Seoul 15/09/2009

Incontro del Presidente della Repubblica con la collettività italiana nella Repubblica di Corea

Nella difficoltà o nella materiale impossibilità di salutarvi ad uno ad uno, desidero salutarvi tutti insieme. Sono molto contento di incontrarvi, innanzitutto di incontrare le molte personalità coreane che con grande spirito di amicizia hanno voluto associarsi a questo incontro, a cominciare dal Cardinale, dal Presidente della Commissione Affari Esteri del Parlamento, dalla Signora che rappresenta e dirige il Gruppo di amicizia italo-coreano nella Unione Interparlamentare. Gli amici coreani mi consentiranno di dedicare però un pensiero e una parola particolare agli italiani che sono qui.

Vi assicuro che dovunque io vada nel mondo - e oramai, in circa tre anni e più di presidenza, mi sono recato in numerose capitali di diversi continenti - dovunque è davvero un motivo di emozione e di orgoglio incontrare italiani. Italiani che risiedono all'estero, come gli italiani che risiedono oggi in Corea. E gli italiani che si recano all'estero in missione: e si tratta di missioni molteplici, che investono tutti i campi delle relazioni tra l'Italia e gli altri Paesi amici e che portano segno dell'iniziativa del nostro Paese.

Io sono stato molto colpito vedendo in rapida successione, ieri e oggi, quella singolare iniziativa che è rappresentata dal Prada Transformer, quella bellissima mostra "Double Dream" al Museo dell'Università di Seoul, e infine, oggi pomeriggio a Incheon, la straordinaria realizzazione di Milano Design City. Francamente, c'è da essere orgogliosi: tutte insieme sono testimonianze di come la creatività italiana, in tutte le sue espressioni, nel senso più ampio - il design, l'arte, l'alto artigianato - portino un segno peculiare e costituiscano un patrimonio che noi siamo felici di poter trasmettere al mondo intero. Basta pensare a quella mostra che rappresenta il genio di Leonardo. Insomma, penso che quel che l'Italia è riuscita a dare alla cultura e all'umanità, ad ogni livello, debba essere sempre molto fortemente nella nostra mente, come motivo di fierezza e come capacità di contribuire all'ulteriore sviluppo della comunità internazionale.

Forse, stando in Italia non ci si rende conto abbastanza di ciò, si sottovaluta l'importanza di questo patrimonio, di questi messaggi, di queste iniziative. Mi complimento molto con l'Ambasciatore Leggeri per il contributo che ha dato alla loro realizzazione e in generale allo svolgimento della nostra missione, con la collaborazione di tutto il personale dell'Ambasciata. Mi auguro che chi opera qui in via permanente e chi viene in Corea a portare il contributo del nostro Paese possa avere pieno successo nello sviluppo delle rispettive attività.

So che questa - io stesso sono rimasto un po' impressionato nel sentirmelo ricordare - è la prima volta che il Capo dello Stato italiano viene qui in visita di Stato dal 1884, quando si stabilirono le relazioni diplomatiche tra l'Italia e la Corea (parlo quindi non solo del periodo della Repubblica, dei Presidenti della Repubblica, ma anche dei Re d'Italia). È un onore e un piacere, anche se forse c'è stato un po' di ritardo. Sono contento di essere qui e di constatare quanto sia profonda la simpatia del popolo coreano, dell'opinione pubblica, di tutte le autorità rappresentative del Paese, per l'Italia. Ho ricevuto accoglienze estremamente calorose e significative dal Presidente della Repubblica, soprattutto nei colloqui che insieme con il Ministro degli Affari Esteri Franco Frattini abbiamo avuto ieri con grande franchezza e costruttività.

Si apre, almeno dal punto di vista storico, una nuova pagina nelle relazioni tra i nostri due Paesi che - ne sono sicuro - potranno conoscere importanti sviluppi, nell'interesse di tutti di voi che siete qui e di noi che siamo in Italia.