La ringrazio, signor Presidente del Consiglio, per la comunicazione che Ella ed i suoi colleghi del governo hanno voluto darmi della firma che il nostro ambasciatore sta per apporre all'accordo grazie al quale Trieste ritorna all'Italia e l'Italia a Trieste.
In ragione del mio presente ufficio, sono stato testimone degli sforzi assidui che i governi, i quali si sono succeduti nel tempo, hanno ogni giorno senza tregua compiuto, in circostanze propizie ed avverse, per tenere vivo nella coscienza universale il problema di Trieste e volgerne la soluzione a pro dei diritti nostri.
Ella signor Presidente del Consiglio, insieme con i suoi collaboratori più diretti al ministero degli Esteri, con i rappresentanti italiani nelle capitali straniere, e in particolare, con il nostro ambasciatore a Londra, confortato dal consenso dei suoi colleghi, ha ripreso la fiaccola mai spenta ed oggi ha l'orgoglio di consegnarla, viva di fiamma ardente, all'Italia ed a Trieste.
Voi avete, per giungere alla meta, discusso clausola per clausola, parola per parola, per lunghi mesi, l'accordo che oggi viene firmato. Avete difeso metro per metro quel territorio che nella vostra convinzione doveva rimanere unito a Trieste. Alla fine, avete sentito che era giunta l'ora della decisione. Consentitemi di congratularmi con voi per avere - dando prova del coraggio, del non facile coraggio di risolvervi per un compromesso - lavorato efficacemente per la pace e per la prosperità dei popoli. Operando così, in silenzio, voi vi siete resi benemeriti della patria italiana.
Roma 05/10/1954