Ringrazio molto la Magnifica Rettrice per l’invito ad essere presente a questa inaugurazione dell’anno accademico. Rivolgo un saluto molto cordiale a tutti i presenti, alla Ministra dell’Università, al Presidente della Regione, alla rappresentante del Comune, alle autorità presenti, al Corpo accademico dell’Ateneo, al personale amministrativo e tecnico e, particolarmente, alle studentesse e agli studenti.
Ringrazio molto la Ministra Messa per il suo intervento. Ha ricordato – come ha fatto anche la Rettrice - che questo Ateneo è sorto in coincidenza con la trasformazione di questo territorio, che ospitava una grande e importante attività produttiva, in una condizione differente, di cui questo Ateneo è il centro.
La ringrazio anche per le importanti considerazioni che ha svolto, in questa Università di cui è stata Rettrice, sul ruolo delle nostre Università nel nostro Paese.
La Rettrice ci ha illustrato, con molta efficacia, i caratteri di questo Ateneo, i suoi programmi, le sue iniziative e l’ampiezza dell’offerta didattica e di ricerca che svolge con livelli così elevati.
Ed è un importante risultato che l’Ateneo consegue costantemente. E vorrei rivolgere il mio saluto al Primo Rettore, Professor Fontanesi.
Ringrazio anche la Rettrice per aver sottolineato il contributo che questo Ateneo ha recato alla lotta contro il Covid attraverso la ricerca scientifica. La ringrazio anche per aver sottolineato – vorrei dire in stretto collegamento con questo – che le Università devono raccogliere la sfida della modernità.
Stiamo uscendo, siamo usciti, dalla fase acuta della pandemia; stiamo uscendo – speriamo - da questa esperienza, quando tutto il mondo ne sarà al di fuori. Ma questo è il momento di modernizzare il Paese, di cogliere l’occasione non soltanto delle grandi risorse disponibili, ma anche della riflessione globale che si è svolta in tutto il mondo su quanto avvenuto per modernizzare - in sede internazionale, ma in sede interna, per quanto ci riguarda - il nostro Paese. Le Università sono chiamate a un contributo particolarmente rilevante a questo scopo.
Ringrazio la Rettrice anche per aver sottolineato, raccogliendo un tema che poi il rappresentante degli studenti ha caldamente sottolineato, che l’ampiezza di offerta formativa non abbia limiti e raggiunga tutti, e consenta a tutti la possibilità di studi universitari. Non soltanto perché il nostro Paese deve ampliare la percentuale dei suoi laureati, ma anche perché la possibilità offerta a tutti di poter accedere agli studi universitari consentirà di far esprimere talenti che altrimenti resterebbero inespressi. Con danno grave per il nostro Paese e per l’intera nostra società.
Vorrei ringraziare molto il Professor Madau. Sappiamo ben poco. Ma anche della Terra, per la verità, Professore, come la pandemia ci ha insegnato.
La sua prolusione, che ha certamente – personalmente me, ma tutti quanti – coinvolto e avvinto con molta attenzione, ci ha condotto in un’atmosfera – anzi al di là dell’atmosfera, per la verità - in un ambito di indispensabile riflessione per un’adeguata considerazione delle condizioni del mondo, dell’umanità, del futuro.
Davvero, vorrei dire, nell’anno dantesco, Professore, ci ha condotto ‘a riveder le stelle’ in termini non meramente di studio astrofisico, ma anche di prospettive di futuro, di condizioni in cui l’umanità si muove, di liberazione e di prospettive, appunto.
La ringrazio molto anche per alcune considerazioni che mi hanno personalmente fortemente coinvolto. Quella dell’Universo che cambia costantemente; quella delle condizioni che consentono lo studio della fisica e dell’astrofisica. Le potenzialità che il grande telescopio James Webb consente e le prospettive che presenta per l’umanità sono straordinariamente affascinanti e consentiranno di comprendere qualche piccola parte in più delle condizioni in cui ci troviamo nell’Universo.
Ma vorrei riprendere molto quanto lei ha detto sulla circostanza che l’Universo è in costante mutamento. Non soltanto l’Universo. Anche qui siamo in costante mutamento.
Questa sottolineatura che lei ha fatto sull’Universo che muta è un richiamo contro coloro che presumono che nulla cambi, che tutto rimanga immobile, rifiutando ogni mutamento, evitando di comprendere che il mondo, le sue condizioni, la convivenza nel mondo, nei Paesi, mutano necessariamente.
I mutamenti vanno accettati e condotti per non esserne travolti in maniera inconsapevole.
Questo fa pensare, Professore, che in realtà gli intrusi non sono gli Astrofisici, ma sono coloro che rifiutano un orizzonte ampio e pretendono di chiudersi in un orizzonte angusto che allontani i mutamenti e li ignori.
Di questi mutamenti, di questa attitudine a comprendere i mutamenti, gli Atenei sono un luogo privilegiato. Con il succedersi nel tempo delle varie generazioni di studenti, che ne mutano non soltanto la composizione umana, ma la sensibilità, le attese, le prospettive, i caratteri.
Per questo le Università sono i luoghi privilegiati per affrontare il cambiamento, indicarne prospettive, consentire che venga governato per il bene comune.
Questo è l’apprezzamento e l'augurio che rivolgo al nostro sistema di Atenei perché questa azione venga svolta sempre con grande efficacia, come sovente avviene, e come è sempre più indispensabile che avvenga.
Grazie e buon anno accademico!