Roma 12/09/2009

Resoconto integrale del colloquio del Presidente con i corrispondenti dei media giapponesi in Italia (Mainichi Shinbun, Yomiuri Shinbun, Asahi Shinbun, Kyodo News)

Lo scorso luglio il governo giapponese ha organizzato a Roma la manifestazione "Japanitaly" allo scopo di presentare la cultura giapponese e anche Lei, Signor Presidente, si recherà in Giappone in occasione della manifestazione sulla cultura italiana "Autunno italiano". Per quanto riguarda gli scambi culturali tra Italia e Giappone, quale tipo di collaborazione pensa potrà esserci in futuro tra i due Paesi?

I rapporti economici e politici non sono così profondi come quelli culturali (mi riferisco anche, ad esempio, alla cucina italiana e alle grandi firme della moda e del design). In quali campi Lei pensa che i due Paesi potranno collaborare in futuro? Ritiene che potranno ulteriormente approfondire i loro rapporti di amicizia?

"Italia in Giappone 2009" è un articolato programma di promozione delle eccellenze italiane. Oltre alla nostra grande tradizione artistica e culturale, saranno presentate in Giappone la tecnologia e le produzioni italiane in settori come la meccanica strumentale, l'aerospazio, la componentistica, oltre alla moda e alla gastronomia, tutte realtà nelle quali l'Italia si colloca ai primissimi posti al mondo.

Questa rassegna di sistema sarà poi l'occasione per valorizzare i programmi e i risultati della ricerca scientifica all'avanguardia in molti campi, dalle bio e nanotecnologie alla robotica, dove si possono ulteriormente sviluppare le già positive e fruttuose esperienze di collaborazione avviate tra università e laboratori italiani e giapponesi.

Nell'ambito degli scambi culturali vogliamo poi consolidare gli eccellenti rapporti sviluppati in questi anni con le istituzioni museali giapponesi e con i principali media che nel vostro Paese sono anche organizzatori e promotori delle manifestazioni culturali di maggior richiamo. Con questo obbiettivo, e per ringraziarli del contributo alla realizzazione di "Italia in Giappone 2009", incontrerò nel corso della mia visita proprio i vertici dei principali gruppi editoriali e delle emittenti televisive. Mi consta del resto che in Giappone sono già in programma, per il 2010 e per gli anni successivi, importanti mostre ed eventi dedicati all'arte e alla cultura italiane, con opere e collezioni di alto valore relative a grandi pittori italiani e a grandi città d'arte che, sono certo, saranno molto apprezzate dal pubblico giapponese.

Aggiungo che anche in Italia si va manifestando un analogo interesse per il Giappone, per le vostre tradizioni culturali ed artistiche, per i vostri costumi. Una reciprocità di interesse che, se si vuole, giunge fino al crescente apprezzamento delle rispettive grandi tradizioni culinarie.

La conoscenza dell'altro Paese e la comprensione della rispettiva storia e cultura sono le migliori premesse per approfondire l'amicizia e la collaborazione fra il Giappone e l'Italia.

Nel suo prossimo incontro con l'Imperatore giapponese, quali argomenti intende affrontare?

L'incontro con Sua Maestà l'Imperatore rappresenterà un'occasione preziosa di riflessione sul ruolo che i nostri due Paesi, in quanto eredi di grandi civiltà, possono svolgere nel mondo d'oggi, ormai profondamente segnato dal processo di globalizzazione. A mio avviso, può trattarsi di un ruolo di riconciliazione e di incontro, per porre fine alle contrapposizioni e agli antagonismi del secolo scorso e di epoche ancora precedenti, e per mettere a frutto i contributi che da esperienze e tradizioni diverse, nella loro ricchezza, possono venire ai fini della pace e della cooperazione, della salvaguardia del comune patrimonio storico e ambientale e dell'affermazione dei diritti umani. Questa riflessione sarà facilitata dal rapporto di conoscenza già stabilitosi tra noi a Roma nei primi anni '90, che mi ha permesso di apprezzare la sensibilità di Sua Maestà e dell'Imperatrice nei confronti della storia e cultura italiana. Sarò lieto di assistere insieme con loro alla rappresentazione dell'opera lirica "Don Carlos", omaggio del Teatro alla Scala all'amore del Giappone per l'Italia.

Negli ultimi anni abbiamo assistito a una diminuzione del numero di turisti giapponesi in Italia e le principali ragioni sono il rafforzamento dell'euro e la crisi economica internazionale. Tuttavia l'immagine degli Italiani in Giappone è peggiorata dopo l'episodio che ha visto come vittime due giapponesi che hanno dovuto pagare ingiustamente un conto altissimo in un rinomato ristorante romano. Anche gli episodi di richieste di somme eccessive di denaro estorte con l'inganno da parte dei tassisti non sembrano essere cessati. Il modo di condurre gli affari stabilendo il prezzo a seconda del tipo di cliente che si ha davanti, pensa faccia parte di una cattiva tradizione italiana? E Lei, Signor Presidente, riguardo a questa cattiva qualità dei servizi, quale messaggio vorrebbe inviare ai giapponesi?

L'episodio specifico cui ci si riferisce, certamente da stigmatizzare, non riflette la realtà di un Paese ospitale e a forte vocazione turistica quale l'Italia continua ad essere. Sottolineo la pronta reazione delle autorità locali e centrali, che hanno immediatamente preso provvedimenti nei confronti del locale. Anche la stampa ha dato grande risalto critico alla notizia, promuovendo di fatto una campagna di sensibilizzazione contro comportamenti inaccettabili che danneggiano l'immagine del nostro Paese all'estero. Segnalare puntualmente episodi del genere da parte dei turisti aiuta le autorità italiane ad intervenire per individuare e sanzionare i responsabili.

L'Italia e il Giappone hanno come problemi comuni la diminuzione e l'invecchiamento della popolazione e l'incertezza nei riguardi delle misure di accoglienza degli stranieri. Come misura per risolvere il problema della diminuzione e dell'invecchiamento della popolazione e riuscire a dare impulso al Paese, pensa che l'inserimento e l'utilizzo al meglio di stranieri per lavori che richiedono particolari capacità e nell'impiego pubblico sia la migliore politica?

I nostri due Paesi hanno effettivamente alcuni tratti comuni, come l'invecchiamento della popolazione, la riduzione della forza lavoro e la crescita della spesa pensionistica. Non credo peraltro che le situazioni dei due Paesi siano assimilabili in tutti gli aspetti.

L'Italia deve certamente mirare ad un elevamento del proprio tasso di natalità attraverso politiche ben concepite e gestite di sostegno alla maternità e alle famiglie. E deve anche affrontare il tema di ogni possibile coinvolgimento nella vita sociale di persone anziane ancora in grado di contribuire al soddisfacimento di bisogni collettivi, allo sviluppo di servizi d'interesse pubblico. Naturalmente, ciò non toglie che rimangano esigenze obbiettive di ricorso a manodopera immigrata per coprire una domanda di lavoro altrimenti destinata a restare insoddisfatta, soprattutto nei settori in cui non è disponibile manodopera italiana, e anche in modo da equilibrare e rendere sostenibile un sistema pensionistico di livello adeguato.

E dunque, l'Italia non può non portare avanti una politica volta a favorire l'afflusso di lavoratori immigrati da paesi che non appartengono all'Unione Europea : sulla base, sia chiaro, di regole, limitazioni e controlli che le nostre leggi già prevedono. Esse nello stesso tempo prevedono un forte impegno per integrare nella nostra società e nel nostro Stato di diritto le comunità degli immigrati.

Al tempo stesso, occorre, sulla base di chiare direttive dell'Unione Europea, contrastare fortemente il flusso di immigrazione illegale alimentato da organizzazioni criminali. Quel che caratterizza l'Italia rispetto al Giappone è appunto il crescere di questo flusso negli ultimi anni. Naturalmente, l'azione volta a contrastarlo deve far salva la possibilità di chiedere e ottenere l'asilo, come diritto internazionalmente riconosciuto e inalienabile, per quanti fuggono da situazioni di guerra, di negazione o di messa a repentaglio di diritti umani fondamentali.

In Giappone i risultati delle ultime elezioni politiche hanno determinato il cambiamento del governo in carica ed è nato il governo del Partito Democratico. Nel Suo prossimo incontro col nuovo Primo Ministro giapponese Hatoyama, quali temi pensa di affrontare?

I rapporti bilaterali sono già ottimi e mi auguro che il nuovo governo giapponese vorrà proseguire il rafforzamento dei legami economici e industriali, con particolare riferimento ai settori e alle tecnologie avanzate. Anche in un'ottica multilaterale Italia e Giappone hanno un notevole potenziale di comune collaborazione nei grandi fori internazionali per gestire le sfide globali, dal cambiamento climatico alla stabilizzazione delle aree di crisi, dal disarmo e non proliferazione allo sviluppo dell'Africa e alla lotta al terrorismo, anche attraverso il sostegno a processi di integrazione, dai quali noi europei, nell'esperienza della costruzione dell'Unione, abbiamo tratto straordinari risultati di stabilità democratica, di sviluppo economico e sociale e di sicurezza.

Sono in corso contatti che consentano di definire un incontro con il Primo Ministro Hatoyama se saranno state completate le procedure costituzionali. Nell'auspicio che l'incontro possa aver luogo, ritengo che sarebbe interessante e utile uno scambio di valutazioni col Primo Ministro, sui mutamenti profondi che, soprattutto nell'ultimo decennio, si sono verificati negli equilibri mondiali. Anzi, tale esigenza si pone insieme per l'Italia e per l'Europa, in quanto di fronte all'emergere di nuove grandi realtà economiche e statuali - in modo particolare in Asia - nessun singolo Stato nazionale europeo è in grado di svolgere con le sue sole forze un ruolo significativo sulla scena mondiale ; e ciò richiede nuovi e più decisi sviluppi del processo di integrazione europea, un sostanziale rafforzamento delle istituzioni e delle politiche comuni dell'Unione Europea. Lo può ben comprendere il Signor Yukio Hatoyama che, al pari di suo padre, annovera tra le pietre miliari del proprio credo politico l'opera di Coudenhove-Kalergi, che ha così tanto contribuito alla creazione del movimento paneuropeo poi sfociato nella costruzione dell'Europa unita.

Abbiamo piena fiducia che anche nel nuovo contesto di un mondo fortemente mutato e divenuto globale, l'Italia, l'Europa e il Giappone potranno far valere l'apporto delle loro tradizioni ed esperienze e delle loro straordinarie energie e occupare il posto che ad esse spetta nella costruzione di un futuro migliore per l'umanità.