Torino 26/10/2006

Intervento del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al Campus ITCILO/ONU di Torino

 

INTERVENTO DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
IN OCCASIONE DELLA VISITA AL
CAMPUS ITCILO/ONU DI TORINO

Torino, 26 ottobre 2006

Signor Direttore Esecutivo dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro,
Signor Direttore dello Staff College del Sistema delle Nazioni Unite,
Autorità,
Signore e Signori,

ho accolto con grande piacere l'invito a partecipare, caratterizzando in questo senso la mia prima vista a Torino, alle giornate internazionali dell'ONU, dedicate quest'anno all'abolizione del lavoro forzato, delle forme di sfruttamento e di lavoro irregolare, la cui più perversa radice è oggi il traffico di esseri umani, un fenomeno spaventoso che mai avremo pensato di dover rivivere in questo secolo e che addirittura dà luogo, oggi, cosa senza precedenti in Italia, a indagini della magistratura per il reato di riduzione in schiavitù. Questa cerimonia si svolge in un magnifico Campus internazionale, unico nel suo genere all'interno del sistema delle Nazioni Unite. Esso costituisce uno dei tanti fiori all'occhiello della città di Torino, che con le sue istituzioni accademiche, centri di ricerca e fondazioni sempre più si caratterizza come un punto di riferimento nel mondo della formazione e della conoscenza.

Quando, nel 1965, fu inaugurato il Centro di formazione dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro, il suo obiettivo era chiaro: sviluppare le risorse umane necessarie a favorire il progresso sociale degli Stati membri. Un obiettivo coerente con la missione di quell'Organizzazione, la più antica tra le agenzie specializzate dell'ONU, che ha da sempre posto al centro della sua azione la più nobile tra le attività dell'uomo: il lavoro. Nel corso degli anni, l'impegno del Centro per la promozione del lavoro e della giustizia sociale non è mai venuto meno. La sua azione si è ampliata, adattandosi all'evoluzione del quadro internazionale e alle esigenze di un mondo sempre più interdipendente. L'attenzione si è spostata sui bisogni di quella larga parte della popolazione mondiale per la quale il benessere è rimasto un distante miraggio. Fenomeni come la povertà e l'esclusione sociale, i flussi migratori, il traffico di esseri umani, la preservazione e l'utilizzo razionale delle risorse naturali sono entrati a far parte dei temi su cui i corsi di formazione si concentrano. L'approccio interdisciplinare si è ulteriormente rafforzato con il trasferimento a Torino della sede dell'Istituto Interregionale di Ricerca delle Nazione Unite sul Crimine e la Giustizia (UNICRI), nel 2000, e con la istituzione, sempre all'interno del Campus, dello Staff College del Sistema delle Nazioni Unite. Questi sviluppi sottolineano il ciclo di espansione, quantitativa e qualitativa, delle attività del centro torinese, caratterizzato non solo da un continuo aumento dei beneficiari dei programmi, ma anche da un fiorire di accordi con altri organismi internazionali - tra i quali menziono per brevità solo la Banca Mondiale e la Commissione Europea - e dal radicamento sul territorio attraverso collaborazioni con l'Università di Torino, il Politecnico, la Fondazione Europea per la Formazione. Sono anche sviluppi che vanno in una direzione fortemente auspicata dall'Italia. La formazione è un'attività essenziale, che valorizza la più preziosa di tutte le risorse: la persona umana e le sue infinite capacità. Per questo l'Italia crede fermamente nella missione del Campus di Torino, che della formazione ha fatto la sua ragion d'essere. Ne siamo i principali finanziatori e ci auguriamo che esso diventi il punto di riferimento di tutti i programmi di formazione dell'ONU.

Signore e Signori,

è una fortunata coincidenza che questa visita avvenga a pochi giorni dall'elezione dell'Italia a membro non permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per il biennio 2007-2008. E' il coronamento degli sforzi tenacemente dispiegati dalla nostra diplomazia sotto la guida dei governi che si sono succeduti. E' il riconoscimento, di cui prendiamo atto con orgoglio, del ruolo svolto dall'Italia nell'ambito delle Nazioni Unite sin da quando, nel 1955, fu ammessa a farne parte. Un ruolo che si è sempre basato sul convincimento che l'ONU, insieme alla rete di istituzioni finanziarie, agenzie specializzate ed organizzazioni regionali che ad esso fanno riferimento, costituisca lo strumento essenziale per la costruzione di una società internazionale fondata sulla legalità e la solidarietà.

Il moltiplicarsi di focolai di crisi, il persistere di drammatici squilibri nei livelli di sviluppo del pianeta, l'incombere di emergenze ambientali transnazionali ci rafforzano in questa convinzione: in momenti di grande turbolenza e di perduranti incertezze, è inevitabilmente alle Nazioni Unite che la comunità internazionale si rivolge per cercare soluzioni condivise. A chi parla di tramonto del sistema multilaterale, è sufficiente opporre alcuni dati: sono in corso, in questo momento, 18 operazioni di mantenimento della pace a guida ONU, che impiegano 93.000 uomini. Con il completamento nei prossimi mesi dell'espansione di UNIFIL in Libano e il possibile lancio di un'operazione in Darfur, il totale potrebbe presto sfiorare i 140.000 uomini. Al tempo stesso, l'Organizzazione si adopera per alleviare le dure condizioni di vita delle centinaia di milioni di poveri del pianeta, che spesso dipendono per la loro sopravvivenza dai programmi gestiti dalle sue agenzie specializzate. Con la Dichiarazione del Millennio, le Nazioni Unite si sono di fatto impegnate a correggere gli effetti perversi della globalizzazione e padroneggiarne le potenzialità, nel tentativo senza precedenti di sradicare del tutto gli antichi flagelli della fame, della miseria e delle malattie.

Di fronte a queste sfide, l'Italia non si è tirata indietro. E' il sesto contribuente al bilancio ordinario dell'ONU; partecipa alle operazioni di mantenimento della pace sotto l'egida dell'ONU con circa 10.000 uomini, di cui quasi 3.000 caschi blu; convoglia attraverso le agenzie e i programmi dell'ONU buona parte delle risorse destinate alla cooperazione allo sviluppo.

Un aspetto meno evidente, tuttavia, sul quale voglio attirare l'attenzione, è che in misura sempre maggiore l'Italia sta diventando una sede strategica delle Nazioni Unite, che sul nostro territorio hanno costituito basi operative specializzate nei vari settori di attività. A Brindisi ha sede la Base Logistica delle Nazioni Unite, struttura da cui dipende l'organizzazione logistica delle operazioni di peacekeeping che l'ONU conduce nelle diverse regioni del mondo. La base è stata recentemente ampliata e potrebbe in futuro ospitare la nuova Forza di Polizia Permanente dell'ONU. A Brindisi ha sede anche il principale deposito del Programma Alimentare Mondiale, utilizzato per distribuire aiuti umanitari di emergenza nelle aree di crisi. Roma ospita il polo agro-alimentare delle Nazioni Unite, composto da organizzazioni - la FAO, il Programma Alimentare Mondiale e l'IFAD - che si battono in prima linea per assicurare la sicurezza alimentare e lo sviluppo sostenibile nelle zone più disagiate del globo. A Trieste, all'interno di un grande polo scientifico e tecnologico, le Nazioni Unite sono presenti con prestigiosi istituti di ricerca tra cui menziono in particolare: il Centro Internazionale di Fisica Teorica, creato sotto gli auspici dell'UNESCO; il Centro Internazionale di Ingegneria Genetica e Biotecnologia, promosso dall'UNIDO. Sono istituti che hanno come obiettivo principale il trasferimento di tecnologia e la formazione di scienziati provenienti dai Paesi in via di sviluppo.

Torino, con il suo Campus internazionale - e con i suoi altri centri di formazione, nati anche per iniziativa del volontariato, come il Centro UNESCO - non è dunque un caso isolato; è una delle principali maglie della rete sparsa sul territorio italiano, che fa del nostro Paese un elemento centrale nelle attività dell'ONU.

Signore e Signori,

entrando a far parte per la sesta volta del Consiglio di Sicurezza, l'Italia si prepara a far sentire maggiormente la sua presenza - e la voce dell'Europa - alle Nazioni Unite, con l'intento di contribuire a confermare la validità dell'approccio multilaterale e a valorizzare il ruolo dell'ONU come garante della legalità internazionale. In questa ottica, si adopererà affinché venga completato il processo di riforma e rinnovamento avviato al Vertice di New York, con l'obiettivo di dotare l'Organizzazione della rappresentatività e dell'efficacia necessarie a far fronte con successo alle sempre più complesse sfide globali. A questo fine l'Italia intende collaborare strettamente con il nuovo Segretario Generale, al quale rivolgo i migliori auguri per il difficile e impegnativo compito che lo attende, così come desidero indirizzare un cordiale ringraziamento e saluto al Segretario Generale Kofi Annan per la passione e l'energia con cui per un decennio ha guidato l'Organizzazione.

Infine, ci auguriamo che le Nazioni Unite consolidino ulteriormente la loro presenza nel nostro Paese. E' con questo auspicio che rivolgo a tutti voi un caloroso augurio di buon lavoro e di proficuo apprendimento: che l'esperienza compiuta a Torino possa tornarvi utile nel vostro percorso umano e professionale e vi spinga, un giorno, a tornare in Italia. Sarete sempre i benvenuti.