INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
GIORGIO NAPOLITANO
IN OCCASIONE DELLA CELEBRAZIONE DEL "GIORNO DELLA MEMORIA"
Palazzo del Quirinale, 27 gennaio 2009
Due mesi fa, tornando a Gerusalemme dopo molti anni, ho ritrovato in tutti i miei interlocutori quel senso profondo delle radici storiche e ideali di Israele che mi ha sempre colpito : perché forse in nessun altro popolo e Stato un simile sentimento si manifesta in un rapporto così naturale con il passato più lontano. Il "Giorno della Memoria" lo dedichiamo tuttavia a vicende che rappresentano l'antefatto relativamente recente della nascita dello Stato di Israele : l'impulso che tragicamente venne al compimento dell'ideale sionista dalla spietata persecuzione antisemita culminata, nella prima metà del novecento, nell'orrore della Shoah.
Sono le sconvolgenti vicende di quegli anni, il loro significato generale, la loro lezione che ho pregato Claudio Magris di rievocare oggi qui con la sua riflessione. Il così largo riconoscimento di cui egli gode è dovuto alla sua viva e fine sensibilità storica non meno che alla qualità del suo impegno letterario : ne ho tratto conferma ascoltandolo a Gerusalemme dialogare con Abraham Yehoshua nell'incontro tra scrittori italiani e israeliani.
Il giorno successivo, in una solenne cerimonia nell'Università ebraica, è toccato a me ricevere un alto segno di apprezzamento e amicizia, e sviluppare con ampiezza la mia analisi, su cui perciò non ritorno.
Il "Giorno della Memoria" giunge ora dopo settimane drammatiche, vissute con angoscia dagli amici del popolo israeliano e del popolo palestinese. A tattiche terroristiche senza scrupoli, che hanno a lungo colpito il territorio di Israele e messo a rischio la popolazione di Gaza, è seguita, da parte di Israele, un'azione di guerra sulla cui portata e sulle cui conseguenze non è mancata la discussione, anche in Israele e fra gli amici di Israele. Ma proprio nei momenti in cui l'operato del governo di Israele può risultare controverso ed essere legittimamente discusso, deve restare chiara e netta la distinzione tra ogni possibile posizione critica verso la linea di condotta di chi di volta in volta governa Israele e la negazione, esplicita o subdola, delle ragioni storiche dello Stato di Israele, del suo diritto all'esistenza e alla sicurezza, del suo carattere democratico. Proprio in questi momenti deve farsi più forte la vigilanza, ed esprimersi più nettamente la reazione, contro il riprodursi del virus dell'antisemitismo, contro l'insorgere di nuove speculazioni e aggressive campagne contro gli ebrei e contro lo Stato ebraico. E' questo spirito, è questo impegno che caratterizza la cerimonia cui sono onorato di dare avvio per il terzo anno consecutivo dall'inizio del mio mandato.