Firenze 13/07/2006

Dichiarazioni ai giornalisti del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dopo l'incontro a Firenze con il Presidente Federale della Repubblica d'Austria

 

DICHIARAZIONI AI GIORNALISTI DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
GIORGIO NAPOLITANO
DOPO L'INCONTRO A FIRENZE CON
IL PRESIDENTE FEDERALE DELLA
REPUBBLICA D'AUSTRIA, FISCHER

Firenze, 13 luglio 2006

PRESIDENTE NAPOLITANO
Vi ringrazio per essere qui. Come sapete sono venuto a Firenze non ancora per una visita alla città, ma perchè il Presidente della Repubblica austriaca, e anche mio vecchio amico personale, telefonandomi per le congratulazioni per la mia elezione, aveva proposto un incontro informale, se possibile nella città di Firenze. Ho avuto l'impressione, visitando insieme la Cappella di Benozzo Gozzoli, che non conosco, che sia rimasto particolarmente soddisfatto di questa sua scelta. Abbiamo avuto qui, questo incontro informale, dopo che il Presidente Fischer è stato a Roma in visita di Stato, mentre pende un invito in Austria per il Presidente italiano, in quanto il mio predecessore dovette disdire, all'ultimo momento, il viaggio già definito alcuni mesi fa.
Abbiamo avuto un giro d'orizzonte molto ampio sulle questioni internazionali e sui rapporti tra i due Paesi: in realtà, questioni spinose nei rapporti tra i due Paesi non ce ne sono. Abbiamo trovato modo di esprimere il nostro comune convincimento, in particolare per quel che riguarda l'Alto Adige, che la soluzione che si è trovata a partire dal 1947 con l'accordo De Gasperi-Gruber, che ha poi conosciuto una tappa molto importante con gli accordi del 1992, può considerarsi pienamente un modello.
C'era, diciamo come una preoccupazione, un interesse del Presidente Fischer per quel che riguarda possibili ricadute della riforma costituzionale sullo status di cui gode l'Alto Adige e per quel che concerne i rapporti fiscali con lo Stato. Il Presidente, però, era anche informato che la legge approvata nella scorsa legislatura di revisione della seconda parte della Costituzione era stata respinta per via referendaria. Io, peraltro, ho ricordato che, a proposito dei poteri regionali e dei rapporti tra Regione e Stato, era stata in precedenza adottata la riforma del Titolo V e che questa rimane in vigore: può darsi che debba conoscere degli aggiustamenti, che mi auguro siano di comune accordo tra i due schieramenti. Comunque, qualsiasi novità sul piano costituzionale non può mettere in questione gli accordi raggiunti a suo tempo, che hanno rappresentato un'importante condizione di pace e di convivenza etnica e civile nell'Alto Adige.
Per quel che riguarda le questioni di carattere internazionale, abbiamo espresso entrambi una vivissima preoccupazione per gli sviluppi della situazione in Medio Oriente, rispetto ai quali auspichiamo un'iniziativa più incisiva dell'Unione Europea.
Si è parlato, brevemente, anche dell'Afghanistan con la conferma di un impegno che ci vede entrambi associati alla presenza delle Nazioni Unite.
Infine, per aggiungere un particolare piuttosto interessante ed inedito, c'è stata la prima adesione, del presidente Fischer, ad un'iniziativa che abbiamo intrapreso per organizzare a Roma, in occasione del 50° anniversario dei Trattati istitutivi della Comunità Europea, una grande mostra di capolavori degli Stati membri dell'Unione: una sorta di sintesi degli sviluppi dell'arte europea, nel segno della civiltà che ci è comune. Il Presidente della Repubblica austriaco ci ha informati di aver dato incarico ad esperti che potranno definire, insieme con quelli della nostra Presidenza, la partecipazione austriaca. Noi ci auguriamo che ci sia la partecipazione di tutti gli altri 24 o - tra poco - 26 Stati membri.

GIUNTELLA di RAI 1
Alla luce della gravissima crisi in Libano, quali sono le prospettive del ruolo, o invece del rischio di impotenza, dell'Unione Europea di fronte a questa nuova emergenza?

PRESIDENTE NAPOLITANO
E' proprio di poco fa una presa di posizione della Presidenza di turno del Consiglio dell'Unione Europea, che è della Finlandia. E' una dichiarazione impegnativa di denuncia del carattere sproporzionato della reazione delle forze armate israeliane. Ho visto, poi, che dal Libano è partito un appello per una cessazione del fuoco. Credo che l'Europa possa fare anche di più.
Mi pare che il passo della Presidenza finlandese sia significativo e utile.
Ricordo che negli anni scorsi c'era un rappresentante libanese dell'Unione Europea in Medio Oriente, che era il Signor Moratinos, poi divenuto Ministro degli Affari esteri del governo spagnolo di Zapatero. Credo che lungo quella linea, e anche per impulso del Parlamento Europeo, si potranno avere altri passi in una situazione che è difficilissima per tutti.
Ho visto che se ne è parlato anche nell'incontro tra il Presidente Bush e la Signora Cancelliere Merkel in Germania.
E' arduo per tutti intervenire: per L'Unione Europea, per i singoli altri Stati e per le Nazioni Unite. Tuttavia, Kofi Annan ha annunciato la partenza di una delegazione di alto livello per tentare una mediazione tra Libano e Israele. Mi auguro dei risultati.

VASILE DELL'UNITA'
Lei ha prima sostenuto e poi apprezzato le convergenze sulla missione in Afghanistan, A quanto pare, in queste ore sono state superate le divisioni e le difficoltà della maggioranza. Questo metodo - il metodo Afghanistan - secondo Lei è da estendere? Lei sa che ci sono anche diffusi scetticismi più o meno motivati mentre Lei appare molto determinato ?..

PRESIDENTE NAPOLITANO
Ho prima auspicato, diciamo, più che sostenuto, la necessità di convergenze, e quindi ho apprezzato un passo che è andato in questa direzione. Per la verità ci sono stati altri passi: ora non so se si deve parlare questa volta di metodo Afghanistan e un'altra volta di metodo CSM. Sono cose abbastanza diverse. Nel caso, interessante e positivo, della rapidissima elezione dei membri del Consiglio Superiore della Magistratura di estrazione parlamentare, così come del giudice costituzionale, si era anche spinti all'intesa da leggi che prevedono maggioranze altamente qualificate, anche se, nonostante questo vincolo o incentivo, abbiamo avuto in passato anche dei fortissimi bracci di ferro prima che si arrivasse ad un accordo, per il CSM sui nomi dell'una e dell'altra parte o, nel caso della Corte Costituzionale, sul nome di chi si riteneva potesse esprimere un'area piuttosto che un'altra. Comunque, lo considero un segno interessante.
Anche dove non esista questa frusta dell'obbligo di maggioranze altamente qualificate, penso che la convergenza sia possibile senza nulla togliere alla distinzione di ruoli: la maggioranza fa la propria parte, l'opposizione la sua. Non ci sono concussioni o sovrapposizioni. E tutto questo non c'entra niente con il discorso ipotetico - più che mai ipotetico - di una grande coalizione. Ci possono essere due coalizioni antagoniste, alternative l'una all'altra, e però individuare dei temi di tale interesse generale da poter esigere e consentire una convergenza.
Tra questi terreni sicuramente ci sono gli aspetti principali della politica estera. Mi auguro che ci siano anche gli aspetti più significativi della politica istituzionale. E, a questo ultimo proposito, ripeto quello che ho avuto occasione di dire a Genova e poi a Milano: dopo il referendum resta aperto il discorso su quali modifiche siano necessarie per rendere la seconda parte della Costituzione pienamente aderente alle esigenze attuali. A mio avviso, peraltro, il sentiero è da esplorare con grande ponderazione e grande cautela.
Quindi, francamente, non mi interessano molto gli interrogativi del tipo: dialogo si ma dialogo con chi? Non si tratta di teorizzare il dialogo con entità simpatiche o antipatiche. Qui si tratta di vedere i problemi e se ci sono delle sedi: la sede principe è il Parlamento e, per quel che riguarda le eventuali modifiche della seconda parte della Costituzione, le sedi deputate sono le Commissioni Affari Costituzionali. In quella della Camera si è già aperto un certo discorso per vedere da cosa si può partire e come si può procedere. Al Senato, probabilmente, lo stesso accadrà tra breve, perché si è dovuto procedere alla sostituzione del Presidente Mancino, eletto al CSM, con il nuovo Presidente Enzo Bianco.
Effettivamente, sono abbastanza confortato da questi segni.
Poi, a proposito del voto che ci sarà sulle missioni militari, è chiaro che la scelta - che ho apprezzato - della Casa delle Libertà di votare a favore non toglie che ci sia una prova di compattezza che deve dare il centrosinistra. Se non ci fosse si potrebbero aprire dei problemi politici abbastanza delicati. Comunque, a me tocca solo aspettare e vedere.

FETUCCHI DI REPUBBLICA
Le è stato fatto dono di un piatto della Richard Ginori dai rappresentanti della Regione. L'Azienda è in difficoltà, crede si possA aiutarla a riprendersi?

PRESIDENTE NAPOLITANO
Ritengo certamente che non ci possa essere un atteggiamento di indifferenza verso concrete situazioni di crisi, più o meno significative, più o meno notorie. Noi abbiamo avuto, in qualche caso, non voglio usare la parola miracoli, ma delle prove straordinarie di superamento di situazioni di crisi: la più grande di tutte, per dimensioni, è la Fiat, ma non si può sottovalutare anche il grandissimo sforzo che è stato fatto per salvare dal disastro la Parmalat. Abbiamo, insomma, degli episodi molto confortanti da questo punto di vista, anche di grandi Istituti di credito, che mettono in luce il loro contributo alla soluzione di crisi aziendali anche se meno notorie, Quindi, ci deve essere uno sforzo combinato, di sistema, tra gli Istituti di credito, Autorità locali, Governo nazionale. Ritengo che questa situazione della Richard Ginori, che è un vanto del nostro Paese, sia stata prospettata o stia per esserlo anche al Governo. Comunque, guardando il dono che mi è stato fatto, mi ricorderò bene della Richard Ginori.