Genova 30/06/2006

Genova - Palazzo San Giorgio - Intervento del Presidente della Repubblica in occasione della visita alla mostra "La rinascita del Parlamento: dalla Liberazione alla Costituzione"

 

INTERVENTO DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
GIORGIO NAPOLITANO
A GENOVA IN OCCASIONE DELLA CHIUSURA DELLA MOSTRA
"LA RINASCITA DEL PARLAMENTO: DALLA LIBERAZIONE ALLA COSTITUZIONE"

Genova, Palazzo San Giorgio, 30 giugno 2006

Sono ben lieto di poter salutare oggi qui la conclusione della prima tappa dell'itinerario programmato dalla Fondazione della Camera dei Deputati per la Mostra sui sessant'anni che ci separano dall'elezione dell'Assemblea Costituente: un lungo itinerario attraverso le Regioni d'Italia, per raggiungere un pubblico più ampio permettendo soprattutto ai giovani di avvicinarsi alla conoscenza di un periodo tra i più luminosi della nostra storia nazionale, di un'esperienza così ricca di insegnamenti e di frutti. Il successo ottenuto conferma la validità dell'iniziativa in cui ho anche personalmente creduto e mi induce ancor più a esprimere vivo apprezzamento per la sensibilità e la prontezza con cui il Consiglio Regionale della Liguria ha deciso di accogliere la Mostra in questa città che è nuovamente centro di fervido impegno produttivo e culturale.
L'odierna cerimonia si svolge a pochi giorni di distanza dalla consultazione referendaria sulla legge di revisione costituzionale approvata dal Parlamento nella scorsa legislatura ; e la nostra riflessione si rivolge dunque naturalmente ai temi del passato e del futuro della Costituzione repubblicana. Nel messaggio indirizzato al Parlamento il 15 maggio scorso espressi l'opinione che dopo il referendum - qualunque ne fosse stato l'esito - si sarebbe dovuto "verificare la possibilità di nuove proposte di riforma capaci di raccogliere il necessario largo consenso in Parlamento".
Non posso oggi che confermare tale mia convinzione.
Non si tratta di immaginare un'impossibile ripetizione dell'esperienza dell'Assemblea Costituente del 1946-47. Allora, a conclusione di vicende drammatiche, il compito che storicamente si impose fu quello di costruire le nuove fondamenta di un assetto istituzionale democratico, partendo da un quadro di valori e di principi in cui potessero riconoscersi le forze fondamentali della società italiana. Non c'è bisogno di sottolineare quanto diverso sia il contesto in cui oggi si propongono e vanno affrontati problemi di riordinamento e adeguamento delle istituzioni repubblicane.
E dunque, con la ponderazione suggerita dalle difficoltà in cui si sono imbattute e hanno finito per arenarsi diverse prove di revisione della Costituzione del 1948, occorre ora ricercare in Parlamento pazientemente le vie di un approfondimento condiviso sulle scelte da compiere per giungere a un approdo sicuro. Quali siano le esigenze ancora attuali e più largamente riconosciute di revisione costituzionale, quali le priorità da fissare e le soluzioni cui tendere: ecco l'oggetto dello sforzo cui sono chiamate, dopo il referendum del 25 giugno, tutte le componenti dello schieramento politico, quelle di maggioranza insieme con quelle di opposizione, con la riflessività e la gradualità necessarie.
Mi piace ripetere oggi che un risoluto ancoraggio,come dissi nel mio messaggio, ai lineamenti essenziali della Costituzione del 1948 non si identifica con un chiuso, insostenibile conservatorismo. Spirito riformatore, e attaccamento non solo a valori profondamente radicati nella nostra storia e coscienza nazionale, ma ad esigenze di garanzia degli equilibri costituzionali, possono ben combinarsi, nel rispetto delle preoccupazioni e delle istanze espressesi nel voto referendario e presenti,ne sono certo, in entrambi gli schieramenti politici.
Mi auguro che anche le testimonianze offerte con questa Mostra della Fondazione della Camera dei Deputati, contribuiscano a far maturare le condizioni di un consapevole consenso anche nell'opinione pubblica, attorno a un impegno che superi le barriere della contrapposizione tra maggioranza e opposizione.