Napoli 23/10/2007

Intervento del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano all'Incontro Internazionale per la Pace.

 

INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ALL'INCONTRO INTERNAZIONALE PER LA PACE

Napoli, 23 ottobre 2007

Rivolgo il più cordiale saluto agli illustri rappresentanti delle Chiese cristiane e delle grandi Religioni mondiali convenuti a Napoli, a tutte le personalità partecipanti, agli amici della Comunità di Sant’Egidio. E con particolare affetto dedico le mie parole a voi napoletani: vi sento sempre vicini, e vi sono sempre vicino, nei momenti migliori e nei giorni difficili. E oggi viviamo, in questa bella piazza, anche a me molto cara, un momento luminoso, che ha avuto inizio con la visita pastorale del Papa Benedetto XVI.
 
L’anno scorso partecipai ad Assisi a questo ormai tradizionale Incontro Internazionale per la Pace, e il cardinale Sepe mi diede da allora appuntamento a Napoli per la stessa Giornata di dialogo interreligioso. Non potevo mancare, e sono qui innanzitutto per raccogliere un messaggio che deve impegnarci tutti, qualunque sia la fede e la condizione sociale di ciascuno, qualunque sia la funzione di responsabilità che alcuni di noi assolvono.
 
L’incontro, il dialogo, senza oscurare le proprie convinzioni, ma tendendo alla comprensione reciproca e all’avvicinamento: questa è la sola strada per convivere nella pace, per prevenire e risolvere i conflitti. Ed è la strada opposta a quella della chiusura nelle proprie certezze, dell’intolleranza, della violenza.
 
Dialogo tra le religioni, dialogo tra le culture, come dice il tema dell’Incontro che ora si conclude. Lo spirito di Assisi – ha affermato con forza il Pontefice – si oppone all’abuso della religione quale pretesto per la violenza. Egli ha così collegato idealmente il suo saluto all’iniziativa della Comunità di Sant’Egidio con il discorso che da questa piazza ha rivolto domenica ai napoletani, nella comprensione delle realtà difficili e complesse in cui voi vivete, e nella convinzione che sia proprio il triste fenomeno della violenza, in tutte le sue forme, della violenza che si fa mentalità diffusa, il male più grave da debellare.
 
Ho colto nelle sue parole un comune sentire, che permette anche a me di vedere qui  il seme della speranza per la città, così come il seme della speranza, la forza del dialogo per la pace nel mondo, a cominciare dalla pace tra israeliani e palestinesi, una causa che tanto ci preme e che proprio ieri qui è stata concretamente invocata.
 
E allora un grazie di cuore alla Comunità di Sant’Egidio, all’Arcidiocesi di Napoli, a tutte le istituzioni che ne hanno sorretto l’impegno.
 
Un grazie a voi napoletani per la vostra partecipazione, e un forte augurio per il superamento delle prove che vi attendono.