Ankara 17/11/2009

Brindisi del Presidente Napolitano al Pranzo di Stato offerto dal Presidente della Repubblica di Turchia Gul

Signor Presidente,

La ringrazio per le Sue gentili parole e per la cordiale accoglienza riservata a me e a mia moglie fin dal nostro arrivo in Turchia.
Questa visita di Stato, a distanza di quattro anni da quella del mio predecessore Carlo Azeglio Ciampi, costituisce una conferma ulteriore della solidità e della profondità delle relazioni bilaterali.

L'amicizia tra i nostri due Paesi ha radici antiche e profonde, che risalgono all'era romana e all'appartenenza allo stesso spazio geografico e culturale di un mare, il Mediterraneo, che unisce molto più che dividere i popoli che vi si affacciano.
In tempi più recenti, nella scia della scelta rinnovatrice perseguita, dopo la caduta dell'Impero ottomano, da Kemal Atatürk e dalla giovane Repubblica turca, si è via via sviluppato il rapporto tra la Turchia e il sistema di valori europei.

E da decenni forte e' divenuta in particolare la comunanza di vedute tra Ankara e Roma. Siamo uniti nell'operare in favore di un ordine internazionale più equo e più stabile, attraverso la comune scelta atlantica e il convinto sostegno al sistema delle Nazioni Unite e ai suoi principi fondamentali : la pace come valore supremo ; il rispetto della dignità e dei diritti dell'uomo ; l'avanzamento dei paesi poveri e in via di sviluppo sulla via del progresso. Concordiamo nella visione di una ONU più democratica, rappresentativa e efficace, in grado di far fronte alle sfide del nostro secolo, favorendo il dialogo, lottando contro il terrorismo, bloccando la proliferazione delle armi nucleari e perseguendone la eliminazione, promuovendo una crescita sostenibile, tutelando l'ambiente. Guardiamo con profonda simpatia agli sforzi di Ankara in favore dell'Alleanza tra le Civiltà, consapevoli che la Turchia e' pienamente legittimata a condurre questo esercizio perché nulla e' più estraneo alla sua storia e alla sua cultura del fondamentalismo etnico e religioso.

Operiamo in stretta collaborazione nel contesto dell'Alleanza Atlantica e condividiamo interessi strategici di primaria importanza, dalla stabilità del Caucaso meridionale alla sicurezza degli approvvigionamenti energetici.

Cooperiamo solidalmente nei più complessi teatri operativi, dall'Afganistan, al Libano, ai Balcani, condividendo la stessa visione secondo cui la stabilizzazione delle aree di crisi passa attraverso un'azione su molteplici piani che si integri col presidio della forza militare. Nel Mediterraneo l'inaccettabile divario Nord-Sud sollecita l'intensificarsi della nostra azione finalizzata a uno sviluppo congiunto nel rispetto dei diritti umani.
Nel quadro del G20, Italia e Turchia contribuiscono a affinare gli strumenti per una risposta coordinata alle sfide transnazionali, partendo dai problemi posti dalla crisi finanziaria ed economica globale.

Signor Presidente,

questo legame e' vivificato dalla volontà del Suo paese di aderire all'Unione Europea e dall'impegno che sta ponendo per realizzare questo cammino, adeguando il quadro legislativo e amministrativo interno all'acquis comunitario, a conferma dell'aspirazione a integrarsi nello spazio di valori e di principi comuni al nostro continente.

Le Conclusioni del Consiglio europeo del dicembre 2004 hanno sancito che la Turchia e' un Paese candidato a aderire all'Unione sulla base degli stessi criteri applicati agli altri candidati e che l'obiettivo dei negoziati e' l'adesione.
L'Italia accompagna con amicizia la Turchia nel suo percorso verso l'Europa e le fornisce un forte sostegno, che nasce dalla convinta condivisione della larga maggioranza del Parlamento e dell'opinione pubblica.

Un'Unione determinata a svolgere un ruolo di attore globale sulla scena internazionale e a rappresentare una comunità di diritti non può non auspicare l'adesione della Turchia, ben consapevole della grande ricaduta simbolica e politica che tale adesione potrebbe avere anche nei rapporti tra Occidente e Islam.

Signor Presidente,

l'allargamento ha costituito uno degli strumenti più efficaci dispiegati dall'Unione Europea nel corso della sua storia per proiettare la sicurezza in un'area sempre più vasta e aumentare la stabilità delle regioni circostanti mediante l'espansione della democrazia e il consolidamento delle società civili. Ciò in conformità con l'ispirazione profonda della costruzione europea, che fin dalla sua origine si è fondata sull'integrazione di culture nazionali diverse e sulla disponibilità a includere piuttosto che a escludere, a abbattere i confini esistenti piuttosto che a tracciarne di nuovi. Ma l'allargamento - ogni sua tappa - non può rispondere all'intento, né deve condurre alla conseguenza, di diluire e indebolire l'Unione, le sue istituzioni comuni, la forza e cogenza del suo diritto. Ne è di certo consapevole anche la Turchia, che in questo senso contribuì ai lavori della Convenzione sul futuro dell'Europa nel 2002-2003 e della conseguente Conferenza Intergovernativa. E la imminente entrata in vigore del Trattato di Lisbona apre nuove possibilità per l'accrescimento della capacità di decisione e di azione dell'Europa unita, in seno alla quale grandi opportunità potrà presentare l'adesione del vostro grande paese, straordinario snodo geopolitico, energetico e culturale.

Signor Presidente,

il processo di integrazione europea è stato capace di garantire la pacificazione e l'avanzamento della democrazia in tutto il continente. In questo spirito desidero ribadire l'importanza di uno sforzo urgente per la definitiva composizione del problema di Cipro, da troppo tempo in attesa di una soluzione.

Turchia e Italia hanno in comune l'appartenenza allo stesso spazio geografico e culturale del Mediterraneo, componente distintiva delle identità di entrambe le nostre nazioni. Esse hanno scelto senza esitazioni la strada del dialogo, della tolleranza e del rispetto delle differenze come solo mezzo per garantire stabilità alla regione e sicurezza, libertà e prosperità ai loro cittadini. Spetta perciò anche ai nostri due paesi operare affinché il processo di pace israelo-palestinese possa ripartire, con l'obiettivo di una soluzione giusta, equa e duratura, basata sulla garanzia della sicurezza di Israele e sulla creazione di uno Stato palestinese indipendente entro confini certi e riconosciuti. E egualmente ci spetta compiere ogni sforzo per un deciso sviluppo dell'Unione per il Mediterraneo, strumento importante e innovativo per il dialogo e la cooperazione tra le due sponde, che stenta a decollare proprio a causa della mancata soluzione della questione israelo-palestinese.

Le eccellenti relazioni bilaterali sono destinate a svilupparsi ulteriormente. In campo economico, culturale, universitario, nell'area della cooperazione scientifica e della conservazione dei nostri straordinari patrimoni archeologici, storici e artistici molto ancora può essere fatto.
Sono certo che la vicinanza dei nostri popoli contribuirà a far raggiungere risultati importanti.

Con questi sentimenti, signor Presidente, levo il calice al Suo benessere personale, della Signora Gül e della Sua famiglia, alla prosperità e al progresso della Nazione Turca, all'amicizia tra i nostri due Paesi.