Atene 23/09/2008

Brindisi del Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, al Pranzo di Stato offerto dal Presidente della Repubblica Ellenica Karolos Papoulias

BRINDISI DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
GIORGIO NAPOLITANO
AL PRANZO DI STATO OFFERTO DAL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ELLENICA KAROLOS PAPOULIAS

Atene, 23 settembre 2008

 

Signor Presidente della Repubblica Ellenica,
Autorità,
Gentili ospiti,
è per me ancora vivo il ricordo della calorosa accoglienza che Ella mi riservò meno di due anni fa allorquando volli celebrare a Cefalonia la ricorrenza del 25 aprile, che segna in Italia la liberazione dal nazifascismo.
I nostri due Paesi hanno subito nel secolo scorso il dramma del totalitarismo e profondamente sofferto le dolorose ferite della guerra civile. Entrambi, guardiamo oggi con gli stessi occhi a quel passato, nella consapevolezza condivisa da tutte le forze politiche e sociali che i valori della democrazia e della libertà sono gli elementi fondanti delle nostre istituzioni nazionali, così come della nostra comune casa europea.
In questa città non posso non pronunciare la parola democrazia senza provare un'emozione particolare.
E' qui, infatti, che gli antenati del popolo che mi ha oggi così affettuosamente accolto hanno prodotto le prime esperienze di democrazia fondata sull'autogoverno. E i preziosi fili di quell'esempio si rinnovarono nell'Italia dei secoli che la fecero grande, se è vero che - come ha scritto il grande studioso delle "Memorie del Mediterraneo", Fernand Braudel - con la singolare esperienza delle città greche presentarono le maggiori analogie le città italiane del Rinascimento.
I valori della democrazia e della libertà, che affondano le loro radici nelle espressioni più alte del pensiero e del confronto politico nella Grecia antica, hanno poi accomunato la storia dei nostri due Paesi nell'epoca moderna, fin dall'indipendenza dello Stato ellenico, allorquando giovani Italiani coraggiosi si affiancarono generosamente alla lotta dei filellenisti per liberare la Grecia dal dominio straniero.

Signor Presidente,

Oggi, Grecia ed Italia si ritrovano unite nell'impegno a promuovere quegli stessi principi nel contesto di un'Europa che entrambi vogliamo più forte ed unita, come dimostra l'amplissima maggioranza con la quale i nostri Parlamenti hanno ratificato il Trattato di Lisbona.
Mi auguro che le residue difficoltà nel completamento del processo di ratifica possano essere presto superate, consentendo in tal modo alla stragrande maggioranza della popolazione europea che già ha dimostrato di voler procedere con determinazione sulla via dell'integrazione, di disporre al più presto degli strumenti offerti dal nuovo Trattato.
Si tratta di un passaggio ineludibile per rendere le politiche comuni maggiormente efficaci e consentire all'Unione di fare fronte con efficacia accresciuta alle sfide con cui deve misurarsi. Mi riferisco alle grandi questioni globali, come la difesa dell'ambiente, la ricerca di approvvigionamenti energetici sicuri o il governo dei processi di internazionalizzazione economica e finanziaria.
Allo stesso tempo, sulla base di istituzioni più forti l'Unione potrà procedere con forte motivazione sulla strada dell'allargamento, offrendo in particolare una salda prospettiva europea ai Paesi dei Balcani Occidentali.
Nelle scorse settimane abbiamo potuto constatare come un'Unione in grado di mostrarsi coesa e rapida nei propri processi decisionali sia in grado di svolgere un ruolo insostituibile nel fare fronte a crisi internazionali che insorgono alle nostre comuni frontiere.
Grecia e Italia, che nel passato hanno visto tanti propri concittadini cercare lontano dalla patria un futuro migliore per sé e le proprie famiglie, sono oggi particolarmente esposte ad un fenomeno opposto, di intensa immigrazione, che pone complessi problemi alle nostre società, obbiettivamente bisognose dell'apporto di risorse umane dall'esterno e chiamate a conciliare il dovere di accoglienza e di integrazione con la salvaguardia dei propri valori.
In assenza di politiche lungimiranti, il Mare Mediterraneo, che per secoli ha rappresentato il nostro comune punto di riferimento, fecondo luogo di incontro di scambi e di culture, rischia oggi di divenire una nuova frontiera. Per tale ragione, Grecia e Italia sono unite nel sostenere un rinnovato impegno dell'Unione per cogliere appieno le straordinarie potenzialità di sviluppo civile, sociale ed economico del mare che ci circonda.
Andando infine con il pensiero alle terribili devastazioni provocate in Grecia un anno fa da una serie di incendi disastrosi, desidero rinnovare l'appello affinché si possa procedere a dotare l'Unione di adeguate strutture per fare fronte comune alle emergenze civili che colpiscono i nostri Paesi, il cui splendido territorio è segnato da un fragile e delicato equilibrio.
Signor Presidente,
I nostri rapporti bilaterali sono eccellenti e si traducono in molteplici forme di collaborazione.
In tale quadro, rilievo preminente riveste la tutela del nostro straordinario patrimonio artistico. Dal comune impegno di Grecia e Italia in questo campo sono scaturiti risultati che la mostra "Nostoi", che approda ora al Nuovo Museo dell'Acropoli, rappresenta meglio di qualunque parola.
I nostri Paesi possono a giusto titolo vantare una lunga esperienza congiunta nella valorizzazione del proprio comune retaggio di civiltà. Ne sono valido esempio la storia delle campagne di scavo italiane in Grecia, a partire della seconda metà del XIX secolo, e l'attività della Scuola archeologica italiana ad Atene, cui sta per affiancarsi quella greca a Roma.
Ma al di la dei riferimenti classici, sono oggi ammirato nel visitare un Paese dinamico ed in vivace espansione.
Una "storia di successo", nella quale la rinascita democratica e l'adesione alle istituzioni europee hanno offerto l'esempio di un impegno condiviso da tutta la società.
L'Italia si è sempre sentita a fianco della Grecia in questo percorso, che ha seguito con profonda e convinta vicinanza umana. Ne sono testimonianza la nutrita e pienamente integrata comunità italiana che qui vive ed opera, così come l'ampia schiera di cittadini greci che, sempre più numerosi, conducono e perfezionano in Italia gli studi universitari per poi avviarsi alle più diverse attività professionali nel proprio Paese.
A questo proposito, vorrei esprimere il mio sincero apprezzamento per la recente decisione di introdurre l'insegnamento della lingua italiana nelle scuole medie greche come seconda lingua straniera. Un'iniziativa che dimostra concretamente la volontà di rendere sempre più stretto ed incisivo lo speciale rapporto che esiste tra i nostri popoli in tutti i campi.
Le relazioni economiche e commerciali sono solide e diversificate. Il nostro intercambio è in continua crescita, così come la collaborazione produttiva fra le imprese.
Nel settore strategico dell'energia, rilievo particolare assume il progetto di posa dei cavi del gasdotto sottomarino che permetterà l'approvvigionamento di gas proveniente dai giacimenti del Caucaso.
Grazie a tale realizzazione, di altissimo profilo tecnologico ed industriale, sarà possibile garantire maggiori e più sicure forniture e diversificare ulteriormente le nostre fonti energetiche.
Signor Presidente,
Sono questi i sentimenti con i quali desidero esprimere a Lei ed alla Sua gentile Consorte, la gratitudine per la squisita e amichevole accoglienza rivolta a me, a mia moglie ed alla delegazione italiana.
A mia volta, mi consenta di rivolgerLe l'invito a visitare l'Italia, che l'accoglierà sempre, come già fu fin dagli anni dei suoi studi universitari, con la stima ed il calore che si riservano ai migliori e più sinceri amici.
Nell'esprimere, a nome mio personale e del popolo italiano, il migliore augurio di prosperità e benessere per la Sua persona ed il fratello popolo greco, invito i presenti a levare il calice e brindare alla millenaria vicinanza culturale e umana tra i nostri due Paesi.