che ci si presenta e ci si presenterà in futuro.
Vorrei anche per questo riprendere quanto ha detto il Presidente del Consiglio degli studenti, Alessio Rocca, sottolineando che l’Università, l’istruzione e la cultura sono lo strumento, la strada per il percorso di benessere del mondo, di fronte alle sfide da affrontare a livello globale sempre più comuni, nella stessa misura, a tutti i Paesi del mondo, qualunque sia la loro collocazione geografica, la loro condizione socio-economica.
Rocca ne ha indicati alcuni, ha fatto riferimento alle tante altre sfide che vi sono: al fenomeno migratorio, fenomeno mondiale e imponente; alla salute del mondo, che, come la pandemia ha posto in evidenza, non è espresso contenuto dei confini statuali e che va affrontato in maniera globale, necessariamente integrata; alla lotta alla povertà, non soltanto nel cortile di casa propria, ma nella dimensione globale sempre più interconnessa tra i Paesi del mondo e dei vari continenti; allo sviluppo e alla protezione della sicurezza del digitale. Sono tutte sfide imponenti, che vanno affrontate in maniera collaborativa nella comunità internazionale, per quanto ci riguarda anzitutto in quell’oasi di pace, democrazia e diritti che è l’Unione europea.
A questo compito sarà sempre più sollecitamente chiamata la nuova generazione, quella che Rocca ha disegnato come la più interconnessa, la più istruita, la più attrezzata, la più preparata per affrontare le realtà del mondo, realizzando quella traditio, quella trasmissione che avviene costantemente da una generazione all’altra. Una trasmissione che è sempre accompagnata da un certo senso d’incompiutezza ma anche dalla consapevolezza dei risultati conseguiti e dalla fiducia per quello che farà di più la successiva generazione.
Anche per questo è da raccogliere l’esortazione fondamentale che il Senatore Piano – l’amico Renzo Piano – ci ha rivolto: l’importanza delle idee. Perché questa proiezione, questa capacità di affrontare il futuro e le sue sfide in questo passaggio di generazione in generazione evoca quello che lui, con una espressione di estrema efficacia, ha ricordato: Se l’arte è una rapina, la conoscenza è un furto costante, un furto continuo, nel corso del tempo.
È un’espressione particolarmente efficace per ricordare quella che è, in realtà, l’opera inevitabile e costante di attingere al patrimonio trasmesso dalle precedenti generazioni, aggiungendovi, inserendovi, integrandola con altre conoscenze, con nuovi risultati. E trasmettendola alle successive generazioni.
È questo che con grande efficacia ha indicato Renzo Piano dicendo: “L’importante è restituire qualcosa con le idee”. Questo è il compito delle Università, del mondo della cultura, del mondo dell’istruzione: quello di suscitare, di conferire la capacità di suscitare idee; quella di attrezzare i giovani nella capacità di elaborare, di proporre, di affrontare così le sfide future.
Un Campus - diceva Renzo Piano - è un luogo pieno di luce, aperto. La luce delle scintille che sono le idee, appunto.
Questo è il compito dell’Ateneo, questo è il compito di questo come degli altri Atenei del nostro Paese: suscitare la capacità di elaborare, di affrontare il futuro. E in ciò, questo Ateneo si manifesta attrezzato.
Complimenti e auguri.