INTERVENTO NEL CORSO DELLA VISITA
ALLA DUCATI MOTO
Bologna, 16 marzo 2007
Come sapete avrei dovuto venire qui circa un mese fa. Poi, sono stato richiamato a Roma dalle vicende sempre abbastanza complicate della politica italiana. Non ho rinviato la mia visita per arrivare qui dopo la vostra vittoria nella gara in Qatar, ma sono contento di questa coincidenza.
La vostra è una realtà magnifica. Ho ascoltato dai vostri dirigenti delle cifre impressionanti: sulla crescita della Ducati, su quanto lavoro la Ducati crea nell'indotto, oltre ad avere sensibilmente aumentato il numero dei dipendenti in fabbrica. Ho sentito dei successi sul mercato internazionale. Ora, può anche darsi che quando io vado in giro per l'Italia sia condotto nei luoghi in cui le cose vanno meglio, in cui c'è davvero un guadagno di posizioni, una crescita di risultati. Però, se anche mi trovo a visitare in particolare dei punti di eccellenza, in definitiva se ne può trarre un insegnamento: è di qui, è da questi luoghi di straordinario successo che bisognerebbe riuscire a trasmettere impulsi a tutto il sistema economico, a tutto il sistema-paese. Un esempio come quello della Ducati può diventare punto di riferimento per puntare su una maggiore competitività, su un maggiore dinamismo dell'industria e dell'economia italiana nel suo complesso.
Sono stato anche molto colpito dai diagrammi che mi sono stati mostrati sui risultati ottenuti per quel che riguarda la sicurezza sul lavoro. È un tema su cui ho dovuto intervenire in questi mesi più volte, perché, purtroppo, è un problema terribilmente aperto e doloroso del nostro Paese. Abbiamo una incidenza degli infortuni sul lavoro che ha raggiunto dei limiti davvero intollerabili, e spero che anche in questo senso l'esempio della Ducati possa servire, perché non solo occorrono leggi e controlli da parte dello Stato, ma occorre anche un impegno nelle imprese: un impegno di chi dirige le imprese, e un impegno dei lavoratori e dei loro rappresentanti.
Infine, qualche parola su di voi. Mi ha fatto molto piacere incontrare coloro che hanno garantito con la loro funzione dirigente la crescita della Ducati, ma sono molto contento di avere incontrato voi. Intanto, è un elemento di orgoglio emiliano: la Ducati è tecnologia, si diceva, "made in Borgo Panigale". Ma mi ha fatto piacere sentire molti accenti meridionali, in questa fabbrica: non siete tutti emiliani! Così come mi ha fatto piacere vedere anche il volto di qualche straniero immigrato così bene integrato nella fabbrica e nella città.
Ora debbo concludere, perché - come mi è capitato di dire già ieri sera - ormai da un po'di tempo sono disabituato alle manifestazioni di massa e ai comizi. Però voi sapete che la realtà del lavoro operaio, con i suoi problemi, e anche - diciamo - nella sua configurazione umana, ha rappresentato una parte importante della mia vita. E non lo dimentico.