Signor Presidente,
Signora Macron,
desidero innanzi tutto esprimere, anche a nome di mia figlia Laura e della delegazione che mi accompagna, i più sinceri ringraziamenti per la squisita accoglienza che ci è stata riservata qui a Parigi. Ringraziamenti che vorrei estendere a tutti coloro che hanno lavorato con grande impegno per il successo di questa visita, nonostante i limiti ancora presenti a causa della pandemia.
Serbo vivo il ricordo della sensibilità e la vicinanza dimostrate da Lei e da tutto il Governo francese al Vertice bilaterale di Napoli, il 27 febbraio del 2020, in una fase in cui il virus nel nostro Paese cominciava ad espandersi.
E’ nel nome di sentimenti saldi e radicati, fondamenta del rapporto tra la Repubblica Francese e la Repubblica Italiana, che ho accolto il Suo gentile invito a svolgere questa visita di Stato, la prima da me effettuata all’estero dopo la fine del confinamento. Una visita che intende essere segnale inequivocabile dell’eccellente stato delle nostre relazioni.
Il futuro che vogliamo costruire ci induce a fiducia e ottimismo!
Italia e Francia, Paesi tragicamente colpiti dal Covid, hanno espresso una straordinaria capacità di reazione, resa possibile dall’altissimo senso civico delle popolazioni, dal generoso spirito di sacrificio del personale sanitario e di tutti coloro che, nello Stato e nella società civile, si sono prodigati per sconfiggere questa grave insidia.
Alle vittime, ai loro familiari e a tutti coloro che ancora stanno lottando contro la pandemia va il più affettuoso e commosso pensiero.
Signor Presidente,
Come in tanti frangenti della nostra storia comunitaria, l’Unione Europea, di fronte alla responsabilità di affrontare la crisi, nell’estrema gravità della situazione, ha dimostrato di possedere le capacità di assumere decisioni storiche, quali l’acquisto e la distribuzione centralizzata dei vaccini e l’adozione di un vasto programma di sostegno alla ripresa economica, il Next Generation EU.
È stato conseguito un risultato di grande respiro, e questo grazie anche alla Sua tenacia, Signor Presidente, e alla Sua determinazione nel voler “fare squadra”.
I nostri due Paesi, in particolare, hanno operato in grande sintonia e piena unità di intenti, agendo in coerenza con i principi di solidarietà e mutua assistenza che ci hanno guidato fin dall’inizio dell’emergenza. È anche per questo nostro contributo che la risposta delle Istituzioni e dei Paesi dell’Unione è stata all’altezza degli eventi, nel segno di quella visione del futuro, alta e lungimirante, che rappresenta il lascito più prezioso dei padri fondatori dell’Europa.
Tra le indicazioni che dobbiamo trarre dai mesi bui che ci stiamo finalmente lasciando alle spalle, vi è la constatazione del carattere insostituibile della nostra cooperazione e della importanza per l’Europa del rapporto tra Roma e Parigi. Una relazione bilaterale forte per dare vigore alla missione dell’Unione Europea.
Signor Presidente,
il nostro è un rapporto che trae fondamento e forza da una relazione intensa a tutti i livelli, da quelli istituzionali alla fittissima trama che unisce e lega indissolubilmente le nostre società civili.
E le riflessioni in corso sul testo di un “Trattato per una cooperazione rafforzata” partono proprio dalla considerazione che l’intreccio di relazioni che naturalmente ci lega presenti ancora opportunità rilevantissime e tali da portare il nostro rapporto bilaterale a un livello di ulteriore e più elevata integrazione.
Francia e Italia, Paesi fondatori dell’Unione Europea, sono depositari di una storia e di un patrimonio di valori, di cultura e di civiltà sulle cui fondamenta, dopo la Seconda guerra mondiale, Monnet, Schuman, De Gasperi, insieme ad altre grandi figure di europei come Adenauer e Spaak, immaginarono di costruire una Casa comune di armonia e prosperità: la nostra, quella degli europei.
Oggi altre sfide si affacciano: il contesto internazionale evidenzia crescenti minacce alla pace ed alla stabilità del nostro Continente. Attori esterni non sempre amichevoli, crisi regionali che innescano spirali incontrollabili, cambiamento climatico che contribuisce a creare gravi crisi umanitarie, la minaccia del terrorismo infine, ci impongono una risposta coerente e determinata.
Le situazioni di conflitto che pervadono il Mediterraneo ne rappresentano una plastica testimonianza. La crisi libica, la guerra in Siria e il disagio sociale che caratterizza vari Paesi dell’area, i flussi migratori incontrollati evidenziano anche qui un diffuso bisogno di un’Europa che sappia affermarsi come interlocutore autorevole in grado di promuovere efficaci soluzioni sulla base dei propri valori fondanti.
Dobbiamo far sì che il Mediterraneo torni alla sua storica vocazione di crocevia propulsivo di civiltà fra Europa e Africa, nel segno di un moderno partenariato fra Continenti.
Per questo Francia e Italia sono ora impegnate a collaborare nella ricerca di soluzioni positive in Libia e nella delicata e complessa regione del Sahel.
Perché questo possa accadere occorre che l’Unione sia in grado di svolgere fino in fondo la propria missione di attore di equilibrio, di pace, di sviluppo, facendo valere in ogni sede utile le ragioni del multilateralismo, oggi spesso accantonate.
Una missione che presuppone un più forte profilo politico, di cui l’Unione è da tempo alla ricerca e che appare oggi più che mai indispensabile.
Soltanto insieme i popoli europei potranno diventare attori di questa straordinaria epoca di cambiamenti che stiamo vivendo.
Per questo la Conferenza sul futuro dell’Europa, che si concluderà nella prima metà del 2022 proprio nel Semestre di Presidenza francese, rappresenta una storica opportunità per affrontare, con coraggio e senza temi intoccabili, i nodi ancora irrisolti del processo di integrazione, recuperando al tempo stesso, un rapporto di piena fiducia tra Istituzioni comuni e cittadini europei e avendo sullo sfondo l’obiettivo del completamento dell’unità continentale, con l’ingresso dei Paesi dei Balcani Occidentali.
La definizione di un’idea di sovranità realmente europea, contro ogni antistorica pulsione nazionalista, è un obiettivo che non può essere disatteso per poter affrontare con la necessaria efficacia le sfide globali, a fianco di chi condivide la nostra visione e i nostri valori.
Signor Presidente,
Lei ha sempre mostrato grande sensibilità per le esigenze, i problemi e le aspettative delle nuove generazioni.
Credo quindi di interpretare anche il Suo pensiero nel sottolineare il pericolo che siano proprio i giovani a pagare il prezzo più alto di una nostra mancanza di coraggio e di iniziativa.
Dobbiamo impedire che ciò accada.
L’iniziativa per il rilancio economico post-pandemia e la Conferenza sul Futuro dell’Europa ci offrono la concreta possibilità di consegnare alla prossima generazione un continente più unito, più libero, più autorevole nella comunità internazionale.
Signor Presidente,
in un suo intervento alla rete televisiva pubblica italiana lei ha dichiarato che non c’è avventura europea senza intesa fra i nostri due Paesi.
Sono lieto di poter ribadire questa convinzione. E, con questi sentimenti e questo spirito, Signor Presidente, gentile Signora, levo il calice al Vostro benessere personale, alla prosperità della Francia, allo sviluppo delle nostre relazioni e dell’Europa tutta.