Palazzo del Quirinale 07/09/2010

Dichiarazione alla stampa del Presidente Napolitano al termine dei colloqui con il Presidente della Repubblica di Finlandia

È con particolare, personale piacere che ho accolto questa mattina la Presidente Halonen, Presidente della Repubblica di Finlandia, alla quale mi legano antichi rapporti di collaborazione e di amicizia, anche in sede europea. La Presidente Halonen restituisce la visita di Stato da me compiuta a Helsinki esattamente due anni fa e abbiamo avuto modo questa mattina di ricordare i precedenti dei nostri incontri e di aggiornare, per così dire, i punti di vista dei due Capi di Stato sia sulle questioni dei rapporti bilaterali tra Italia e Finlandia sia sulle questioni di politica internazionale che coinvolgono e impegnano i nostri Paesi.

Per quello che riguarda le relazioni bilaterali siamo partiti da una sottolineatura, ancora una volta, del livello di eccellenza che le caratterizza - aggiungendo la Presidente Halonen, quasi un po' scherzosamente, che talvolta, quando le relazioni sono molto buone, ci si dimentica che sono molto importanti, e la tendenza è piuttosto a concentrarsi sulle difficoltà che si hanno nelle relazioni con altri Paesi. Ma noi invece non ci stanchiamo di avere buone relazioni con la Finlandia e vogliamo darvi ulteriore impulso. E abbiamo discusso in particolare delle possibilità di sviluppo della collaborazione in alcuni campi in cui la Finlandia notoriamente eccelle. Noi abbiamo molta ammirazione per quelli che sono gli autentici primati conquistati, anche di recente, dalla Finlandia nel campo dell'educazione, della ricerca, dell'innovazione, della qualità della vita, degli indici di sviluppo umano e di vivibilità. La Finlandia è veramente ai primi posti. Noi ce ne compiacciamo e vogliamo trarre utili indicazioni per gli sforzi da compiere nel nostro Paese e per le possibilità quindi di particolare cooperazione in questi settori, come d'altronde in altri.

La Presidente Halonen è accompagnata dal ministro della Cultura finlandese: questo ha un particolare significato perché dimostra quanto profonda sia l'attenzione degli amici finlandesi per la nostra storia culturale, per il nostro patrimonio. Siamo molto impegnati anche su grosse questioni aperte a livello internazionale: per esempio, abbiamo avuto un ottimo scambio di opinioni, con la partecipazione del ministro Frattini, sulle prossime scadenze internazionali per quello che riguarda le problematiche dell'ambiente e, in particolare, dell'azione da condurre di fronte al fenomeno allarmante del cambiamento climatico.

Siamo insoddisfatti di come, fino ad ora, l'Europa abbia potuto contribuire anche a Copenhagen a questa discussione e abbiamo posto un particolare accento sull'impegno che i nostri due Paesi possano portare avanti per garantire il successo dei prossimi incontri internazionali, quest'anno a Cancún e l'anno venturo in Sud Africa.

Abbiamo passato in rassegna molte altre questioni, abbiamo riscontrato una forte comunanze di vedute anche sull'approccio da seguire nella situazione così complessa e critica dell'Afghanistan. Entrambi i nostri Paesi - perché voi sapete che la Finlandia partecipa per alcuni aspetti fondamentali allo sforzo comune, per quegli aspetti che riguardano l'institution building, l'addestramento di forze di polizia, lo stabilimento di basi solide per uno Stato di diritto - si muovono esattamente nella stessa direzione e con lo stesso spirito.

La nostra conversazione, nella fase conclusiva, si è in modo particolare concentrata sulle situazione in Medio Oriente, che abbiamo seguìto e sempre seguiamo, sia l'Italia che la Finlandia, con grande attenzione. Il ministro Frattini ci ha ragguagliato anche sull'impegno,che sarà meglio calendarizzato non appena le circostanze lo renderanno più utile, su una visita, una missione, di cinque ministri degli Esteri dell'Unione Europea a Gaza: una missione a cui noi, e il ministro Frattini in particolare, ci auguriamo possa essere associata anche la Finlandia.

Per quello che riguarda le questioni dello sviluppo economico e in generale del ruolo dell'Europa abbiamo anche qui trovato gli stessi accenti. Noi siamo assolutamente convinti, nello stesso modo e nella stessa misura, che le chance per l'Europa di giocare il ruolo che le spetta, anche in un mondo così fortemente cambiato e in via di cambiamento, riposano sulla sua capacità di agire e di affrontare i problemi in modo univoco e concorde e di parlare con una sola voce nei fori internazionali.

Siamo quindi entrambi forti partigiani di uno sviluppo ulteriore del processo di integrazione europea, superando limiti e angustie se non egoismi di carattere nazionale che ancora intralciano questo cammino. E abbiamo anche voluto, in modo particolare, sottolineare come siamo insieme protagonisti di alcune dimensioni fondamentali dell'impegno internazionale dell'Europa e della stessa crescita della Unione Europea in quanto tale. Abbiamo parlato sia della dimensione nordica, che ha per protagonista la Finlandia, sia della dimensione sud-mediterranea, che ha tra i suoi protagonisti l'Italia.
Infine, non abbiamo trascurato, anche nella sua complessità, il tema della situazione che si è creata in alcuni Paesi - nuovi Stati membri dell'Unione - che con l'allargamento sono entrati a far parte della nostra famiglia: lì i problemi della libera circolazione verso tutti gli altri Paesi dell'Unione europea, i problemi delle minoranze e i problemi, nello stesso tempo, della lotta contro traffici criminali di ogni sorta, presentano caratteri e complessità particolari e ci impegnano a ricercare impostazioni e soluzioni comuni.

Noi saremo con la Presidente Halonen e la delegazione finlandese non soltanto questa sera per il consueto pranzo di Stato ma anche domani sera nella sede dello storico Istituto Finnico al Gianicolo e lì renderemo anche omaggio a un protagonista finlandese dell'epopea garibaldina, alla vigilia del 150° anniversario dell'Unità d'Italia.

Ringrazio la Presidente per l'impegno che ha voluto porre in questo incontro e in questa conversazione.


Alberto Spampinato - ANSA
Vorrei chiedere ai due Presidenti cosa pensano delle ricette che si stanno studiando e discutendo proprio oggi nelle sedi europee sui modi di fronteggiare la crisi finanziaria che è esplosa anche sul piano istituzionale con il caso greco, cosa pensano delle ipotesi di sanzioni che potrebbero arrivare a limitare i diritti di voto dei Paesi membri e di una tassa, di cui ha parlato anche il Presidente della Commissione, Barroso, sui movimenti finanziari.

Presidente Napolitano
Non siamo entrati nel dettaglio di queste questioni. Abbiamo ribadito che è indispensabile avere più iniziativa concreta per favorire il rilancio dello sviluppo comune dell'Unione europea. È un dato di fatto innegabile che l'Italia e la Finlandia, anche nelle riunioni di Consiglio europeo, hanno sostenuto sempre e molto tempestivamente la necessità di un impegno comune di fronte alla crisi greca e di fronte agli attacchi alla moneta unica e all'Euro-zona. Poi, dettagli come quelli delle proposte a cui lei si è riferito non sono stati discussi perché non mi pare che siamo ancora ad un punto di maturazione, nemmeno della discussione, su questioni di quella natura. Sappiamo che intanto sono stati già adottati degli orientamenti da portare avanti per rafforzare la sorveglianza di bilancio, o per arrivare all'istituzione di nuovi importanti strumenti come il board per il rischio sistemico e per la vigilanza macro prudenziale: sono tutte misure e strumenti che devono impedire il ripetersi di crisi acute come quella che ha investito la Grecia. Ma, al di là di ciò, c'è il problema dello sviluppo, di un balzo in avanti nella crescita e ciò non è possibile se non attraverso una forte sinergia di sforzi tra tutti gli Stati membri dell'Unione. Quindi, ancora una volta, la parola d'ordine è: più Europa, più integrazione.

Marcella Rossi - Giornale Radio Rai
Voi Presidenti di due Paesi europei avete parlato della posizione dell'Unione riguardo alla condanna dell'iraniana Sakineh dopo le dichiarazioni di Barroso?

Presidente Napolitano
Su questo punto la posizione del governo italiano è stato molto netta. Non è stata soltanto una posizione di principio, c'è stata un'iniziativa nei confronti del governo iraniano. Mi ha riferito proprio ieri il ministro Frattini di aver ricevuto l'assicurazione che nessuna decisione è stata ancora presa. La sollecitazione forte del governo italiano e di tutte le istituzioni rappresentative del nostro Paese - ed è posizione altissimamente condivisa dall'opinione pubblica - continua ad essere intensa in maniera da evitare che si compia un atto così altamente lesivo dei principî di libertà e di difesa della vita.

Liisa Liiataiten
Jean-Paul Fitoussi, che è un ex politico francese e anche professore universitario, in un'intervista a La Repubblica, dice - da politico europeo - che bisogna cercare una soluzione di un governo europeo federale: questo è un rilancio grossissimo di un tema presente nella politica europea da decenni. Voi pensate che una cosa del genere potrebbe diventare di nuovo un tema di discussione?

Presidente Napolitano
Mi si consentirà di non aver fatto ancora in tempo a leggere tutte le interviste di cui sono ricchi i nostri quotidiani. Conosco il professor Fitoussi, ho stima di lui e la sua è un'opinione molto caratterizzata, ma non isolata - ad esempio ricordo che qualche anno fa il Primo Ministro belga, attualmente capogruppo al Parlamento Europeo, il signor Verhofstadt, ha dedicato un libro esattamente a questo progetto di un'Europa governata su basi federali. Noi abbiamo avuto in Italia un pioniere nelle battaglie per la Federazione europea, nella persona di Altiero Spinelli, e abbiamo avuto un precursore nella persona di Luigi Einaudi. Naturalmente, tra queste visioni e questi obbiettivi molto ambiziosi e di lungo termine e la realtà attuale ci corre una notevole distanza. L'importante è che si muova il processo di integrazione, che l'Europa non resti ferma e non torni indietro rispetto a quelli che sono stati i principi ispiratori ed i fondamentali pilastri del processo di integrazione. Quindi, senza adesso domandarmi se e quando nascerà un governo federale, credo che sarebbe molto importante, che sarebbe fondamentale, per aiutare anche il ruolo internazionale dell'Europa e la crescita dell'economia europea, avere delle istituzioni comuni più forti, più politiche comuni e più risorse comuni: quindi, andare avanti sulla via dell'integrazione.