Colfiorito 26/09/2007

Intervento del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a Colfiorito per il decennale del terremoto


INTERVENTO DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
GIORGIO NAPOLITANO
A COLFIORITO PER IL DECENNALE
DEL TERREMOTO

COLFIORITO, 26 SETTEMBRE 2007


Autorità, cittadini, sono qui per esprimere a voi tutti la vicinanza, la solidarietà e il plauso delle Istituzioni della Repubblica.
Vicinanza innanzitutto, nel ricordo anche personale di quei giorni tragici, del dolore dei tanti che hanno visto i loro paesi colpiti, le loro case distrutte e hanno avvertito nel profondo l'incubo dello sradicamento: giorni di angosciosa incertezza per l'immediato futuro, sia per il domani delle loro condizioni di esistenza, sia per l'esito conclusivo di uno sforzo di ricostruzione dei loro paesi e della loro precedente esistenza collettiva.
Credo che si debba oggi, ancora una volta, rendere - lo faccio con profondo sentimento - omaggio alle vittime del terremoto di 10 anni fa. E un omaggio a tutti coloro che hanno sofferto, e sono stati tanti: li abbiamo visti soffrire nei container, poi nelle prime sistemazioni nell'attesa e nella volontà del ritorno. Si tratta quindi di rendere omaggio al loro spirito di sacrificio che è stato grande, è stato decisivo per la resurrezione di queste zone delle Marche e dell'Umbria così duramente ferite.
Nello stesso tempo, vorrei rivolgere il più vivo riconoscimento a tutti. La Presidente della Regione Umbria ha fatto l'elenco dei tanti soggetti che sono stati protagonisti dell'emergenza e della ricostruzione: le istituzioni regionali, provinciali e locali, i sindaci, gli amministratori, i tecnici, i Funzionari pubblici, le organizzazioni più vicine al mondo cattolico e alla Chiesa, il sistema della Protezione Civile. Noi abbiamo salutato - e lo faccio volentieri anche io - Franco Barberi, che da Sottosegretario agli Interni si impegnò giorno e notte in quell'opera difficile, e Guido Bertolaso che gli è succeduto nello stesso importante sforzo ed incarico.
Vorrei dire, molto brevemente, che questa esperienza ci ha fatto intendere meglio quale sia la ricchezza del nostro paese, del suo patrimonio storico ed artistico, a cominciare da quella meraviglia, da quel "miracolo" che è la Basilica di Assisi: un patrimonio che non abbiamo mai tanto amato come quando lo abbiamo visto così terribilmente ferito, e dubitato che si potesse restituirlo in tutta la sua bellezza.
Nello stesso tempo, è stata un'esperienza che ci ha fatto intendere quanto grandi siano le risorse umane e morali di cui l'Italia dispone e che allora si sono manifestate in una straordinaria volontà di tener duro, di resistere, di ricostruire. E si sono manifestate anche con la magnifica realtà e presenza del volontariato: non ricordo quali furono le prime Associazioni che incontrai venendo qui 10 anni fa, forse furono le Misericordie, ben presto l'Associazione degli Alpini. Sono un tesoro di cui noi, per fortuna, disponiamo.
Infine, vorrei dire che questa esperienza ci ha anche fatto intendere meglio - e in questo momento è importante sottolinearlo - quale forza possono avere le istituzioni rappresentative, le istituzioni democratiche: quale ruolo insostituibile spetti loro e quale forza possano avere quando sanno essere a fianco delle popolazioni, dei cittadini, e quando tra esse e i cittadini si realizza una sintonia, un impegno congiunto.
Quell'impegno congiunto è stato la chiave decisiva del successo in questi lunghi 10 anni. Penso che i risultati ottenuti, che sono stati straordinari - dobbiamo dirlo anche senza ignorarne, naturalmente, la fatica e le ombre - sono stati ottenuti anche attraverso una dialettica vivace, attraverso un confronto tra opinioni diverse, soprattutto in seno alle assemblee elettive. Sono risultati che, mi auguro, siano sentiti da tutti come motivo di vanto, come motivo di orgoglio.
Sono qui per dire un grazie a tutti, per incitarvi tutti a risolvere i problemi che ancora sono da risolvere, e, soprattutto, a lavorare per assicurare uno sviluppo e costruire un futuro migliore per le vostre realtà, per le Marche, per l'Umbria, per questi meravigliosi vostri paesi che oggi rivisitiamo ricostruiti e tornati a vita.