Ventotene 21/05/2006

Intervento del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano alla manifestazione per il ventesimo anniversario della scomparsa di Altiero Spinelli

 

INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
GIORGIO NAPOLITANO
ALLA MANIFESTAZIONE PER IL VENTESIMO ANNIVERSARIO
DELLA SCOMPARSA DI ALTIERO SPINELLI

Ventotene, 21 maggio 2006

Non c'è, non può esserci, nulla di formale nell'omaggio che la Repubblica rende oggi alla figura di Altiero Spinelli. Non celebriamo un evento ; non rispettiamo una ricorrenza. Ci impegnamo, piuttosto, a una riflessione. E rivolgiamo un appello.
Sulle idee e sulle battaglie di Altiero Spinelli c'è da riflettere assai più di quanto si sia fatto finora in Italia. Si tratta forse del lascito più ricco su cui possano contare, per formarsi moralmente e per operare guardando al futuro, le nostre generazioni più giovani. La sua resta una grande lezione di metodo : non chiudere le proprie analisi in alcuno schema, confrontarsi creativamente con la realtà nella sua evoluzione, ispirarsi tenacemente a idealità non passeggere come quelle dell'unità e del comune destino dell'Europa, saper risollevarsi da ogni sconfitta. Si può imparare da Altiero ad essere uomini e donne di alti pensieri e di forte, indomabile volontà d'azione.
Studiamo ancora, dunque, e adoperiamoci perché molti possano conoscere e studiare, le testimonianze e le suggestioni vivissime che Altiero Spinelli ha affidato alla sua penna, e che vengono in questi giorni offerte a un maggior numero di lettori in nuove, più popolari edizioni: da quel "Manifesto di Ventotene", che resta forse la prova maggiore della creatività dell'antifascismo militante, agli splendidi scritti autobiografici.
C'è da imparare, leggendo quei testi, come è nata ed è via via in quasi sessant'anni cresciuta l'impresa della costruzione europea, e come se ne possa garantire un nuovo e più conseguente sviluppo. C'è da trarne fiducia e forza in un momento difficile nel cammino dell'Unione, succeduta - nel significato e nel nome voluti da Altiero - alla Comunità degli anni '50.
L'appello che voglio oggi rivolgere è diretto a tutte le componenti responsabili della società italiana : rilanciare l'idea di Europa, che Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni concepirono in quest'isola spingendo lo sguardo oltre tutti i confini nazionali, dare nuovo impulso a un percorso che appare ristagnare, non è affare soltanto delle forze politiche, per fondamentale che sia il loro ruolo; è dovere non eludibile delle forze sociali, della cultura, delle istituzioni regionali e locali dei movimenti associativi. E questo impulso può trovare nei giovani, il cui sentire europeo si è fatto naturale e profondo, e nell'avanguardia della Gioventù Federalista Europea, la molla più forte.
Non c'è avvenire per l'Italia se non nel rifiuto di ogni stanca tentazione di ripiegamento su illusorie e meschine rivendicazioni dell'interesse nazionale e su sterili abbandoni allo scetticismo verso il progetto europeo. Siamo chiari. Come ha ben detto di recente Jacques Delors, se a una vitale concorrenza tra le imprese si aggiungesse la competizione tra le nazioni europee, sarebbe la negazione stessa della Comunità europea, si abbandonerebbe ogni prospettiva di Europa politica. In quanto allo scetticismo, lo si può vincere con un approccio realistico, aperto alla considerazione degli errori e degli insuccessi della costruzione europea, e quindi con visioni nuove, non puramente ripetitive : ma alla retorica del mero idoleggiamento del passato non si può contrapporre la retorica di giudizi sommari e di generiche invocazioni sulla necessità di cambiare.
Da questo incontro di Ventotene stanno venendo e verranno concreti contributi alla identificazione dei molteplici nodi da sciogliere per far uscire l'Unione dalla crisi che l'ha colpita. All'Italia tocca in questo senso una parte non secondaria : il mio augurio è che ne siano egualmente consapevoli le forze di governo e di maggioranza e le forze di opposizione. Altiero Spinelli non ebbe pregiudizi e chiusure verso nessuna parte politica nella sua instancabile opera di persuasione e mobilitazione per la causa europea. Se l'Italia saprà assumere posizioni chiare e iniziative forti, non sarà sola in Europa, anche rispetto all'impasse del processo di ratifica del Trattato sottoscritto a Roma nell'ottobre 2004. La signora Cancelliere della Repubblica Federale Tedesca ha in questi giorni nuovamente espresso la sua piena convinzione che l'Europa debba darsi un ordinamento costituzionale. E' la stessa nostra convinzione.
La storia che con l'apporto essenziale di Altiero Spinelli abbiamo cominciato a scrivere, resta dunque ricca di promesse e di responsabilità.
Chi si accinge ad una grande impresa - scrisse Altiero qualche mese prima di lasciarci - non sa "se lavora per i suoi contemporanei o per i suoi figli, che lo hanno visto costruire ed erediteranno da lui ; o per una più lontana, non ancora nata generazione che riscoprirà il suo lavoro incompiuto e lo farà proprio". Ebbene, egli ha lavorato per tutti. Ed io vorrei personalmente dire, cara Barbara, cara Renata, quanto profondo sia rimasto in me il suo ricordo, e insieme quello di Ursula, e quanto grande il debito che incontrandolo ho contratto con lui.