Parigi 11/09/2006

Intervento del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano durante il pranzo offerto in suo onore dal Presidente del Senato francese, Christian Poncelet.

 

INTERVENTO DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
GIORGIO NAPOLITANO
AL PRANZO OFFERTO DAL PRESIDENTE DEL SENATO FRANCESE

Parigi, 11 settembre 2006

Signor Presidente del Senato,
Signori Membri del Governo,
Onorevoli Senatori,
Signore e Signori,

Desidero innanzitutto ringraziarLa per le calorose parole di benvenuto che ha voluto indirizzarmi, ed esprimere a Lei, ai membri del governo francese, agli onorevoli senatori e alle altre personalità qui presenti, profonda gratitudine per l'accoglienza riservatami, in occasione di questa mia prima visita in Francia come Presidente della Repubblica Italiana.

A tali sentimenti si unisce la gioia di aver inaugurato oggi - insieme a Lei, Signor Presidente del Senato - la Mostra di Tiziano nella prestigiosa sede del Musée du Luxembourg. Questa importante esposizione è una nuova e significativa prova della straordinaria ricchezza, storica e attuale, delle relazioni tra i nostri due Paesi nel campo dell'arte e della cultura. L'amicizia fra Francia ed Italia, perpetuandosi e rinnovandosi nei tempi, permette continuamente di riscoprire, valorizzare e sviluppare le radici ed il patrimonio comuni.

La mostra è frutto tangibile della stretta collaborazione tra il Musée du Luxembourg ed il Museo di Capodimonte di Napoli, che hanno entrambi offerto il contributo delle rispettive eccezionali esperienze. L'esposizione si inserisce nella tradizione della sapiente attenzione del Museo del Lussemburgo per l'arte italiana e fa seguito alle mostre dedicate negli ultimi anni alle opere di Raffaello, Botticelli, Veronese, fino ad arrivare a Modigliani.

La collaborazione tra i due Musei ha permesso di riunire i ritratti di Tiziano in questo magnifico Palazzo, che è esso stesso una testimonianza vivente dei rapporti storici ed artistici tra i nostri Paesi. Tali opere rappresentano con singolare vivacità i volti di personaggi, uomini e donne, che hanno caratterizzato il Rinascimento: un'epoca in cui le vicende francesi ed italiane si sono fortemente intrecciate, creando un ambiente culturale fecondo nel quale poterono confluire i contributi innovativi di numerosi grandi maestri europei.

Ulteriore simbolo del nostro comune attaccamento alle arti è l'opera inaugurata oggi: la porta in bronzo del Museo del Lussemburgo, realizzata dal Maestro Cecco Bonanotte, che saluto qui questa sera.

Mi permetta dunque, Signor Presidente, di unirmi al riconoscimento che Ella ha voluto giustamente tributare a tutti coloro che, con il loro impegno, con la loro perseveranza e con le loro capacità professionali, hanno reso possibile lo straordinario appuntamento artistico odierno. La mia presenza in questo Palazzo mi suggerisce anche due altri ordini di riflessioni. In primo luogo, mi sento orgoglioso di essere accolto nella sede del Senato della Repubblica. Quest'organo, che nel sistema parlamentare francese dà espressione alla ricchezza ed articolazione delle autonomie locali, contribuisce in modo originale e fruttuoso alla formazione delle leggi ed al controllo dell'attività di governo. Il mio lungo impegno pubblico in qualità di parlamentare, nazionale ed europeo, mi ha consentito di vivere profondamente il senso e il valore delle istituzioni rappresentative, supremo fondamento della democrazia. Allo stesso tempo, desidero esprimere il più vivo compiacimento per l'odierna dimostrazione dell'antico connubio che lega questa istituzione con l'arte. La creazione artistica ed il quotidiano esercizio della democrazia rappresentativa sono mirabilmente sintetizzati nell'immagine alta che offre il Senato della Repubblica e del quale va giustamente fiero.

Signor Presidente,

Ritrovo in Francia molti ricordi personali e memorie legate alla mia vita pubblica.

Questi sentimenti sono condivisi da tutti gli Italiani, che riconoscono nell'amica nazione francese un intreccio di rapporti umani costruiti attraverso una lunga storia comune. Le nostre relazioni, quanto mai ricche ed articolate sul piano politico, economico, finanziario e culturale, trovano oggi la loro collocazione ideale nel comune impegno a portare avanti la costruzione europea. I nostri due Paesi intendono affrontare insieme, con slancio ma anche con realismo, le nuove sfide che attendono l'Europa di fronte ad un mondo sempre più complesso e desideroso di pace, di sicurezza, di benessere. I problemi di oggi non conoscono frontiere; le società sono sempre più interdipendenti; le culture si confrontano; nuove economie emergono prepotentemente; i mercati si aprono; nuovi flussi migratori si affacciano nei nostri Paesi; scienza e tecnologia indicano più ambiziosi traguardi, ma pongono anche seri interrogativi etici che investono la sfera più profonda della persona umana.

Ella ha giustamente evocato, Signor Presidente, l'appuntamento della celebrazione, l'anno prossimo, del 50° anniversario dei Trattati di Roma. Di fronte alle sfide che ho sopra enumerato non esiste alternativa al rilancio della costruzione europea. Francia e Italia debbono continuare ad essere parti attive di tale straordinario progetto.

Dobbiamo, Francia e Italia, attingere alla saggezza del nostro comune passato, per individuare risposte nuove per una società che continui ad essere giusta, aperta e solidale anche nel nuovo contesto internazionale. Insieme, abbiamo saputo realizzare la pacificazione e riunificazione del continente, dando vita a processi di integrazione economica e sociale sempre più avanzati, come il mercato interno, la moneta unica e uno spazio comune di libertà e giustizia. Insieme, ci siamo a lungo battuti per far emergere la personalità dell'Unione Europea come soggetto responsabile, visibile, influente della Comunità Internazionale. Insieme, solo poche settimane or sono, abbiamo dato esempio di determinazione ed impegno nel predisporre e sostanziare un contributo europeo senza precedenti ad una iniziativa di pace delle Nazioni Unite nel tormentato Medio Oriente.

In Libano, Francia e Italia non difendono solo una fragile tregua. Esse difendono il ruolo e la legittimità delle Nazioni Unite; rilanciano il metodo politico per la soluzione delle controversie internazionali; pongono l'Europa al centro di tale processo e ridanno speranza a popoli troppo a lungo tormentati dalla guerra e dalla violenza. La Francia e l'Italia hanno dimostrato in questa circostanza che il dialogo può prevalere sull'uso della forza. Sono lieto di constatare che i nostri governi hanno operato in piena armonia e con grande efficacia.

Signor Presidente, Con questi auspici, desidero rinnovare a Lei, ai Suoi onorevoli colleghi, ai membri del governo francese ed agli illustri ospiti qui presenti, i miei sentimenti di profonda amicizia e l'augurio di buon lavoro nell'interesse del popolo francese, dei rapporti tra i nostri due Paesi e della costruzione di una Europa più forte, più coesa, più autorevole, al servizio dei suoi cittadini ed in grado di contribuire con sempre maggiore efficacia alla causa della pace.