Un saluto cordiale alla stampa. Abbiamo concluso le due sessioni, mattutina e pomeridiana, ed è stata una bella occasione per riprendere, dopo un anno di sosta, la tradizione dell’incontro annuale del gruppo di Arraiolos.
Desidero anche qui rivolgere anzitutto un ricordo riconoscente al Presidente Sampaio, recentemente scomparso, che ha promosso la prima riunione del gruppo nel 2003. Abbiamo rinnovato al nostro amico Presidente Rebelo de Sousa il nostro cordoglio comune.
Abbiamo avuto due intense sedute di lavoro nel corso delle quali sono stati affrontati temi di grande rilievo per il futuro della comunità internazionale: l’Unione e la sua autonomia strategica e il ruolo dell’Unione europea per rafforzare il multilateralismo.
Si tratta di argomenti sui quali il dibattito è particolarmente intenso e vivo, e tutte le opinioni sono benvenute per arricchire il percorso di ricerca di posizioni convergenti.
Ho quindi realmente apprezzato lo scambio di idee che abbiamo avuto, uno scambio di idee che ha consentito a ciascuno di noi di verificare sensibilità e punti di vista rispettivi. Tutto è avvenuto nel consueto stile del gruppo di Arraiolos: l’ascolto reciproco e il dialogo sempre amichevole e costruttivo per far maturare opinioni e soluzioni convergenti e condivise.
Ci troviamo a un punto di svolta molto importante per l’Unione europea, un punto nel quale, a mio avviso, senza remore e senza temi intoccabili, dobbiamo prima di tutto impegnarci per completare tanti cantieri aperti nella nostra integrazione.
La nuova fase ha bisogno di basi molto solide: lo dobbiamo alle nuove generazioni di europei.
Come la pandemia ci ha dimostrato, nella drammatica tristezza del suo sopravvenire, le sfide di questi anni ci chiamano ad alzare il nostro livello di ambizione. Il Next Generation è il nostro orizzonte, la nostra strategia per il futuro. E il percorso per realizzarlo è l’autonomia strategica dell’Unione.
Sul fronte della politica estera di difesa, la recente vicenda in Afghanistan sprona e dimostra ulteriormente quanto sia ineludibile compiere un passo avanti per costruire una credibilità maggiore dell’Unione in termini di sicurezza; una credibilità ovviamente complementare con la Nato e tesa al rafforzamento della cornice del reciproco sostegno e rispetto tra gli Stati.
Di fronte a carenze e omissioni, vi sono tanti commentatori, tanti opinionisti e esponenti della società civile che si chiedono spesso dove sia l’Europa e come intenda muoversi. Sono interrogativi che chiedono una maggiore presenza dell’Europa.
Il nostro impegno deve essere, allora, colmare questo divario tra le attese e la risposta che l’Unione europea è capace di dare per costruire un futuro nel quale l’Unione sia protagonista e possa parlare autorevolmente, con un’identità precisa.
Credo che questo serva, fortemente, alla causa della pace internazionale e alla tutela degli interessi dei popoli dell’Unione europea.