Sono stato molto impressionato dalla dimensione e dalla ricchezza della realtà della Fiera di Verona, che per la prima volta visito e sono stato molto colpito dalla bellezza della manifestazione Vinitaly.
Ho visitato alcuni stand, ho visto il Vinitaly in festa ma è poi molto importante che si sia discusso anche dei problemi che la produzione del vino e il successo del nostro vino nel mondo pongono.
Si sono fatte grandi cose in tutt'Italia. Una volta c'erano le regioni del vino, oggi tutte le regioni italiane sono regioni del vino: di un vino che ha successo ben oltre i confini. Permettetemi di dire che il vino è un emblema di quelle tradizioni di storia, di cultura e di lavoro che fanno grande l'Italia, grande e apprezzata e, per tanti aspetti, persino idoleggiata e amata nel mondo. Il vino è l'emblema delle diversità e dell'unità di cui abbiamo bisogno, abbiamo bisogno della sinergia tra diversità e unità. Qui sta la forza del nostro Paese.
Credo che se ci appiattissimo in delle nuove uniformità perderemmo qualcosa di essenziale della nostra autenticità. Abbiamo bisogno di avere le diversità a confronto anche perché l'esperienza di ciascuna regione, vissuta in piena e sempre più marcata autonomia, rappresenta uno stimolo a fare meglio per tutti: è qui un punto di confronto e una sollecitazione.
Abbiamo bisogno che le diversità facciano unità, abbiamo bisogno che l'Italia sia unita e faccia sistema per poter guadagnare nuove posizioni e non perderne nessuna in un mondo che è tanto cambiato e continua a cambiare.
Presidente Riello, ho ascoltato la sua idea (concorso per una bottiglia di vino che possa festeggiare l'anniversario dei 150 anni dell'Unità d'Italia, ndr) e mi pare un'eccellente idea, e mi sento senz'altro di appoggiarla; l'appoggio senza pretendere il diritto della prima bevuta.