Milano 05/12/2007

Intervento del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, alla Fiera di Milano


INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
GIORGIO NAPOLITANO
ALLA FIERA DI MILANO

(Milano, 5 dicembre 2007)

Nell'invito che mi è stato rivolto dalle istituzioni milanesi e lombarde, nel programma di visite e incontri che mi è stato proposto e che proprio di qui prende ora l'avvio, nel richiamo (presente anche negli interventi che abbiamo finora ascoltato) a luoghi e a fatti tra i più rappresentativi del dinamismo innovativo di Milano e della Lombardia, ho colto il senso di una consapevole e orgogliosa appartenenza alla comunità nazionale. Milano, la Lombardia conta non solo per quel che garantisce a se stessa, ma per quel che offre all'Italia. Risultati importanti anche sul piano europeo, realizzazioni ed impulsi che possono valere per tutto il paese, sollecitazioni e proposte relative a problemi con cui l'Italia nel suo insieme è chiamata a confrontarsi : questa è l'ottica in cui mi sembra giusto collocare l'osservazione della realtà e delle esperienze di Milano e della Lombardia e garantirvi l'attenzione che vi è dovuta da quanti hanno responsabilità istituzionali, politiche, di governo al livello nazionale.
Anche negli interventi che qui si sono succeduti ho trovato concrete ragioni di conferma nella convinzione che, come nello sviluppo storico dell'Italia unita, e ancor prima - in quella grande stagione sette-ottocentesca rievocata poc'anzi dal Rettore De Cleva -, ora più che mai la vostra città e la vostra regione rappresentano un punto di riferimento e una leva di fondamentale importanza per la vita e il progresso della nazione. Determinante è non solo il vostro peso nell'attività industriale, finanziaria ed economica italiana, ma la spinta propulsiva che esercitate per affrontare con spirito aperto e coraggio creativo le sfide cui è legato il futuro dell'Italia e dell'Europa in un mondo che si va profondamente trasformando.
Parlo delle sfide del processo di globalizzazione, del rilancio dell'Europa come soggetto politico e attore globale, della modernizzazione e della coesione del nostro paese. E di fronte a ciò presentano un indubbio interesse e valore positivo i percorsi che si stanno seguendo e i risultati sia pur parziali che qui, come e più che in altre aree e regioni, si stanno realizzando. Milano e la Lombardia sono già attivamente, e non da spettatrici, coinvolte nel processo di globalizzazione, ricavando da una sempre più forte pressione competitiva stimoli per la ristrutturazione delle imprese e per una nuova caratterizzazione del loro sviluppo. Lungi dal subire un destino di de-industrializzazione e di declino, si sono mosse e si muovono verso l'innovazione e l'internazionalizzazione, verso la più stretta, moderna integrazione tra una base industriale rinnovata e competitiva e attività terziarie avanzate. Cospicua è la crescita di molteplici servizi ; esemplari sono le concentrazioni e le proiezioni all'estero in campo bancario ; ricco di potenzialità l'accordo per un rapporto sinergico tra la Borsa di Milano e il London Stock Exchange. Peculiare è l'apporto che allo sviluppo di Milano e della Lombardia viene dalle attività fieristiche, il cui rinnovarsi fisicamente - come lo vediamo qui - è parte di un più generale rinnovamento del tessuto urbanistico e del profilo architettonico della città e della provincia : ed è davvero un segno dei tempi vederlo affidato a progettisti italiani e stranieri che operano su basi transnazionali animando un nuovo movimento di idee e di forme costruttive nelle città del mondo.
Ma non voglio cadere in rappresentazioni idilliache del vostro cammino e dei traguardi raggiunti, su cui il giudizio spetta ai soggetti imprenditoriali, sociali e culturali e alle assemblee rappresentative attraverso un libero confronto democratico. Intendo indicare i motivi di fiducia che è indiscutibilmente possibile trarre dal quadro milanese e lombardo, in uno con i problemi con cui siete tuttora alle prese e che vanno affrontati al livello nazionale, in chiave di sistema Italia.
Questi problemi si chiamano educazione e formazione, si chiamano ricerca e innovazione ; e in questo campo emerge un particolare impegno pubblico e privato di Milano e della Lombardia, grazie in primo luogo a un sistema universitario riccamente articolato e ad affermati centri di eccellenza. I problemi si chiamano infrastrutture, rete di collegamenti stradali, autostradali, ferroviari e aerei, ancora palesemente insufficienti. Si chiamano politiche di solidarietà e di coesione, rivolte al sostegno delle famiglie e dei figli, e all'integrazione di un crescente - e già così cresciuto negli ultimi dieci anni - afflusso di immigrati.
Altrettante politiche regionali e nazionali si richiedono in queste direzioni : impegni e politiche la cui condivisione è essenziale per garantirne la continuità nel medio-lungo periodo. Ed ecco il valore della cooperazione interistituzionale, come quella che in questa regione ci si sforza di realizzare nella diversità delle maggioranze politiche e di governo. Una cooperazione istituzionale che è importante, ad esempio, per superare ostacoli di procedure e di tempi che si oppongono a più rapide ed efficaci decisioni in materia di infrastrutture ; così come è stata importante per giungere ad una scelta rilevante quale la recente fusione tra le aziende municipalizzate per la gestione dell'energia e dei servizi di pubblica utilità di Milano e Brescia. Una cooperazione, dal Comune di Milano al governo nazionale, che si è rivelata decisiva per affermare la candidatura di questa grande città a sede dell'Esposizione Universale nel 2015 ; e mi auguro che grazie a ciò si possa vincere il confronto con altre candidature.
La stessa chiave cooperativa e non conflittuale appare la più consigliabile e può risultare la più produttiva nel confrontarsi con la tematica della sicurezza, nella sua molteplice e più complessa accezione e per l'aspetto cruciale dell'ordine pubblico, del contrasto verso la criminalità, anche quella in cui sconfina l'immigrazione clandestina. Sappiamo quanto sia diffusa questa preoccupazione e fondata questa esigenza, per rispondere alla quale - pur evitando di alimentare psicosi e reazioni indiscriminate - occorre condividere tra l'altro scelte difficili di diversa distribuzione delle risorse disponibili per la spesa pubblica.
Non è solo Milano, non è solo la Lombardia, ma è l'Italia che appare tuttora esposta alle incognite rappresentate da persistenti incertezze e ritardi rispetto alle risposte da dare a questi problemi. Risposte che sul piano istituzionale debbono ancorarsi a quel principio di sussidiarietà che è proprio dell'approccio federalista. E a questo proposito, in una regione come la Lombardia, che ha tra le prime visto emergere forze e istanze federaliste, mi preme ribadire che non può essere eluso il dovere costituzionale dell'attuazione del Titolo V qual è stato riformato, né si può in Parlamento esitare nel portare avanti la legge sul federalismo fiscale. Si darà forza, così, a quel "nuovo regionalismo", come "nuova forma dell'unità nazionale", di cui ci ha parlato il Presidente Formigoni.
Milano, Lombardia, Italia : deve guidarci una visione comune delle responsabilità che solo un impegno unitario può permetterci di assolvere. Lo dico anche nel personale ricordo di quel che questa città e questa provincia hanno significato per me ben prima che ne assumessi la rappresentanza istituzionale come parte integrante della comunità nazionale e ponte ideale, preziosa cerniera tra l'Italia e l'Europa. Parlo di Milano, della sua vitalità democratica, della sua tradizione riformista, della sua modernità civile e culturale, della forza del suo mondo del lavoro e del suo sistema economico. Parlo di una città e di una provincia che sono state crogiuolo di accoglienza e di integrazione, nelle quali potevi e puoi trovare interi paesi della Puglia o della Sicilia integratisi senza scosse, in cui è ancora visibile l'impronta di uomini del Sud divenuti a Milano protagonisti, alla guida di grandi istituzioni finanziarie e culturali. In conclusione, vive qui un patrimonio di storia e di talenti che appartiene a tutta l'Italia e ne costituisce una risorsa fondamentale per guardare insieme con fiducia al futuro.