Modena 18/03/2009

Intervento del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione dell'incontro con il mondo imprenditoriale presso la Camera di Commercio

INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
GIORGIO NAPOLITANO
IN OCCASIONE DELL'INCONTRO
CON IL MONDO IMPRENDITORIALE PRESSO LA
CAMERA DI COMMERCIO

Modena, 18 marzo 2009

La ringrazio Presidente Torreggiani, ringrazio tutti i rappresentanti dell'imprenditoria e, attraverso voi, vorrei inviare un saluto molto cordiale a tutti i cittadini.
E' importante che ci sia un clima di impegno e di fiducia attorno alle istituzioni, anche come condizione per il mio operare in momenti difficili. E' importante venire da voi, è importante andare altrove. Credo che non ci si possa, soprattutto in questo momento di crisi, soltanto fermare all'analisi complessiva della situazione economica e sociale italiana, all'esame dei dati statistici nazionali. Bisogna entrare nel vivo, bisogna scendere più in profondità nel paese e, in modo particolare, accostarsi a realtà come la vostra - che non è la sola, anche se voi giustamente vantate una posizione particolarmente avanzata in molti campi - nelle quali si comprende meglio come si possa fronteggiare e superare la crisi e come si possa aprire una nuova prospettiva di sviluppo al paese.
Io non ho mai fatto professione di pessimismo: sarebbe stato un errore e direi persino una manifestazione di irresponsabilità da parte mia. Quando mi sono rivolto agli italiani, con il messaggio di fine anno, ho detto chiaramente: bisogna guardare in faccia ai pericoli cui è esposta la società italiana, anche per i ritardi che si sono accumulati nel corso di un non breve periodo, senza sottovalutare la gravità di questi problemi e di questi rischi ma senza farcene impaurire.
Bisogna parlare il linguaggio della verità, - e voi l'avete fatto oggi - perché il linguaggio della verità non induce al pessimismo ma sollecita a reagire con coraggio e lungimiranza.
Voi potete reagire partendo da punti di forza molto significativi: quello che è cresciuto di tessuto imprenditoriale e quello che è cresciuto di coesione sociale, in una provincia in cui credo si senta molto meno che sul piano nazionale il peso delle contrapposizioni pregiudiziali e degli scontri ciechi tra opposti schieramenti. Lo dico perché - ripeto quello che ho voluto sottolineare a fine anno - la prova più alta che ci attende in questa fase sta nella vostra capacità di unire le forze.
Credo che anche da questo punto di vista voi diate un esempio positivo. Più in generale, quando ci si avvicina a tante realtà vive nelle province italiane, nelle regioni italiane, si ricava un senso di assai maggiore sicurezza anche nel far fronte a momenti così difficili.
Tra questi punti di forza - lei lo ha detto, Presidente Torreggiani - c'è la straordinaria prolificità imprenditoriale: c'è un dinamismo che ha dato dei frutti straordinari. E c'è una caratteristica che voi potete vantare, e che più che mai si rivela essenziale, quella dell'apertura internazionale. La globalizzazione non è nata con la crisi: oggi siamo anche dinanzi alla crisi di questo processo, di questo fenomeno.
Ma quante sono state le imprese piccole e medie, in particolare le imprese italiane, anche le imprese - come ha detto il signor Marchesini - " multinazionali tascabili", che da tempo si sono aperte a queste sfide? Il fatto che ci siano imprese italiane che vengono dal profondo delle province, che vengono da un piccolo comune come Cavezzo, e riescono a misurarsi sul mercato globale, anche così lontano dal nostro paese, è una straordinaria prova di vitalità. E', appunto, uno dei dati su cui bisogna far leva per guardare al futuro.
C'è ragione di essere preoccupati, in modo particolare per l'occupazione: questo tema è risuonato anche nell'intervento della signora Borghi, in modo particolare. C'è ragione di essere preoccupati ma ci sono anche molte ragioni per avere fiducia.
Quando poi ho sentito il signor Marchesini dirci che anche in questi mesi di crisi è tornato ad assumere giovani ingegneri, ascoltando gli sforzi che la sua impresa e tante altre imprese stanno compiendo ho pensato che sarebbe veramente fuori posto non l'ottimismo ma il pessimismo.
Vorrei soltanto raccogliere un elemento essenziale da questa discussione. Bisogna entrare nel vivo delle situazioni reali. Avvicinarsi all'Italia come è articolata - con le tante sue diverse sfaccettature, negatività e positività - anche per calibrare bene le politiche da portarsi avanti a livello nazionale di fronte alla crisi. Da portarsi avanti, da parte del nostro paese, anche cercando di dare un contributo a politiche europee e mondiali.
Su questa tematica sono fortemente impegnate le istituzioni, è fortemente impegnato il governo, è impegnato il Parlamento. Mi auguro che si riesca ad essere impegnati con una maggiore unità di accenti, con una maggiore unità di forze, ma non possiamo nasconderci che - al di là degli sforzi, della volontà di crescita, della volontà anche di rafforzamento delle proprie basi che dimostra il sistema delle imprese - noi abbiamo dei problemi seri per quello che riguarda il sistema paese.
Il fatto che ci siano volontà di crescere che incontrano ostacoli e non trovano le condizioni sufficienti per crescere in un mondo che cambia così radicalmente, è il dato su cui concentrare la nostra riflessione.
Io mi sono permesso di dire: questa crisi deve essere anche l'occasione per liberarci da inefficienze, da zavorre, da vecchi nodi che rimangono irrisolti. Lei, presidente, li ha citati, li ha citati anche lei signor Marchesini: io non ripeterò l'elenco, però non è possibile che a distanza, in alcuni casi di anni, in altri di decenni, noi ci trasciniamo queste zavorre. Forse lo stimolo della crisi può essere davvero determinante per capire, finalmente, che se non rimoviamo quelle arretratezze, quegli ostacoli, quei ritardi nella crescita del sistema paese, noi non usciamo dalla crisi. Se, invece, ci impegniamo in questo senso noi avremo non soltanto un paese che si salva dalla crisi, ma avremo un paese più forte, un paese migliore, avremo un'Italia più giusta.
Mi pare che questo debba essere davvero il senso del nostro impegno. Credo che esperienze come quelle che voi avete realizzato - anche l'esperienza così originale e singolare dell'impresa cooperativa - possano dare un contributo sul piano nazionale e vadano tenute ben presenti nel portare avanti le necessarie politiche di rinnovamento del sistema.