Il Cairo 27/10/2008

Intervento del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al Consiglio della Lega degli Stati Arabi

INTERVENTO
DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
GIORGIO NAPOLITANO
AL CONSIGLIO DELLA
LEGA DEGLI STATI ARABI

Il Cairo, 27 ottobre 2008

Signor Segretario Generale,
Signor Presidente del Consiglio della Lega degli Stati Arabi,
Esimi Rappresentanti degli Stati Membri della Lega degli Stati Arabi,
Signore e Signori,
sono onorato di potermi indirizzare oggi a questo autorevole consesso, che riunisce i Rappresentanti dei ventidue Paesi Membri della Lega degli Stati Arabi. Voi tutti contribuite allo sviluppo di questa prestigiosa organizzazione, che sin dal 22 marzo 1945 rappresenta, difende e promuove le istanze del Mondo Arabo.
L'Italia intrattiene da sempre eccellenti rapporti di amicizia e collaborazione con il Mondo Arabo e con tutti gli Stati che sono oggi qui rappresentati. Si tratta, in molti casi, di profondi vincoli di amicizia e collaborazione, rafforzati dalla particolare contiguità geografica e dalla comune appartenenza mediterranea; in altri - per i Paesi geograficamente più distanti e che non si affacciano sul Mar Mediterraneo - di legami comunque maturati nel corso di secolari canali di comunicazione che hanno investito sia la cultura che il commercio. L'Italia è orgogliosa di essere il primo partner europeo di molti dei vostri Paesi; sente un'affinità di tradizioni, di cultura, di sensibilità, con molti dei vostri popoli.
Nel corso dei suoi sessantatre anni di attività, la Lega Araba si è progressivamente sviluppata, acquisendo l'ingresso di nuovi Stati Membri, estendendo il proprio mandato e guadagnando sulla scena internazionale peso ed autorevolezza. Oggi la voce della Lega Araba è più ascoltata, grazie alla maggiore coesione tra i suoi Membri, ai suoi sforzi di mediazione e moderazione, al suo più incisivo impegno a contribuire a risolvere le crisi regionali.
Le sfide che nelle aree da voi rappresentate si devono affrontare - mi riferisco non solo al Medio Oriente, ma anche all'Africa - sono di enorme portata. Sono le sfide epocali della pace, della sicurezza e dello sviluppo economico. Sfide che richiedono un forte impegno e soprattutto un grande coraggio, e che - con il passar del tempo - diventano sempre più difficili : perché si incancreniscono o si aggravano le situazioni sul terreno, esponendo il processo di dialogo a rischi di nuovi episodi di violenza, o comunque a turbamenti, interferenze, possibili regressioni o battute d'arresto.
Penso in particolare al processo di pace israelo-palestinese, il cui successo è essenziale per offrire un avvenire di stabilità e di progresso a tutto il Medio Oriente, ma rispetto al quale - malgrado la positiva atmosfera in cui si sono svolti i recenti e ripetuti incontri tra le parti - non si è ancora profilata un'intesa.
Occorre invece dare risposte urgenti alle pressanti esigenze delle popolazioni : ad Israele adeguate garanzie di sicurezza ; ai palestinesi uno Stato indipendente, coeso ed economicamente vitale, capace di offrire ai giovani prospettive di speranza.
Si impone quindi un rinnovato impegno, unitario ed incisivo, della Comunità internazionale, a sostegno della mediazione e delle ragioni del dialogo.
L'Europa è pronta a fare la propria parte. Nel corso dell'attuale crisi finanziaria internazionale, l'Unione Europea ha dimostrato capacità d'azione e di leadership, definendo in breve tempo una posizione comune e richiamando tutte le maggiori potenze mondiali alla necessità di una spedita concertazione per fare fronte all'emergenza comune.
Anche nella fase più drammatica del recente conflitto in Libano, è stata l'Unione Europea e - lo dico con orgoglio - all'interno di essa l'Italia, ad assumere l'iniziativa diplomatica che ha condotto alla cessazione delle ostilità e al rafforzamento del contingente delle Nazioni Unite, dove sono impegnati attualmente 2.400 militari italiani al servizio della pace.
Siate dunque certi che l'Unione Europea - che tanto ha imparato dalla lezione delle ideologie e delle guerre del passato - non farà mancare il proprio contributo alla pace in Medio Oriente. Non solo con il suo aiuto economico, che la rende il primo donatore internazionale ed il maggiore nei Territori Palestinesi ed in molti dei vostri Paesi. Ma anche impegnandosi a sostegno della mediazione, espletando i propri buoni uffici nell'ambito del Quartetto, appoggiando soluzioni eque e durature fondate sulla visione "due popoli, due Stati", richiamando tutte le Parti e tutti gli attori internazionali coinvolti a concorrere al successo del dialogo, e soprattutto mostrando concreta disponibilità ad esaminare qualsiasi misura che appaia idonea ad incoraggiare e a sostenere l'attuazione delle intese che le parti vorranno sottoscrivere.
E' però altrettanto importante - e forse ancora di più - che i Paesi arabi, che sono i protagonisti della Regione e che ne comprendono meglio di chiunque altro le dinamiche e le esigenze, forniscano un generoso e cospicuo sostegno agli sforzi di pace.
Per questo, l'Italia ha apprezzato in modo particolare i passi che la Lega Araba ed alcuni suoi Paesi Membri hanno compiuto o stanno compiendo - come in questo momento l'Egitto - per contribuire a mantenere la calma sul terreno e per favorire la riconciliazione intra-palestinese.
Penso, allo stesso modo, all'importanza attribuita in Italia alla paziente mediazione condotta dalla Lega Araba - ed in prima persona dal suo autorevole Segretario Generale, Amr Moussa - per contribuire a ricomporre le differenze interne libanesi e a superare una difficile situazione di stallo politico-istituzionale che si protraeva da mesi.
Penso, ancora, allo spirito con cui la Lega Araba ha cercato di adoperarsi per favorire la soluzione di gravi crisi politiche ed umanitarie nella Regione, ed in primo luogo la normalizzazione della situazione in Iraq.
Desidero rivolgere il mio pensiero in questa sede anche alla Somalia e al Sudan, ed in particolare alle sofferenze causate dalla grave crisi umanitaria in Darfour, sottolineando i sentimenti di umana preoccupazione che il popolo italiano nutre nei confronti delle inermi popolazioni somale e sudanesi.
Grande è, infine, il contributo che la Lega Araba può dare per lo sviluppo della collaborazione Nord-Sud e di quella euro-mediterranea. E' per questo motivo che ho accolto con viva soddisfazione la decisione del Governo italiano di invitare, nel prossimo esercizio di Presidenza del G8, anche la Lega Araba nel formato di Outreach dedicato ai problemi dell'area. Il mondo è in pieno e rapido mutamento, ed ha bisogno del contributo dei Paesi arabi e dei Paesi africani alla ricerca della pace e della stabilità internazionali. Ed egualmente c'è bisogno di questo contributo allo sviluppo della nuova iniziativa dell'Unione per il Mediterraneo : cui la Lega Araba deve poter partecipare pienamente in tutte le fasi.
La mia presenza qui oggi costituisce una testimonianza dell'eccellenza del rapporto che l'Italia intrattiene sia con la Lega Araba che con i suoi Stati Membri. E' un rapporto - quello con il mondo arabo - che si è sviluppato nel tempo, in uno spirito di fattiva e reciproca stima e collaborazione e che, negli ultimi anni, ha subito una straordinaria accelerazione. Si tratta di una costante di lungo periodo della politica estera italiana, che si è consolidata al di là delle alterne vicende politiche del nostro paese, e che oggi gode di un larghissimo consenso negli schieramenti sia di maggioranza sia di opposizione.
Il nostro rapporto istituzionale con la Lega Araba si è intensificato e consolidato grazie al formale accreditamento di un Rappresentante Italiano presso la Vostra Organizzazione e alla firma, lo scorso 28 febbraio, del Memorandum d'Intesa che prevede un nuovo sviluppo degli scambi di visite ed una maggiore cooperazione in campo politico, economico e culturale.
Questa collaborazione si riflette anche nel livello degli incontri politici tra le massime istituzioni dell'Italia e della Lega degli Stati Arabi : io stesso ho avuto il piacere di incontrare a Roma, per due volte in meno di un anno, il Segretario Generale Amr Moussa, con il quale ho avuto anche oggi un interessante ed ampio scambio di vedute sulle prospettive della pace in questa Regione.
Esprimo pertanto il mio sincero auspicio che anche nel futuro i rapporti tra l'Italia e la Lega Araba, e tra la Lega e l'Unione Europea, possano continuare a svilupparsi in maniera feconda.
Oggi si è aperto un nuovo impegno dell'Unione per il Mediterraneo che può davvero dare uno slancio mai raggiunto in precedenza alla cooperazione euro-mediterranea. E auspico il pieno riconoscimento del ruolo della Lega Araba come partner attivo in tutte le fasi di attività dell'Unione per il Mediterraneo.
Perché - ne sono certo - da una nostra costruttiva e sinergica collaborazione può discendere una maggiore conoscenza reciproca tra il mondo arabo e islamico e l'Occidente. Insieme - lo ripeto - potremo fornire un contributo determinante alla pace, al dialogo tra le civiltà, alla comprensione tra i nostri popoli.