Abbiamo avuto con il Presidente Assad e tra le due delegazioni conversazioni di grande interesse e improntate alla più schietta ed amichevole cordialità. Innanzitutto ci siamo soffermati sullo stato eccellente delle relazioni tra i nostri due paesi. Sono relazioni che risalgono molto indietro nel tempo, che si sono consolidate nei decenni e stanno conoscendo nuovi sviluppi con l'accordo di cooperazione sottoscritto dal Ministro Frattini nel settembre del 2008 e con la visita del Ministro per lo sviluppo economico italiano cui è seguita la prima riunione del Business Council. Ci sono ulteriori margini per rafforzare le relazioni economiche e culturali che rappresentano una parte molto significativa dell'amicizia e della cooperazione tra i nostri due paesi. Come voi sapete, mi recherò in visita a siti archeologici di particolare interesse proprio sotto il profilo di una cooperazione, che nei decenni si è sviluppata tra l'Italia e la Siria, per la conservazione, il recupero e la valorizzazione del patrimonio storico artistico siriano.
L'Italia apprezza grandemente la posizione che caratterizza la Siria nel quadro della regione, innanzitutto come erede di una grande civiltà, di un'antica storia che ha conosciuto tanti periodi e tante vicissitudini. Apprezziamo il modo in cui la Siria si caratterizza in quanto modello di stato laico non confessionale nel rispetto in particolare della libertà delle confessioni religiose, tra le quali anche le confessioni cristiane, e per la promozione del dialogo interreligioso.
Guardiamo non solo ai rapporti tra l'Italia e la Siria ma anche tra la Siria e l'Unione Europea, e in seno all'Unione svolgiamo attivamente la nostra parte perché si giunga alla stipula di un accordo di associazione, soddisfacente per entrambe le parti, tra la Siria e l'Unione Europea. Siamo in particolare impegnati a superare le difficoltà che ancora permangono per realizzare i chiarimenti che ancora sono necessari affinché si possa giungere alla sottoscrizione di questo accordo, che è un accordo di pieno rispetto dell'indipendenza e dell'autonomia politica della Siria e che senza dubbio deve corrispondere al reciproco interesse anche sul piano delle relazioni economiche e commerciali.
Relazioni economiche e commerciali che anche in altro foro noi vogliamo che includano pienamente la Siria, e mi riferisco in particolare alla prospettiva, che l'Italia appoggia, dell'ingresso della Siria nell'Organizzazione Mondiale del Commercio.
Essenziale consideriamo il ruolo della Siria per il processo di pace in Medio Oriente e per la stabilizzazione dell'intera regione.
Il Presidente Assad ha fatto cenno alle nuove prospettive che possono aprirsi anche per un ritorno a relazioni amichevoli tra la Siria e l'Iraq, anche in vista del processo di ritiro delle forze americane da quel paese.
Per quello che riguarda il processo di pace in Medio Oriente che, come noi sappiamo bene, si trascina da decenni e decenni senza giungere ad una conclusione, siamo persuasi che la sola soluzione possibile sia sulla base della parola d'ordine "due popoli due Stati": diritto del popolo palestinese a poter fondare finalmente un proprio Stato indipendente e vitale; e diritto dello Stato di Israele a veder riconosciuta la propria esistenza, sancita più di sessanta anni fa dalle Nazioni Unite, e a vivere in sicurezza. Siamo convinti, e per questo scopo c'è la massima volontà di cooperazione sia da parte dell'Italia e dell'Unione Europea sia da parte della Siria che, naturalmente sia parte di un processo di pace anche la restituzione dei territori occupati da Israele e tra questi le alture del Golan, questione che è stata posta apertamente, pubblicamente alla vigilia del suo viaggio in Israele anche da parte del Presidente del Consiglio Italiano, on. Berlusconi. Siamo persuasi che sia essenziale la riconciliazione e l'unità del popolo palestinese e delle sue rappresentanze e che sia indispensabile affrontare i problemi della gravissima situazione umanitaria determinatasi a Gaza. Siamo molto preoccupati per le decisioni recenti del governo israeliano di procedere a nuove costruzioni di insediamenti a Gerusalemme Est e per le conseguenze che ne possono scaturire, e questa è la posizione di tutta la Unione Europea in sintonia con l'amministrazione americana.
Infine, voglio dire che confidiamo molto nel contributo della Siria alla soluzione negoziale del problema nucleare iraniano. L'Italia e l'Europa vogliono una soluzione negoziale: bisogna che al più presto si chiariscano le rispettive posizioni, le proposte e le controproposte, ed è indispensabile anche che questo sforzo si collochi nella prospettiva di una riduzione degli armamenti nucleari in vista della quale proprio nelle prossime settimane e in questi mesi si terranno importanti appuntamenti e incontri negli Stati Uniti.
Non vorrei dimenticare anche un riferimento - che c'è stato nei nostri colloqui -all'importanza della missione italiana, o meglio della partecipazione italiana alla missione delle Nazioni Unite in Libano: l'Italia sta facendo assai bene la sua parte, sta contribuendo alla stabilizzazione in Libano per evitare che il Libano diventi di nuovo campo di battaglia civile e, soprattutto, anche campo di battaglia internazionale nei rapporti con Israele. E sappiamo quanto sia stato importante il contributo della Siria al raggiungimento di un intesa per un governo di unità nazionale in Libano e quale valore abbia avuto e stia avendo il ristabilimento di relazioni normali tra la Siria e il Libano nel pieno reciproco rispetto dell'indipendenza dei due paesi.