Palermo 15/06/2007

Intervento del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, con le Associazioni antimafia nel Giardino della Memoria

INTERVENTO DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
GIORGIO NAPOLITANO
CON LE ASSOCIAZIONI ANTIMAFIA
NEL GIARDINO DELLA MEMORIA

PALERMO, 15 GIUGNO 2007

Solo brevi parole di omaggio e di impegno, signor Sindaco, autorità, rappresentanti di tutte le associazioni che hanno promosso questo incontro, familiari ed amici dei caduti.
Dopo aver partecipato, ieri sera, ad una celebrazione non acritica dei 60 anni dell'Assemblea Regionale Siciliana, non potevo non essere qui questa mattina. Perché il cammino dell'autonomia siciliana è stato segnato da momenti durissimi di lotta, da eventi sconvolgenti, da delitti efferati nei quali sono rimasti vittime servitori dello Stato, illustri e umilissimi, innanzitutto Magistrati, tra i più degni che la storia della Magistratura abbia conosciuto, appartenenti alle Forze dell'Ordine, uomini politici, amministratori, giornalisti e cronisti.
Vorrei raccogliere, innanzitutto, la sollecitazione al massimo impegno per la ricerca della verità: bisogna far luce su tutte le vicende sulle quali piena luce non è stata fatta.
E vorrei raccogliere anche la sollecitazione ad un impegno per coltivare e trasmettere la memoria. Vedete, la memoria storica per i meno giovani tra noi è anche ricordo personale. Per me, è il ricordo del giorno in cui mi raggiunse, lontano dall'Italia, la notizia dell'assassinio di Pio La Torre. È il ricordo del giorno in cui mi fu comunicata, con la voce rotta dall'emozione, da un caro amico, la notizia dell'agguato di Capaci in cui era stato barbaramente ucciso Giovanni Falcone. Ma per i più giovani la memoria è qualcosa che deve essere appresa, e tocca a noi, tocca a tutti voi, tocca alle associazioni che sono qui così impegnate, trasmettere questa memoria. Anche perché coltivare la memoria storica, e apprenderla, significa avere consapevolezza di quel che l'Italia è stata, di come si sia fatta, di come ancora è oggi.
Vorrei ricordare, proprio pensando alla terribile teoria di stragi e di crimini, che oggi qui richiamiamo, quel che scrisse un grande uomo di cultura, di altissimo sentire civile, Norberto Bobbio: "L'Italia è anche un paese tragico".
Ebbene, credo che dobbiamo rinnovare nei più giovani questa consapevolezza, insieme all'impegno a portare avanti battaglie che hanno anche ottenuto dei grandi successi, degli storici successi, in particolare nella lotta contro la mafia.
Ho di recente creduto di dover intervenire, nel modo più corretto, perché ci fosse una decisione del Parlamento per una giornata in memoria delle vittime del terrorismo. Ma vorrei accomunare nello stesso omaggio, nello stesso sentimento di riconoscenza, le vittime dello stragismo, della mafia, del terrorismo, perché si tratta di persone tutte cadute per la libertà, per la democrazia, per la legalità repubblicana.
Noi sappiamo - voi sapete meglio di me, qui in Sicilia - che lottare contro la mafia significa lottare per garantire un avvenire di giustizia, di sviluppo, di progresso a questa regione e a tutta l'Italia. E sono sicuro che riusciremo tutti noi insieme a fare la nostra parte. Lo voglio dire proprio in questo giardino della memoria, che è un luogo simbolo dei colpi inferti alla mafia: anche se tanti colpi sono stati subìti, dei colpi sono stati inferti. Sono state create le condizioni per uno sviluppo ulteriore della battaglia coronato da sempre maggiori successi.
Ancora un saluto affettuoso a voi tutti.