VISITA DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
GIORGIO NAPOLITANO
A BERLINO
BREVE INCONTRO CON I GIORNALISTI
27 NOVEMBRE 2007
Con il colloquio con la Signora Merkel - dopo aver precedentemente incontrato il Presidente Köhler - ho concluso questa rapida visita a Berlino che ha avuto come solo segno la constatazione e la conferma di una profonda vicinanza di posizioni ideali e politiche. Non mi riferisco, naturalmente, all'aspetto pur molto importante delle relazioni bilaterali, che è stato approfondito in concreto nel recente vertice tra i due governi, ma al comune impegno europeo, a una vicinanza e comunanza di posizioni che affonda le radici in una storia di decenni.
L'Italia e la Germania sono sempre state in prima linea nella costruzione dell'Europa comunitaria, poi dell'Unione via via a quindici e a venticinque, ora a ventisette; e si sono impegnate ininterrottamente anche a favore dell'integrazione politica. Hanno collaborato per superare l'impasse istituzionale determinata dalla mancata ratifica, da parte di diversi paesi, del Trattato Costituzionale.
Si è usciti da quella condizione di stallo, e ora si guarda avanti, ci si impegna a portare in modo coerente a conclusioni pratiche alcuni grandi impegni di nuove politiche europee come quella dell'energia e del clima, come quella dello spazio di libertà, di sicurezza e giustizia, e dunque dell'immigrazione, e, soprattutto, come quella di una politica estera di sicurezza e di difesa comune.
Nel colloquio con la Signora Cancelliere abbiamo riscontrato piena unità di vedute e di intenti anche su come si debbano disegnare le nuove figure istituzionali previste dal Trattato: in particolare, la figura dell'Alto Rappresentante per gli affari della politica estera e di sicurezza (anche se non si chiamerà, come avevamo auspicato e come era scritto nel Trattato del 2004, Ministro degli Esteri), e la figura del Presidente del Consiglio Europeo, destinata a essere stabile per due anni e mezzo.
Sarà una scelta molto delicata e cruciale per dare credibilità a una delle innovazioni più importanti del Trattato Costituzionale, salvaguardata nel nuovo Trattato di Lisbona (come probabilmente si chiamerà tra pochi giorni, appena sarà stato firmato, il testo ormai definito in sede di Conferenza intergovernativa).
Quindi, lascio Berlino con profonda soddisfazione per questa riaffermata affinità di posizioni, simpatia reciproca, consapevolezza dell'interesse comune. Bisogna lavorare con questo spirito perché sicuramente il Trattato sarà uno degli assi portanti della costruzione europea nel prossimo futuro, dinanzi a sfide molto delicate che ci attendono, a cominciare da quelle più scottanti che sono già all'ordine del giorno delle relazioni internazionali.
Domanda: Fraschetti di Rai 3
Lei ha detto che l'accordo di giugno ha messo fine a due anni di incertezze. Poi ha aggiunto che qualora ci fossero eventuali colpi di coda, sarebbero necessarie decisioni drastiche. A che cosa si riferiva?
Presidente
Non voglio nemmeno prendere in esame questa ipotesi: una mancata ratifica anche da parte di un solo Stato membro - e voi sapete che la ratifica del nuovo Trattato, pur privato dei suoi simboli costituzionali, deve essere unanime - implicherebbe la necessità di decidere come andare avanti. In questo caso, ho accennato a delle strade che possono aprirsi con la presa d'atto di una eventuale persistenza di contrasti circa la stessa concezione del progetto europeo. Ma per il momento non mettiamo il carro davanti ai buoi. Per il momento auspichiamo che ci sia una rapida ratifica da parte di tutti, possibilmente anche una ratifica contemporanea, contestuale in un certo numero di paesi: quelli che sono più convinti e più decisi.
Domanda: Trabalza del GR
Lei, prima di venire in Germania, a un autorevole giornale tedesco ha espresso ammirazione per il modo di fare politica in Germania. Crede che possiamo prendere indicazioni dalla Germania per un diverso modo di far politica?
Presidente
Ho detto che effettivamente qui in Germania c'è un clima di rispetto reciproco anche tra gli opposti schieramenti politici e mi pare che questo sia qualcosa di importante. Sarebbe bene che anche in Italia si riuscisse a creare un clima che, nel massimo rispetto delle diversità e di una libera dialettica tra le forze politiche, garantisca dialogo, e quando sono necessarie garantisca convergenze. Insomma, possibilità di collaborazione nell'interesse generale del paese.