Bergamo 02/02/2011

Intervento del Presidente Napolitano all'incontro con gli assessori ed i consiglieri comunali e provinciali di Bergamo

Ringrazio molto il Sindaco e il Presidente della Provincia non solo per avermi accolto qui oggi ma per avermi rivolto per lettera un invito a visitare Bergamo in occasione del 150° anniversario dell'unità d'Italia.

E credo che il Sindaco e il Presidente della Provincia possano darmi atto della estrema rapidità della mia risposta. Direi quasi che ho colto la palla al volo: avevo un giorno di impegno a Milano a cui potevo agganciare e far seguire subito il mio arrivo a Bergamo.

Io naturalmente non vi infliggo un discorso in anteprima rispetto a quello, sia pur breve, che farò in teatro: lì avrò modo di dire le ragioni di questo mio impegno e di questo mio omaggio alla città di Bergamo, per tutto quello che rappresenta. Non solo per quello che ha rappresentato 150 e più anni fa, ma per quello che ha rappresentato in tutto lo sviluppo successivo del nostro Stato unitario, per quello che ha dato alla crescita economica, sociale e civile del paese.

Voglio dire soltanto che un po' dovunque, quando mi reco per iniziative e manifestazioni pubbliche, sono particolarmente lieto di poter sostare nelle aule e nei luoghi delle istituzioni locali, perché considero di avere un solo fondamentale dovere che è quello di rappresentare l'unità nazionale quale si esprime attraverso il complesso delle sue istituzioni perché punto di riferimento sono e resteranno fino all'ultimo giorno del mio mandato solo le istituzioni. Poi c'è la dialettica delle forze politiche, delle forze sociali, ma non è lì che mi compete intervenire e tantomeno interferire.

Le istituzioni locali sono veramente - non è retorico sottolinearlo - la base dell'edificio costituzionale e democratico del nostro paese. Siamo un paese che dà il massimo valore al principio di rappresentanza, ed è fondamentale che la rappresentanza in primo luogo si esprima e viva al livello più vicino ai cittadini. Questo sono dappertutto i nostri Comuni, i nostri Sindaci.

Io credo di aver avuto qualche parte, da Presidente della Camera, per il varo della legge della riforma del 1993 che diede luogo alla elezione diretta dei sindaci e anche alla successiva scelta autonoma da parte dei sindaci dei componenti delle giunte, dei componenti degli organi di governo, e credo che sia stata una riforma giusta, una riforma buona. Questo, però, senza annullare il ruolo della rappresentanza, il ruolo dei Consigli comunali. E penso che pur avendo dato poteri decisionali, che prima non avevano, ai sindaci, che hanno assunto quindi in prima persona la responsabilità della realizzazione dei programmi in base ai quali hanno ottenuto il consenso dei cittadini, la voce dei rappresentanti di tutte le forze politiche, di tutti gli eletti dal popolo è fondamentale.

Lo stesso vale per il Consiglio provinciale, per la Provincia come istituzione. Ogni tanto si discute in Italia - nel nostro paese si va ondate: ci sono periodi in cui si apre un problema, poi lo si chiude e ci si dimentica quasi che esiste e poi lo si riscopre - e di recente si sono avute nuove discussioni sull'ente provincia : credo che per il momento non sono state avviate ipotesi di riforma complessiva dell'architettura istituzionale del nostro paese, diciamo al di sotto del livello regionale; e credo peraltro che la Provincia, soprattutto in certe parti d'Italia, è una entità reale, è una istituzione la quale raccoglie una tradizione e anche un sentimento dei cittadini che vi si riconoscono in una dimensione più ampia di quella comunale.

Quindi voglio soltanto dirvi buon lavoro, buon lavoro in queste istituzioni che sono così essenziali per la vita democratica del paese e nelle quali - aggiungo soltanto questo, perché ne sono convinto e non trovo elementi che mi smentiscano in nessun luogo - noi abbiamo un confronto tra le forze politiche e anche un confronto con le forze sociali più sereno che nella nostra capitale, cioè a livello nazionale. E questo, a mio modesto avviso, è un bene perché non si sacrifica nulla delle differenze e dei contrasti ma si affrontano le differenze e i contrasti in un clima che favorisce quello sforzo collettivo unitario che è indispensabile per il progresso del nostro paese.