Bucarest 15/09/2011

Brindisi del Presidente Napolitano al Pranzo di Stato offerto dal Presidente di Romania

Signor Presidente di Romania,
Signore e Signori,

Il solo nome Romania evoca l'orgoglio della Sua nazione per l'antico radicamento nella lingua latina e nella cultura romana. Neppure negli anni più bui del secolo scorso, segnati dagli orrori e dagli stravolgimenti delle guerre mondiali, delle dittature e della divisione del nostro continente, la Romania ha smarrito questa sua identità storica. Negli ultimi vent'anni, questa vocazione si è rigenerata col rientro della Romania nella famiglia delle democrazie europee e atlantiche. E' una scelta di forte coerenza nazionale e di grande respiro strategico che l'Italia appoggia con convinzione.

Oggi, i nostri due Paesi condividono il cammino della libertà e della democrazia, lungo una strada aperta già dai nostri rispettivi processi di unificazione nazionale giunti a compimento nel 1859 e nel 1861. Nelle strade di Bucarest ci si imbatte nei nomi dei nostri eroi del Risorgimento, degli statisti dell'Unità d'Italia: le vostre vie e piazze testimoniano dell'amicizia e simpatia che ci legano, della reciproca ispirazione esercitata dalle battaglie dei nostri popoli per la liberazione e l'indipendenza e quindi dei valori condivisi con l'Italia dalla società civile e dalla classe politica romena del tempo. Da allora, molta parte della storia del diciannovesimo e del ventesimo secolo ha accomunato, talvolta drammaticamente, i destini dei nostri due Paesi senza che lunghi decenni di divisione scalfissero l'amicizia tra i nostri due popoli.

A partire dal 1989 la Romania ha ritrovato pienamente il senso di appartenenza all'Europa e alla cultura in cui aveva sempre teso a riconoscersi. La divisione e l'incomunicabilità che attraversavano il nostro continente erano contro natura. Lo dimostra la rapidità con cui sono state colmate dall'allargamento dell'Unione Europea e della NATO, dell'Osce e del Consiglio d'Europa. Nel caso della Romania il "ritorno in famiglia", europea, occidentale, latina, si è tradotto anche nell'allacciamento di legami sempre più fitti e intensi con l'Italia.

Gli ultimi vent'anni sono un'epoca d'oro dei rapporti tra i nostri due Paesi : migliaia di piccole e medie imprese italiane hanno investito dapprima nella regione di Timisoara, poi in tutto il Paese, portando qui crescita e posti di lavoro, e garantendo al nostro sistema economico sbocchi e opportunità di sviluppo. E' stata ed è un'esperienza altamente significativa nel reciproco interesse; un'esperienza originale di industrializzazione e internazionalizzazione. Ringrazio le Autorità ed il popolo romeno per l'accoglienza sempre accordata ai miei connazionali. Qui, in Romania, gli italiani si sono sentiti e si sentono a casa e di casa. L'Italia, dal canto suo, si è caratterizzata, sul piano politico, per il forte e costante appoggio alle aspirazioni euro-atlantiche di Bucarest fin dal 1995; sul piano umano e sociale, accogliendo tanti lavoratori romeni sul suolo italiano. Oggi, oltre un milione di essi vivono nel nostro Paese, e sono diventati parte integrante del nostro tessuto produttivo. Gli immigrati romeni hanno potuto godere dei diritti garantiti dalla nostra Costituzione a quanti rispettino le nostre leggi. Siamo impegnati a respingere ogni tentazione xenofoba anche nel colpire devianze criminali da parte di chicchessia. In sostanza, si è creato fra le due nazioni uno scambio fecondo di lingue, di culture, di dimensione lavorativa e di affetti familiari.

Siamo fra quanti credono che i processi di allargamento delle istituzioni europee, che hanno visto la Romania fra i protagonisti, siano portatori di linfa vitale, di energie fresche e di nuovi orizzonti. Questa è la visione che ci ha spinto ad incoraggiarli e sostenerli. Crediamo anche che l'impegno dei nuovi membri non si esaurisca nell'adesione. L'appartenenza all'Unione Europea, in particolare, è una sfida continua: nelle riforme strutturali, nel buon governo, nel rafforzamento delle istituzioni democratiche e dello Stato di diritto, nella gestione della spesa pubblica. Questo vale per tutti : vecchi e nuovi membri.

Per la Romania i traguardi strategici sono lo spazio Schengen, la moneta unica, gli standards comunitari nella giustizia e negli affari interni. Sono raggiungibili con un impegno forte e costante delle istituzioni e della società civile romene, che l'Italia è pronta a riconoscere ed appoggiare.
Questo momento di difficile crisi economica, mondiale mette a dura prova anche l'Unione Europea. Non possiamo farci intimorire, né possiamo dimenticare sia le grandi potenzialità che l'integrazione può dispiegare sia gli enormi benefici che ha già offerto ai nostri cittadini.

Presidente Basescu, Lei che ci ha onorato con la Sua presenza per la Cerimonia del 2 giugno a Roma, sa in quale spirito noi abbiamo celebrato il 150˚ anniversario dell'Unitá d'Italia : con orgoglio e fiducia, e insieme con forte consapevolezza dei problemi che ancora dobbiamo risolvere e delle nuove sfide che ci tocca affrontare. Di fronte alle sfide della globalizzazione, sempre più forte appare l'interdipendenza che tutti ci lega ; sempre più stretto è il legame tra lo sviluppo economico e la stabilità finanziaria ; appaiono irrealistiche ipotesi di vie d'uscita meramente nazionali dalla crisi attuale. Di qui l'esigenza di proseguire senza esitazioni sulla via dell'unità politica europea come solo possibile ancoraggio di un nuovo sviluppo economico equo e sostenibile dei nostri paesi. Soltanto rafforzando la coesione interna, l'Europa e i singoli Stati possono contare, insieme, all'esterno.

Il grande poeta romeno Mihai Eminescu scrisse nel secolo scorso che Italia e Romania sono "nazioni sorelle". Oggi, la cooperazione italo-romena in ambito europeo e atlantico può contribuire attivamente, oltre che alla nostra stessa prosperità e sicurezza, al governo della complessa e contraddittoria realtà internazionale.

Ed è con questo auspicio che levo il calice, augurando pace, prosperità e benessere all'Italia, alla Romania, all'Europa.