Pisa 10/10/2007

Intervento del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano alla Scuola Superiore Sant'Anna




INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
GIORGIO NAPOLITANO
ALLA SCUOLA DI STUDI SUPERIORI SANT'ANNA



Pisa, 10 ottobre 2007


Il breve ma caloroso saluto che rivolgo alla Scuola Sant'Anna in occasione del ventennale della sua fondazione, nasce dalla convinzione che si sia compiuta qui - come nella Scuola Normale, nel rapporto essenziale di entrambe con l'Università di Pisa - un'esperienza da assumere come esempio nella ricerca di soluzioni valide per problemi di fondo del nostro paese, quale quello di un balzo in avanti sul terreno della ricerca e dell'alta formazione.
Problemi che sarebbe salutare veder richiamati nel dibattito pubblico nel momento in cui esso tende a concentrarsi in modo esclusivo e ossessivo sui temi della politica e dello scontro politico.
Guai a perdere il collegamento con le ansie di vita e di futuro dei cittadini, delle famiglie, dei giovani, e con le esigenze oggettive cui deve rispondere, nel mondo d'oggi, l'organizzazione della società italiana. E' solo questo collegamento che può evitare il rischio di un discorso politico ripiegato su se stesso, fatalmente strumentale e sostanzialmente infecondo.
Ora, non c'è bisogno di sottolineare come tra queste esigenze si ponga in primo piano quella del superamento dei limiti e delle criticità del nostro sistema educativo e in particolare universitario : limiti e criticità che pesano gravemente nel confronto con i sistemi più moderni e competitivi di numerosi partners europei dell'Italia.
Nel recente "libro verde sulla spesa pubblica", preparato dalla Commissione tecnica cui presiede il professor Muraro, si è tracciato un bilancio nello stesso tempo equilibrato e severo di un quindicennio di cambiamenti nell'Università italiana. Nelle conclusioni, assai puntuali, e quindi nelle indicazioni per un "nuovo patto" tra governo e Università, emerge la sollecitazione ad assumere decisamente l'obbiettivo di "premiare gli atenei con i risultati migliori sul piano della ricerca e della didattica, di promuovere l'eccellenza e valorizzare i centri di eccellenza".
E quale miglior modello di "centri di eccellenza" di quello pisano, e specificamente del Sant'Anna? Si tratta in effetti di un modello educativo e formativo che ha fatto dell'uguaglianza delle opportunità e del primato del merito la sua ragione costitutiva e la sua regola di funzionamento. Non si apprezzerà mai abbastanza il fatto che nella vostra Scuola possano affluire i migliori licenziati provenienti da tutte le regioni italiane e da tutti i ceti sociali, ottenendo i sostegni necessari perché i capaci e i meritevoli, come dice la Costituzione, riescano a proseguire gli studi fino ai più alti livelli.
Diffondere nell'intero sistema universitario le linee guida della vostra esperienza, accompagnando garanzie adeguate di finanziamento pubblico con meccanismi di valutazione e selezione finalizzati a un uso rigoroso ed efficiente delle risorse, richiede - secondo il documento, che ho prima citato, della Commissione tecnica per la spesa pubblica - interventi di medio-lungo termine. Il nuovo Patto con le Università dovrebbe dunque avere per soggetto non il solo governo in carica, ma di certo più di uno : qualsiasi governo, cioè, scaturisca da una dialettica di alternanza nella guida del paese mostrandosi consapevole dell'esigenza di continuità di alcune politiche essenziali per il nostro comune futuro nazionale. Tra esse la politica della ricerca e dell'alta formazione : lo credo fermamente, e auspico che se ne possa discutere con quel senso dell'interesse generale oggi così poco avvertibile, purtroppo, nelle contrapposizioni della politica e nelle ondate dell'antipolitica.
Pisa, la Normale, il Sant'Anna sono state fucine anche di questo senso dell'interesse generale, e a queste scuole mi sento personalmente legato proprio per tale motivo, oltre che per il rapporto costruito in lunghi anni di frequentazione e amicizia con vostri allievi eminenti e con quel normalista umanista divenuto sapiente servitore dello Stato, mio predecessore nella suprema magistratura della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi.