Palazzo del Quirinale 20/03/2012

Brindisi del Presidente Napolitano al Pranzo di Stato in onore del Presidente della Repubblica di Malta, George Abela

Signor Presidente,
Signora Abela,
Signore e Signori,

rinnovo stasera in questa solenne cornice il più sentito benvenuto al Presidente della Repubblica di Malta, alla sua Gentile Consorte e alla delegazione che li accompagna.

La vicinanza geografica, culturale, psicologica, fra i nostri due paesi fa sì che ci incontriamo spesso, al più alto livello istituzionale. Questa consuetudine riflette la stretta amicizia e la familiarità che esiste fra i nostri popoli. Quattro anni orsono fui lieto di ricevere in questo Palazzo, il Presidente Fenech Adami, Suo predecessore, cui La prego di portare il mio cordiale saluto. Ricordo bene, Signor Presidente, la calorosa accoglienza che mia moglie ed io ricevemmo a Malta nel giugno 2010. E un anno dopo, il 2 giugno, Ella ci onorò della Sua presenza, in questa sala, per le celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia.

Per gli italiani che rinnovavano i valori fondanti dell'identità nazionale, i numerosi Capi di Stato e massime autorità di tanti paesi amici, ospitati dal Quirinale in quell'occasione, rendevano testimonianza del cammino compiuto dall'Italia nel secolo e mezzo di storia unitaria, in Europa e nel mondo. Una storia nazionale alla quale Malta non è mai stata estranea. Durante l'intero arco dell'800, fino all'agognata indipendenza nazionale, molti nostri esuli trovarono a Malta rifugio e conforto, e un'ospitalità che non dimenticarono, a poca distanza dalla loro terra.

E a Malta, proprio lo scorso anno dopo oltre un decennio di lunghi lavori, fu portato a termine il restauro della magnifica Chiesa di Santa Caterina degli Italiani a Valletta.

Nel democratico succedersi di legislature e di governi del secondo dopoguerra, esponenti politici italiani di diversi schieramenti, in rappresentanza delle Istituzioni o delle forze politiche, hanno colto e coltivato le potenzialità dell'intreccio di rapporti fra i due paesi. La loro lungimiranza seppe tradurre i sentimenti di affinità e amicizia col popolo maltese in forme concrete di sostegno a Malta, nelle varie tappe che hanno portato Malta all'indipendenza fino all'adesione all'Unione Europea. Una storia, quest'ultima, di grande successo per la Sua nazione.

Signor Presidente,
la solidarietà fra i nostri due paesi ha continuato ad arricchirsi nelle quotidiane occasioni di collaborazione e di scambi che abbracciano praticamente e fisiologicamente tutti i campi. Oggi ci accomunano ancor di più le sfide a cui ci confrontiamo in questa parte del mondo - quali i fermenti di libertà e democrazia sulla sponda Sud, la tutela ambientale, il dialogo fra culture, i movimenti di popolazione, la minaccia del terrorismo. Chi, più di Italia e di Malta, avverte direttamente quanto il Mediterraneo richieda un rinnovato e generoso impegno dell'Unione Europea? Sta pertanto a noi, insieme agli altri partners mediterranei, investire l'Unione di questa urgenza e priorità. L'Europa non può più permettersi di trascurare il Mediterraneo.

Da tempo operiamo insieme in ambito multilaterale, in Europa e nel Mediterraneo. Condividiamo responsabilità che sono particolarmente gravose e difficili e richiedono l'impegno di tutti gli Stati, in primis quelli della regione, in uno sforzo coordinato fra governi e organizzazioni internazionali, con la partecipazione di tutte le istanze presenti nelle nostre società.

La nostra vocazione multilaterale è stata messa alla prova con successo quando, non più tardi di un anno fa, la minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale in Libia è stata sventata grazie alle risoluzioni 1970 e 1973 del Consiglio di Sicurezza. Malta ha saputo prendere decisioni coraggiose con riguardo alla crisi libica e ha svolto lo scorso anno un apprezzato ruolo di primo piano per l'accoglienza di perseguitati dal regime di Gheddafi.

Entrambe le nostre due nazioni si rifanno all'idea di Europa. La costruzione europea e l'adesione a tale progetto sono state pensate e volute con tenacia e lungimiranza in Italia, paese fondatore, e, nello stesso spirito, a Malta per la consapevolezza del patrimonio di valori e di conquiste rappresentato dall'Unione Europea. La strenua difesa della moneta unica, a costo di rigore di bilancio e sacrifici non indifferenti, corrisponde a questa impostazione di fondo. Una crisi finanziaria di proporzioni che travalicano i confini europei ci impone un'azione innovativa, un salto di qualità nell'integrazione e nella governance economica e la mobilitazione delle nostre migliori risorse. Ma non vi sono alternative realistiche al rafforzamento della costruzione europea. La crisi richiede, anzi impone, "più Europa".

Signor Presidente,

nel Mediterraneo, l'Italia opera con tutti i Paesi dell'area, in raccordo e in conformità con gli orientamenti maturati al livello europeo e nell'ambito delle Nazioni Unite.

Il dialogo con i nostri vicini della sponda sud del Mediterraneo deve adesso poter riprendere con rinnovata intensità, con una visione innovativa dettata dalle nuove realtà e potenzialità che vanno emergendo nel Maghreb a seguito del "risveglio arabo". Il prossimo Vertice 5 più 5 che il Suo Paese ospiterà in autunno costituisce una occasione importante sotto questo aspetto.

Nello stesso spirito, dobbiamo sapere avviare a soluzione questioni solo apparentemente bilaterali. Le questioni migratorie, con i drammi umani ad esse collegati, vanno affrontate in un clima di matura fiducia reciproca. A tal fine è necessario ricercare intese durature per concordare i nostri confini e le rispettive responsabilità e intensificare così la nostra collaborazione. Il rapporto speciale che ci unisce può diventare esempio nel Mediterraneo.

La mostra del grande scultore maltese del 600, Melchiorre Cafà, che Lei, Signor Presidente, inaugurerà domani nella prestigiosa Accademia di San Luca è emblematica nell'illustrare ed esaltare ciò che Malta ha offerto e continuerà ad offrire nello sviluppo delle relazioni culturali e umane, in vocazione e attitudine al dialogo con i suoi vicini.

Di fronte ai complessi, talvolta inquietanti, scenari regionali e internazionali, a noi spetta fare leva sugli eccellenti e consolidati rapporti fra i nostri Paesi per cogliere insieme le numerose opportunità e prospettive di collaborazione e di crescita per le giovani generazioni.

Con l'augurio di un ulteriore forte sviluppo delle relazioni di amicizia tra i nostri Paesi invito voi tutti, graditi ospiti, a levare il calice, Signor Presidente, al benessere Suo e della Sua nazione.