Maestà,
La ringrazio - e ringrazio Sua Maestà la Regina - anche a nome di mia figlia Laura e della delegazione che mi accompagna, per la calorosa accoglienza ricevuta e per le espressioni di sincera stima e profonda considerazione che nel corso dei nostri odierni colloqui ha riservato all’Italia.
Nel solco della profonda e plurisecolare amicizia che unisce le nostre nazioni, ho accolto con autentico piacere il Suo invito a effettuare questa Visita di Stato, a venticinque anni da quella compiuta dal Presidente Scalfaro, nel 1996.
Dal primo grande incontro della latinità con il mondo iberico al “secolo d’oro spagnolo”, i rapporti tra i nostri Paesi si sono intrecciati infinite volte, come ci ricorda questo stesso magnifico Palazzo Reale, la cui realizzazione fu affidata dal Re Filippo V a un architetto della mia terra, Filippo Juvarra, poi proseguita da altri due importanti architetti italiani, Sacchetti e Sabatini.
Città e borghi d’Italia conservano tracce indelebili - artisticamente e urbanisticamente pregevoli – dell’influenza spagnola. Ne è un esempio la città dove sono nato, Maestà, ornata da numerose statue di Suoi lontani predecessori o il Palazzo Reale di Napoli, dove ci siamo incontrati in occasione della precedente riunione del Cotec.
Le tragiche vicende del Novecento hanno visto i nostri popoli soffrire esperienze simili. Spagnoli e italiani hanno saputo superare quelle drammatiche stagioni impegnandosi con successo in una ricostruzione - che è stata in primo luogo civile e morale - culminata per entrambi nel ritorno alla democrazia.
In quei difficili frangenti, non è mai venuta meno la forte solidarietà reciproca.
Una vicinanza, quella fra le nostre società civili, che si rinnova a ogni generazione, arricchita oggi da una condivisa dimensione europea, che trova una delle sue espressioni più belle nelle migliaia di studenti, italiani e spagnoli, che scelgono l’uno o l’altro Paese nel quadro del programma Erasmus.
Accanto alla comunità dei giovani come non ricordare poi le floride relazioni economiche che legano i nostri Paesi, alimentate anche dalla presenza di una consistente comunità di italiani, ben integrata e in crescita costante, che hanno scelto di risiedere in Spagna.
Maestà,
quella fra i nostri Paesi è una comunità ideale, fondata oltre che su una fratellanza di eccezionale prossimità, sulla convinta adesione ai valori della democrazia liberale.
Una comunità ideale proiettata in quell’orizzonte europeo che rappresenta il nostro destino.
Queste sono le solide fondamenta su cui poggiano le nostre relazioni bilaterali. Relazioni eccellenti in tutti gli ambiti, che hanno conosciuto negli ultimi anni una ulteriore intensificazione, come evidenziato dai numerosi incontri politici, economici e culturali, favoriti anche dagli ottimi risultati conseguiti nel Vertice Intergovernativo di Palma di Maiorca. Esse sono diventate oggi realmente strategiche, non solo per i nostri due Paesi e rappresentano un utile contributo per l’Europa intera.
Una solidarietà che, nel suo intensificarsi, può rappresentare uno dei pilastri dell’architettura europea.
La risposta alla pandemia, nelle sue dimensioni sanitaria, economica e sociale, ha mostrato quali passi sia possibile compiere nell’Unione Europea verso una piena cooperazione politica.
Il Next Generation EU ci fornisce l’opportunità di costruire società più giuste e inclusive, proiettate nel futuro.
In sede comunitaria, come nel G20 o nell’ambito delle Conferenze sul clima, Spagna e Italia devono continuare ad offrire il loro impulso, il loro contributo di pensiero, la loro comune sensibilità.
I giovani, le nuove generazioni, ci chiedono di guardare, senza timidezze e reticenze, al futuro del pianeta.
Maestà,
Spagna e Italia condividono la stessa vocazione mediterranea. Ce la fa constatare la geografia. Ce lo narra la storia. Ce lo testimonia la nostra cultura
Il nostro è un mare che unisce. Unisce popoli e culture.
Un mare che unisce Europa e Africa.
Un mare ricco di opportunità che potremo cogliere appieno soltanto se riusciremo ad operare con più decisione, tutti insieme, per la stabilizzazione dei Paesi e lo sviluppo dei popoli che lo abitano.
Il continente africano costituisce il partner naturale dell’Unione Europea. Non comprenderlo adesso ci potrebbe portare a constatare, fra qualche anno, di essere stati silenziosamente, ma inesorabilmente, relegati alla periferia del pianeta.
Va rilanciata con forza, a venticinque anni dalla Dichiarazione di Barcellona, la politica per una nuova Agenda per il Mediterraneo recentemente fatta propria dall’Unione Europea, per trasformare le difficoltà delle sfide comuni in opportunità condivise.
Maestà,
Domani mi recherò a Malaga, la “Ciudad del Paraíso”, come amava ricordarla il grande poeta e premio Nobel Vicente Aleixandre, che lì trascorse la sua infanzia.
Sono oltremodo lieto di poterla visitare quale seconda tappa della mia visita di Stato. Malaga, con la sua numerosissima comunità italiana offre un ulteriore, concreto, esempio della profonda amicizia che unisce da sempre i nostri popoli.
Con questi sentimenti e questo spirito, levo il calice al benessere personale delle Maestà Vostre, a quello dei nostri Paesi e dell’Europa tutta.