Signor Presidente,
è con vivo compiacimento e con sinceri sentimenti di stima ed amicizia che La accolgo insieme alla Sua gentile consorte in visita di Stato nel nostro Paese:visita che costituisce una tappa storica, senza precedenti in 36 anni di rapporti diplomatici.
La Sua presenza in Italia rappresenta un momento particolarmente felice nelle nostre relazioni bilaterali e può considerarsi l'espressione più alta degli sforzi comuni volti alla migliore conoscenza reciproca e alla più stretta collaborazione tra Roma e Hanoi.
Signor Presidente,
Signori Membri della Delegazione Presidenziale vietnamita,
Autorità,
Signore e Signori,
oggi ricevo al Quirinale il leader di un Vietnam che si è profondamente trasformato dalla fine della guerra durissima subíta e combattuta per lunghi anni nella seconda metà del secolo scorso: il paese ha conosciuto un impetuoso sviluppo economico e sociale, e ha saputo da ultimo affrontare con decisione la recente crisi finanziaria ed economica globale, collocandosi nel ristretto gruppo di 12 paesi che nel primo semestre del 2009 hanno mantenuto elevati e positivi tassi di crescita. E' altamente significativo il fatto che il Vietnam, nonostante il rallentamento imposto dalla crisi, sia riuscito a ridurre il divario con le economie più avanzate, e insieme a ridurre il tasso di povertà della sua popolazione meno abbiente.
Allo stesso tempo, Signor Presidente, il Suo Paese ha confermato con determinazione l'impegno a portare avanti il processo già avviato di apertura e di progressiva integrazione nel mercato globale, perseguendo l'obbiettivo di riforme volte ad ammodernare le proprie strutture istituzionali ed economiche. Ciò si traduce anche nell'assunzione di nuove responsabilità sul piano internazionale nei riguardi delle aree di crisi, nella protezione ambientale, nella ricerca di soluzioni valide ai problemi dell'approvvigionamento e del consumo di energia, e nella promozione di uno sviluppo più duraturo e sostenibile.
Il Vietnam ha potuto conseguire così rilevanti traguardi grazie alla sua stabilità, alla sua coesione e al suo profondo senso di identità ed unità, quale può esprimersi pienamente dopo secoli di dominazione straniera e dopo una lunga guerra che ha rappresentato in termini di vite umane e di danni materiali un costo altissimo per il popolo vietnamita. Non dimentichiamo quel doloroso travaglio, a cui tanta parte del popolo italiano si sentì e dimostrò di essere vicino, con spirito di amicizia e con gesti di concreto sostegno.
Molti anni sono trascorsi dalla fine della guerra e dalla storica riunificazione del Vietnam. E in questo momento stiamo assistendo all'aprirsi di una fase nuova nelle relazioni internazionali, innanzitutto nel senso di un loro sviluppo in chiave multilateralistica e di una ricerca di risposte fondate sul dialogo e sul negoziato alle più gravi tensioni in atto. E' questo il quadro in cui possono meglio collocarsi anche le necessarie, risolute reazioni della comunità internazionale dinanzi a sfide distruttive come quella del terrorismo. E' innegabile che all'aprirsi di nuovi orizzonti per la pace, la stabilità e la collaborazione mondiale stiano venendo impulsi importanti dagli orientamenti espressi dal Presidente Obama, nel cui più recente discorso ho anche colto e apprezzato onesti e sensibili riferimenti critici a quello che fu l'intervento militare americano in Vietnam.
Ampi sono in particolare gli orizzonti che si aprono all'azione internazionale del Vietnam, alla sua iniziativa in molteplici direzioni, e in primo luogo su scala regionale, in ambiti come quello dell'ASEAN di cui il Vietnam assumerà la Presidenza nel 2010. Siamo convinti che il Vietnam si trovi pienamente a suo agio in una nuova prospettiva di riconciliazione e cooperazione tra le diverse civiltà ed aree mondiali ; che esso possa prendere il suo giusto posto nel governo del processo di globalizzazione, specie svolgendo un ruolo stabilizzante nel sudest asiatico, contribuendo a rafforzarne ed equilibrarne la tendenziale integrazione.
Per tutte queste ragioni, e così anche per l'impegno del Vietnam nel WTO da quando nel 2007 è stato ammesso a farne parte, come per l'esperienza dell'eccellente collaborazione realizzatasi tra i nostri due paesi in seno al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, guardiamo, Signor Presidente, al Suo Paese quale importante partner strategico dell'Italia. E, aggiungo, dell'Unione Europea, che noi contiamo possa decisamente sviluppare - anche grazie al rafforzamento delle sue istituzioni reso possibile dal Trattato di Lisbona appena entrato in vigore - la propria capacità di presenza e di iniziativa sulla scena mondiale.
L'evoluzione delle relazioni bilaterali tra l'Italia e il Vietnam procede senza ostacoli. Ma è finora rimasta molto al di sotto delle sue potenzialità. Occorre che l'Italia faccia a questo proposito la sua parte, sapendo di poter contare su una profonda corrente di attenzione e simpatia verso il nostro patrimonio storico e culturale, scientifico, tecnologico e produttivo, che anima il Vietnam. E occorre cogliere l'occasione della Sua visita, Signor Presidente, della presenza della nutrita compagine di aziende e imprenditori che l'accompagna, e dello svolgimento del Business Forum che si è aperto oggi, affinché si moltiplichino progetti di investimento e di collaborazione che coinvolgono imprese di entrambi i paesi : ci sono a questo proposito esempi di successo che possono stimolare molte nuove iniziative. E resta sempre valida la ricca esperienza, ancora in pieno sviluppo, della cooperazione allo sviluppo italiana in Vietnam.
In particolare, poi, può ulteriormente arricchirsi la rete delle collaborazioni che si esplicano anche attraverso gli Enti territoriali, ed in campi di particolare interesse, tra i quali la medicina, la tutela della salute, lo scambio tra Istituzioni universitarie e di ricerca, la formazione professionale, la salvaguardia e la conservazione del patrimonio culturale.
Signor Presidente, sono certo che per fare fronte ai problemi e alle sfide del mondo globale Italia e Vietnam, due Paesi di antica civiltà, con storie diverse e complesse e forti tradizioni di reciproca apertura e simpatia, proseguiranno nel giusto cammino intrapreso per arricchire ulteriormente il loro impegno comune e l'intero tessuto delle loro relazioni.
E' in questo spirito che levo il calice e rinnovo, a Lei e alla Sua consorte, e alla Delegazione che l'accompagna, il mio più caloroso benvenuto in Italia.