Signor Presidente della Repubblica di Croazia e caro amico,
Autorità,
Signore e Signori,
mia moglie ed io abbiamo accolto l'invito a venire in visita di Stato nella Repubblica di Croazia con grande gioia. Questa è una nazione che sentiamo vicina nella geografia, nella cultura, e aggiungo nel sentimento : per l'entusiasmo con cui si affaccia sulla scena europea. Lo pensavo prima di arrivare ; ne ho avuto testimonianza nella calorosa e amichevole accoglienza, così come nei fruttuosi colloqui che abbiamo avuto insieme questa mattina, e quelli con il Primo Ministro nel pomeriggio.
Il legame bilaterale è forte e vivo ; le nostre politiche in Europa e nell'alleanza atlantica sono convergenti ; siamo impegnati insieme in Afghanistan; ci unisce l'interesse a fare dell'Adriatico un mare di prosperità e una via di comunicazione fra area mediterranea e Balcani.
Festeggiamo insieme date e traguardi significativi per i nostri popoli: i 150 anni dell'Unità d'Italia ; i 20 anni di indipendenza della Croazia; la conclusione dei negoziati di adesione e l'indicazione della data entro la quale la Croazia diventerà il 28° Paese membro dell'Unione Europea. Desidero ancora ringraziare il Presidente Josipovič per essere stato con noi in occasione delle celebrazioni del 2 giugno a Roma. Sono altrettanto lieto e orgoglioso di essere con voi oggi per celebrare lo storico traguardo europeo raggiunto dalla Croazia.
In un mondo interdipendente, le sorti di Italia e Croazia sono strettamente intrecciate. Il nostro futuro e' indissolubilmente legato a quello di una Europa che andiamo costruendo con tenacia e con la convinzione di doverla rendere sempre più autorevole, fattore di stabilità e prosperità nella più ampia arena internazionale. Lo è già ; potrà esserlo ancora di più ; siamo convinti di potervi contribuire con creatività e spirito d'iniziativa.
Signor Presidente,
il 25 giugno, avete festeggiato il 20° anniversario dell'indipendenza della Repubblica di Croazia, che vide la luce in circostanze drammatiche. Sono seguiti anni bui, che hanno visto guerre e sconvolgimenti. Nel 2009 siete entrati nella NATO. Pochi giorni or sono, il 30 giugno, a Bruxelles, avete chiuso il negoziato di adesione. Queste date misurano la lunga e decisa marcia che avete compiuto in questi vent'anni, per riacquistare il vostro posto nell'alveo della cultura e della civiltà nelle quali vi riconoscete.
Il prossimo ingresso della Croazia nell'Unione e' una conferma di stabilità, a beneficio di tutta la regione, e un segnale a tutti gli altri Paesi dei Balcani cui state dicendo chiaramente "anche voi potete, se volete" raggiungere lo stesso traguardo. Purché siate pronti e disposti ad impegnarvi a fondo su questa strada.. Italia e Croazia potranno insieme favorire il cammino che porta l'insieme dei vostri paesi all'integrazione nell'Unione Europea.
Mi congratulo con Lei per l'azione convinta e lungimirante che Zagabria sta portando avanti in favore dell'integrazione euro-atlantica dei Balcani e del superamento dei demoni del passato.
Signor Presidente,
gli eccellenti rapporti a livello politico, economico, culturale, fra Croazia e Italia sono cementati dalla presenza di una minoranza italiana autoctona, radicata soprattutto in Istria e negli altri luoghi di insediamento storico, a Fiume e in Dalmazia.
La storia non e' stata generosa con le popolazioni di queste terre. Buona parte del secolo XX e' stata funestata da guerre e aspre contrapposizioni. Eppure oggi siamo in grado di scrivere un nuovo capitolo, completando quel gesto coraggioso che, insieme con il Presidente della Slovenia, abbiamo compiuto il 13 luglio dell'anno scorso a Trieste.
Nello spirito di Trieste riaffermiamo in forma solenne che guardiamo a un futuro di amicizia nell'Europa. Che non siamo condizionati da un passato che ha visto troppe pagine oscure: nazionalismi, totalitarismi, dittature, aggressioni e oppressioni, campi di concentramento, eccidi, foibe, esodi. Dobbiamo, tristemente, tenere incise nella nostra coscienza quelle pagine buie affinché non si ripetano mai più. La memoria rispetta e ricorda tutte le vittime di quei periodi. Ma le nuove generazioni devono essere affrancate dal retaggio di tragedie ed errori.
La minoranza italiana in Istria, Fiume e Dalmazia gode oggi del pieno rispetto dei diritti fondamentali ed e' portatrice di valori di mutuo rispetto, di convivenza e di dialogo. Per i cittadini che sono croati e italiani, o che nella lingua e cultura italiana si riconoscono, l'ingresso della Croazia in Europa dischiude l'ulteriore arricchimento della cittadinanza europea. Essere cittadini europei significa condividere valori, progetti, speranze, significa essere partecipi, come recitava il motto della Presidenza italiana dell'UE nel 2003, di un sogno comune. E questo vale in particolare per i nostri giovani, naturalmente proiettati verso l'Europa.
In questo nuovo respiro non mancano esuli, che avendo lasciato queste terre durante e dopo la fine del secondo conflitto mondiale, cominciano a tornare, saldando la frattura che si e' consumata con coloro che sono "rimasti". Tornano perché amano queste terre, le terre della loro gioventù o dei loro padri, e perché sanno che saranno accolti con rispetto per la difficile esperienza umana di cui sono stati protagonisti e con sentimenti di leale riconciliazione.
Oggi possiamo rallegraci dei grandi traguardi di reciproca comprensione che abbiamo raggiunto. Sappiamo bene - la storia ce lo insegna - che questi traguardi sono tutt'altro che maturati presto e spontaneamente, ma sono il frutto della consapevolezza e della volontà dei nostri Governi, dei nostri Paesi, dei nostri popoli, che ci permettono, oggi, un salto di qualità. La semplice intuizione di incanalare le nostre relazioni nell'alveo stabile dell'avvicinamento della Croazia all'Unione Europea è causa non ultima dello straordinario impulso delle relazioni bilaterali in questi ultimi anni. Abbiamo seguito i principi europei e in questo quadro di riferimento abbiamo sviluppato in modo esemplare i nostri rapporti. Credo che ne possiamo essere orgogliosi.
Signor Presidente,
con questi sentimenti ho intrapreso la mia visita di Stato. E con questi sentimenti invito a levare il calice, per dare il benvenuto alla Croazia quale 28 Paese membro dell'Unione Europea, e per brindare alla collaborazione e amicizia fra la Repubblica di Croazia e la Repubblica italiana e al nostro futuro lavoro comune in seno all'Europa. Buona salute a lei e alla sua famiglia.