Dogliani 08/10/2011

Intervento del Presidente Napolitano in occasione della cerimonia commemorativa del 50° anniversario della morte di Luigi Einaudi

Ho apprezzato le parole del sindaco di Dogliani relative a temi di attualità politica e istituzionale su cui sono intervenuto più volte in questi giorni e su cui egli mi ha così risparmiato di dover ritornare.

Continuo a riflettere sulla lezione e ad attingere all'esempio di rigore e sobrietà del presidente Einaudi. E mi fermo qui visto che qualche giorno fa un'occasionale reminiscenza storica, il richiamo nell'aula del Consiglio comunale di Biella in cui e' segnato il posto che fu a lungo di Giuseppe Pella, al governo che Pella formò nel 1953 su incarico di Einaudi, è bastato per indurre solerti commentatori a immaginare disegni e scenari di attualità. Spero si giungerà a recuperare un po' di distacco nel discutere almeno di fatti storici.

Naturalmente, il ricordo e l'omaggio che oggi dedichiamo a Luigi Einaudi non possono limitarsi all'esperienza presidenziale che pure segnò il culmine della sua operosità e rispecchiò l'intera sua visione non solo istituzionale ma ideale e morale.

Ho perciò molto apprezzato il contributo offerto dal prof. Petroni nel tracciare una sintesi dell'eredità di pensiero e di impegno - politico, pedagogico, comunicativo - di Luigi Einaudi. C'è da rileggere Einaudi, e ci sarebbe anche da ripubblicarlo, ha ragione Petroni. C'è da riflettere con spirito nuovo anche su momenti di dibattito rimasti famosi e però un po' equivocati come quello tra Croce ed Einaudi, perché (anche se non pretendo di rappresentare il " lato napoletano" della disputa) quel che a Croce premeva non era confutare le tesi di Einaudi sull'economia, quanto affermare un concetto di libertà e un profilo di Partito liberale non identificabili con alcuna scuola specifica di pensiero economico. E c'è da riflettere egualmente su aspetti misconosciuti del suo pensiero come quella che potremmo chiamarne (con molta approssimazione) la dimensione sociale.

Aspetti importanti sono stati messi a fuoco negli atti di recente pubblicati del convegno della Banca d'Italia, e altri oggi qui nel discorso del professor Petroni. Insomma, occorre portare avanti questo sforzo di valorizzazione piena e unitaria del lascito di ispirazioni e ideali propriamente einudiano. Dovrebbe essere chiaro che ci sono insegnamenti e suggestioni da trarne, superando schemi duri a morire, per un moderno approccio riformista che non può comunque non essere europeista (ed Einaudi fu davvero precursore della scelta federalistica europea anche degli Spinelli e degli Ernesto Rossi, che d'altronde non mancarono mai di riconoscere questo loro debito ed ebbero personalmente con Einaudi un rapporto fecondo).

E' bello discutere di ciò in una sede come questa, dinanzi agli stendardi del comune di Dogliani e della Regione Piemonte perché c'e' bisogno di questi nutrimenti per portare la politica , e la dialettica politica nelle nostre istituzioni, al livello di dignità e nobiltà cui debbono aspirare.