Il Cairo 25/10/2008

Intervento del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, alla collettività italiana al Cairo

INTERVENTO
DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
GIORGIO NAPOLITANO
ALLA COLLETTIVITA' ITALIANA AL CAIRO

Il Cairo, 25 ottobre 2008

Sono lieto di incontrarvi quest'oggi : so di trovarmi di fronte ad una comunità che ha rivestito un ruolo speciale nella storia di questo Paese e che continua a fornire un apporto importante allo sviluppo sociale, economico e culturale dell'Egitto e al rafforzamento delle sue relazioni con l'Italia.

L'Italia è tra i pochi Paesi europei ad avere in Egitto una comunità tanto antica e che ancora oggi si presenta forte e vitale. Molti sono stati i viaggiatori e gli esploratori italiani ; molti gli archeologi e gli studiosi che ancor oggi contribuiscono alla conoscenza e alla valorizzazione dell'enorme patrimonio culturale ed artistico egiziano. Forte fu il fervore della comunità italiana ad Alessandria, con un distintissimo gruppo di personalità antifasciste, e ancor prima con figure come Ungaretti e Marinetti, che hanno lasciato una forte impronta nella storia della città egiziana e, al contempo, della cultura italiana ed europea.

Ma molti sono stati anche, e sono tuttora, gli italiani che hanno lasciato ogni giorno, in silenzio e con fatica, una testimonianza del loro amore per l'Egitto, e al tempo stesso una prova esemplare della cultura del lavoro e del fervido desiderio di miglioramento che caratterizza il popolo italiano.
Tutti hanno saputo dar vita ad una comunità laboriosa di artigiani, commercianti, funzionari e professionisti che sono riusciti a prosperare integrandosi nel tessuto economico, sociale e culturale locale.

Esistono ancora oggi testimonianze vive ed operanti del fermento italiano in questa città : l'Ospedale Umberto I, che ho già visitato oggi e che fu generosamente donato dagli italiani del Cairo per curare i bisognosi all'inizio del secolo scorso ; la Scuola Italiana Leonardo Da Vinci che fu - oltre che culla di formazione - anche luogo di internamento degli italiani di Egitto durante la seconda Guerra Mondiale; l'Istituto Dante Alighieri e l'Istituto Don Bosco, ancora oggi esempio di eccellenza nel processo di formazione degli studenti, e che tanto contribuiscono a donare ai giovani egiziani un'etica di pace e la speranza di un futuro migliore.
Sono tutte Istituzioni al servizio della comunità italiana locale, ma anche di tutti gli egiziani che ad esse si rivolgono con fiducia e con ammirazione per il nostro Paese e per quanto la sua collettività - cioè voi - ha saputo realizzare in questa terra.

Oggi l'Italia non è più un Paese di emigranti, costretti a cercare nuove terre per realizzare i loro sogni e le loro aspirazioni ideali. Oggi tanti egiziani guardano all'Italia con l'anelito di iniziarvi una nuova vita. E l'antica amicizia con l'Egitto si è arricchita di nuove forme. In Italia vi è una comunità egiziana tra le meglio integrate tra quelle di recente immigrazione.

Abbiamo firmato con l'Egitto accordi che consentiranno la formazione di tanti giovani egiziani e daranno loro la speranza di un futuro più prospero nel loro Paese ; riconosciamo agli egiziani una quota consistente di ingressi legali nel nostro Paese ; la nostra imprenditoria porta in Egitto impiego ed investimenti, produce ricchezza e integrazione, fornisce un contributo importante per rendere concrete molte delle iniziative promosse dalle Istituzioni.

Ma sempre essenziale resta il contributo di ciascuno di voi per rinsaldare i legami bilaterali, alimentare la conoscenza e la comprensione delle rispettive tradizioni, contribuire alla diffusione della lingua italiana e alla promozione della cultura del nostro Paese.
Per questo, desidero ringraziarvi a nome dell'Italia : per aver coltivato la memoria e l'identità culturale del nostro Paese anche all'estero, e per aver contribuito a mantenerne sempre viva e alta l'immagine.