Damasco 18/03/2010

Incontro del Presidente Napolitano con la collettività italiana

Saluto cordialmente voi tutti, il personale dell'Ambasciata, i Consoli onorari, tutte le autorità che sono qui. Voglio subito dire una parola per l'Associazione dei laureati e specializzati siriani in Italia, anche per l'omaggio che mi hanno fatto: siamo molto contenti che l'Italia abbia potuto contribuire alla formazione di personalità siriane che operano in tutti i campi. Io sono qui, come potete immaginare, per contribuire insieme con il Ministro degli Esteri, Franco Frattini, al rafforzamento di relazioni già eccellenti tra i nostri due Paesi, che si collocano nel solco storico di una tradizionale amicizia e fiducia reciproca.

Noi apprezziamo molte cose che caratterizzano questa regione, la Siria, e vorrei dire subito, vedendo la presenza delle autorità religiose, che apprezziamo molto il fatto che qui in Siria ci sia rispetto per tutte le confessioni religiose, e rispetto anche per le comunità cristiane che purtroppo in altri luoghi sono oggetto di persecuzioni.

Apprezziamo il fatto che ci sia una forte corrente di simpatia per l'Italia, che si è mantenuta costante e che si rinnova anche con il passare delle generazioni.

Ho incontrato studenti (per la verità soprattutto studentesse) ieri sera casualmente nel suk. E sono stato particolarmente colpito per la presenza di giovani italiani che studiano, e sicuramente, se torneranno in Italia avendo imparato a conoscere questo Paese e avendo imparato anche a conoscere la lingua araba, rappresenteranno una risorsa significativa per il nostro Paese. L'Italia, voi lo sapete, è stata sempre legata al mondo arabo: sono passati decenni e si sono succeduti governi anche molto diversi tra di loro nei diversi periodi storici che ha attraversato il nostro Paese, ma di certo è stata una costante, nella presenza internazionale dell'Italia, la vicinanza, l'amicizia con il mondo arabo. E questo ci mette anche in grado di dare il nostro contributo alla risoluzione di problemi spinosi e complessi, innanzitutto al problema della pace in Medio Oriente che ci sta molto a cuore.

In questo spirito si sono svolti gli incontri che io e la delegazione che mi accompagna, innanzitutto il Ministro Frattini, abbiamo avuto con il Presidente Assad, con il Primo Ministro, con il Presidente dell'Assemblea del Popolo. Abbiamo potuto constatare la larghissima convergenza di vedute su questioni tra le più significative in questo momento all'ordine del giorno della comunità internazionale. E soprattutto ci siamo sforzati di gettare altri semi per lo sviluppo delle relazioni in tutti i campi tra i nostri due Paesi. Di semi ne sono già stati gettati tanti nel passato e hanno già dato frutti molto copiosi, ma siamo convinti che possano ulteriormente intensificarsi ed approfondirsi le relazioni in tutti i campi tra i nostri due Paesi.

Voglio citare soltanto le relazioni in campo culturale. Voi sapete che io mi recherò dove esistono tracce dell'Italia: tracce remote dell'Italia dell'epoca romana e tracce recenti del prezioso lavoro di ricerca dei nostri archeologi. Parlo della missione dell'Università di Roma ad Ebla che ha dato un apporto essenziale alla valorizzazione di un capitolo molto importante della storia e della civiltà siriana. C'è, poi il vasto campo delle relazioni economiche e commerciali che crescono e abbiamo potuto individuare nuove prospettive di collaborazione, per esempio in campo energetico.

Concludo dicendo che vengo dalla visita all'ospedale italiano, e queste sono testimonianze preziose della sensibilità e dello spirito di solidarietà che animano il nostro Paese. Siamo un Paese che ha sempre problemi complicati con il bilancio dello Stato, però io credo che sia veramente giusto - e continueremo in questo sforzo - non far mancare risorse per la cooperazione allo sviluppo di Paesi come la Siria in un campo così delicato, così ricco anche di risonanza umanitaria, come quello dell'assistenza ospedaliera. Ho detto al Presidente dell'Associazione che sovrintende a questi nostri presidi ospedalieri quanto abbia apprezzato e apprezzi non solo l'impegno dei sanitari, ma anche lo straordinario impegno delle sorelle salesiane che danno un apporto quotidiano prezioso, con dedizione e passione, alla vita di questo ospedale.

Auguro buona permanenza in Siria sia a quelli di voi che ci sono da molti anni sia a quelli che sono da più recente tempo impegnati, a vario titolo, in questo Paese. E anche ai molti giovani che vengono di passaggio ma che torneranno a casa con un bagaglio prezioso di esperienza e sensibilità nuova qui acquisito.