Grazie per l'occasione che mi è offerta, innanzitutto di trovarmi - come già questa mattina - accanto ad un amico storico dell'Italia, Sua Maestà il Re Juan Carlos, e accanto sia al collega di vita parlamentare nazionale ed europea, Enrico Letta, e sia al vecchio amico - ormai da 30 anni - Narcis Serra.
Sono contento di poter dare i miei auguri di buon compleanno al Forum, che compie dieci anni di vita ed è stato non soltanto testimone ma sede propulsiva di un processo di avvicinamento innanzitutto tra le economie dei nostri due Paesi, come mi è stato certificato appunto da Enrico Letta quando sono venuto qui per raccogliere i frutti del vostro lavoro di queste due giorni.
Vorrei dire solo poche parole sui nostri due paesi rispetto all'Europa.
L'Italia vanta il titolo di paese fondatore dell'Europa comunitaria e può essere fiera del contributo dato alla nascita di questa grande esperienza, forse la più importante esperienza di cooperazione e di integrazione che si sia realizzata dopo la II Guerra Mondiale (e possiamo anche togliere il forse) e fiera del contributo che ha dato, via via per decenni, con costanza, con continuità, alla crescita della costruzione europea.
Nello stesso tempo oggi l'Italia è chiamata a rinnovare il proprio impegno, a dare nuovo slancio alla sua iniziativa, al suo contributo per l'ulteriore sviluppo del processo di integrazione europea.
La Spagna ha rappresentato di gran lunga l'esempio di maggior successo della intera storia del progressivo allargamento della Comunità e della Unione Europea. Dopo aver superato le prove di un processo di adesione che - non dimentichiamolo - non fu semplice e non fu frettoloso - è entrata a vele spiegate nelle Europa Comunitaria ; e ha saputo diventarne un attore importante dando apporti assai significativi anche a tappe fondamentali come il Trattato di Maastricht.
Ebbene anche la Spagna oggi è chiamata a far sentire maggiormente il suo peso nella vita, nella costruzione dell'Europa unita.
Abbiamo questo compito in comune in una fase in cui - mentre registriamo forse la fine del defatigante percorso del nuovo Trattato, prima costituzionale poi di riforma, o di Lisbona che dir si voglia - sappiamo che ci attendono sfide molto difficili. Pur essendo importanti e potendo significare molto le innovazioni previste dal Trattato di Lisbona, tuttavia se non ci sarà un supplemento, o un balzo in avanti, di volontà politica da parte di tutti i Paesi che fanno parte dell'Unione, ora a 27, quelle stesse innovazioni rischiano di non produrre i frutti che possono produrre.
Oggi c'è un deficit di volontà politica comune nella guida dell'Unione Europa, e i nostri due paesi sono chiamati a dare quello che è nelle loro possibilità, a fare attivamente, decisamente la loro parte perché questo deficit di volontà politica comune sia superato.
Enrico Letta ha parlato di un asse tra Italia e Spagna. È un termine che non viene usato per la prima volta nella vita dell'Europa comunitaria: è stato riferito soprattutto a un rapporto di stretta cooperazione tra altri due paesi, due grandi paesi, come la Francia e la Germania, che sono stati senza dubbio protagonisti decisivi della costruzione europea. L'importante è che Italia e Spagna non considerano in nessun modo il rapporto tra loro - l'asse tra loro, se vogliamo usare questo termine - come esclusivo, né come sostitutivo in alcun modo del rafforzamento delle Istituzioni comuni dell'Europa.
Questo io credo che sia il punto essenziale: noi abbiamo bisogno, anche pensando ai nuovi incarichi istituzionali così rilevanti sanciti dal Trattato di Lisbona, che essi vengano esercitati in modo da rafforzare le istituzioni comuni nel loro complesso.
Questo è il nostro compito, questo è il contributo che noi possiamo dare. Se vogliamo evitare altri assi o altri direttori - a due, a tre o a due e mezzo - che rischino di apparire esclusivi nei confronti di altri, e riduttivi del metodo comunitario, dobbiamo far pesare in modo sinergico la volontà e lo sforzo comune, la capacità di contributo - idee e iniziative - ad un nuovo sviluppo della integrazione europea, dei nostri due paesi.
Questo è il mio augurio e questo può essere inteso anche come un segno di fiducia da parte dell'Italia sicuramente condivisibile - spero - da parte della Spagna.