Palazzo del Quirinale 16/10/2006

Brindisi del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al Pranzo di Stato in onore del Presidente della Repubblica del Ghana, John Agyekum Kufuor

 

BRINDISI DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
GIORGIO NAPOLITANO
 AL PRANZO DI STATO IN ONORE DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DEL GHANA,
JOHN AGYEKUM KUFUOR

Palazzo del Quirinale, 16 ottobre 2006

 

Signor Presidente della Repubblica del Ghana,
Signore e Signori,

Sono lieto di riceverLa al Quirinale, insieme ai membri del Governo e ai delegati che L'accompagnano.
La Sua visita di Stato è motivo di grande soddisfazione per l'Italia: conferma lo spessore del rapporto tra i nostri Paesi e il reciproco interesse ad arricchire e approfondire ulteriormente il dialogo e la cooperazione in campo politico, economico e culturale.

Nel 1957, il Suo Paese fu il primo, nell'Africa subsahariana, a sottrarsi al dominio coloniale, suscitando grande emozione tra i popoli del continente e mettendo in moto un processo che sarebbe divenuto in breve tempo inarrestabile.
Sono passati quasi cinquant'anni da quegli eventi e nuovamente il Ghana si è trasformato in un modello cui le nazioni africane guardano con ammirazione. Come Ella ha affermato nel Suo discorso alle Nazioni Unite, lo scorso settembre, il popolo ghanese è riuscito a creare "una società equa, libera e stabile, nella quale ogni individuo può sviluppare pienamente il suo potenziale". Ha dimostrato con i fatti che il pluralismo politico, la libertà di espressione, il primato del diritto non sono parole vuote ma i pilastri su cui - in Africa come ovunque - poggia la convivenza civile.
Tutto questo non è passato inosservato. La comunità internazionale ha in vari modi riconosciuto, nel corso degli anni, gli sforzi compiuti dal Suo Paese per consolidare la democrazia e il suo costante impegno la soluzione dei conflitti regionali. Non a caso le Nazioni Unite sono state guidate, per dieci anni, da un illustre cittadino ghanese, il Segretario Generale Kofi Annan, cui va il mio cordiale saluto. Non a caso il Ghana è stato eletto tra i membri non permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'ONU per il biennio 2006-2007. Non a caso, infine, è stato scelto per far parte della nuova Peacebuilding Commission, chiamata a prendersi cura dei Paesi che emergono da situazioni di conflitto.

Queste qualità fanno del Ghana un partner naturale dell'Italia, che è stata anch'essa eletta, proprio oggi, membro del Consiglio di Sicurezza per i prossimi due anni, e guarda con grandi aspettative ad una stretta collaborazione con il Suo paese in questo essenziale foro decisionale. La comunanza di valori si traduce in un impegno comune a favore della pace, non solo in Africa ma anche in altre zone del pianeta, come il Libano, dove i nostri militari operano fianco a fianco.

Signor Presidente,

ogni incontro con un Capo di Stato africano costituisce per me l'occasione per riflettere sul vincolo e sull'impegno profondo che lega l'Italia alle popolazioni africane e a questo grande continente, diviso dall'Europa da uno stretto braccio di mare.
Il Mediterraneo è sempre stato uno spazio aperto, un luogo d'incontro, di scambi economici, di contatti umani, di arricchimento reciproco. Il popolo italiano è consapevole della nostra storica interdipendenza; sa che dalla stabilità politica e dallo sviluppo economico e civile dei Paesi del continente africano derivano conseguenze molto rilevanti per l'Italia e più in generale per l'Europa.
L'Europa, deve costituire con l'Africa - nel suo stesso interesse - un partenariato forte e duraturo. Sono fermamente convinto che nel mondo di oggi non esistano isole felici: per non ripetere gli errori del passato, occorre capire che i problemi dell'Africa sono i nostri problemi; le sue difficoltà sono le nostre difficoltà. Conflitti etnici e religiosi, povertà e sottosviluppo si traducono inevitabilmente in terrorismo, intolleranza, distruzione di preziose risorse naturali, flussi migratori incontrollati.
Per questo siamo decisi ad offrire il nostro contributo alla battaglia per vincere la povertà e il sottosviluppo in Africa, alla lotta contro le malattie, che mietono centinaia di migliaia di vittime, e nelle operazioni per assicurare stabilità e sicurezza, senza le quali non può esservi progresso economico e civile. Per questo partecipiamo alle iniziative di cancellazione del debito, che liberano risorse preziose da dedicare allo sviluppo, e siamo presenti con migliaia di volontari in tutto il territorio africano, al fianco delle popolazioni bisognose.
L'Italia sostiene con convinzione le nuove istituzioni africane, espressione della volontà di riscatto del continente: con il Nuovo Partenariato per lo Sviluppo dell'Africa, i popoli africani si sono impegnati a realizzare essi stessi la democrazia, il buon governo, la tutela dei diritti dell'individuo e delle minoranze, nel quadro di un solido partenariato con il mondo industrializzato; con la creazione dell'Unione Africana, hanno scelto la cooperazione e l'integrazione regionale, attraverso la graduale messa in comune di risorse e sovranità.
E' un percorso non dissimile da quello compiuto non molto tempo fa da noi Europei, che ci ha consentito di superare rivalità secolari in nome di una duratura e prospera unione.

Signor Presidente,

sono convinto che la cooperazione tra il Ghana e l'Italia sia destinata a rafforzarsi, non solo nell'ambito multilaterale ma anche sul piano bilaterale. Vi sono tutti i presupposti: il sempre più intenso dialogo politico, il crescente interesse delle nostre imprese per le opportunità di commercio e investimento offerte dal Ghana.
Mi auguro inoltre che si moltiplichino le occasioni per far conoscere meglio al pubblico italiano le espressioni artistiche e culturali del Suo Paese, manifestazioni della varietà e della ricchezza della composita e multietnica società ghanese, le cui molte diversità si armonizzano in un quadro di forte unità nazionale.
La presenza in Italia di una consistente e operosa comunità di Suoi concittadini, che hanno fatto dell'Italia la loro nuova patria, contribuirà a rendere tutto questo possibile e ad unire più strettamente i nostri popoli.

Ghanesi e Italiani hanno passioni comuni, come il calcio. Voglio cogliere quest'occasione per esprimerLe i miei migliori auguri per lo svolgimento della Coppa d'Africa del 2008, che il Ghana ospiterà e per il cui successo, sono sicuro, si adopererà con determinazione a beneficio dello sport e per il prestigio del Suo Paese e di tutto il continente africano.

Signor Presidente,

oggi, grazie alla Sua presenza qui, la nostra amicizia è più solida. E' quindi con grande piacere che levo il calice al Suo benessere personale, alla prosperità del Suo popolo, alla fratellanza dei nostri Paesi.