Bruxelles 02/03/2010

Estratto dell' intervento del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al Consiglio Atlantico

Intervento del Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano
al Consiglio Atlantico
Bruxelles, 2 marzo 2010

Oggi sono sicuro di poter rappresentare, a nome dell'Italia, un impegno consapevole e forte, molto largamente condiviso - al di là delle tradizionali linee di divisione e differenze politiche - per la causa della sicurezza europea e transatlantica, fondata sui due pilastri della NATO e dell'Unione Europea.

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Stiamo assistendo a cambiamenti di fondo nelle relazioni internazionali, dobbiamo riconoscere che si stanno spostando lontano da noi : né l'Europa né l'Alleanza sono più il centro, o il solo centro, delle dinamiche politiche ed economiche. Ciò rende la NATO ancora più importante per tutti noi, europei e nord-americani. Allo stesso tempo, la NATO è chiamata naturalmente ad interagire con il resto del mondo. Sostengo con forza l'outreach a partners e a paesi che condividono le nostre preoccupazioni di sicurezza e sono pronti ad appoggiare i nostri sforzi di stabilizzazione e di mantenimento della pace prendendo parte ad operazioni, come in particolare l'ISAF in Afghanistan.

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Nuove minacce alla nostra sicurezza provengono da un mondo interconnesso e in cambiamento. Naturalmente, la NATO non è sola ad affrontare queste minacce. Alle Nazioni Unite compete la responsabilità primaria per la pace e la sicurezza internazionale. Anche quando la NATO non assuma un ruolo primario o preminente, essa deve essere parte della risposta internazionale.
Per quanto difficile, dobbiamo adoperarci affinché la Russia entri in una relazione cooperativa e di reciproco sostegno con la NATO. Il fatto è che la Russia e la NATO condividono molte preoccupazioni di sicurezza, immediate e future, ma sono tuttora separate da un deficit di fiducia. Recenti comportamenti della Russia sono stati motivo di preoccupazione. Tuttavia, il nuovo Concetto Strategico della NATO deve guardare avanti. La Russia è parte dell'Europa e quindi della Comunità Atlantica. La sicurezza dell'Europa non sarà mai pienamente acquisita senza un coinvolgimento costruttivo di Mosca nella architettura europea. Abbiamo bisogno che la Russia sia "dentro", non "fuori". E ci attendiamo egualmente dalla leadership russa atteggiamenti aperti e risposte incoraggianti.

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Per la NATO l'Unione Europea non può essere "soltanto una delle molte organizzazioni internazionali" con cui lavorare.
L'applicazione del Trattato di Lisbona mette l'Europa meglio in grado "di essere all'altezza delle sue responsabilità" nel campo della sicurezza, della difesa e della gestione delle crisi.

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Tra la NATO ed una forte Unione Europea può essere solidamente stabilita non una semplice cooperazione, non una cosiddetta divisione del lavoro, ma una reale sinergia.
Francamente non vedo - certamente non la vedo in Italia - una nuova ondata di antimilitarismo in Europa che crei un allarmante ostacolo allo sforzo comune che è oggi richiesto. Credo fermamente nel successo di un approccio convincente per acquisire il più ampio sostegno alla politica di sicurezza e difesa nell'interesse della pace, della democrazia e del progresso sociale.