Ringrazio vivamente il Presidente Marzouki per la sua accoglienza e le sue parole. Sono qui per esprimere a nome dell'Italia, del Governo e del Parlamento la nostra profonda simpatia per l'esperienza in cui è impegnata la nuova Tunisia.
Rinnovo innanzitutto il senso di ammirazione che abbiamo provato per l'anelito di libertà e di democrazia che ha attraversato i Paesi arabi, a cominciare dalla Tunisia. Siamo veramente di fronte ad una nuova realtà, che si è riassunta nella espressione di "primavera araba". Ed è molto importante che qui, in Tunisia, dalla fase di libera manifestazione di queste profonde aspirazioni alla libertà e alla democrazia si sia passati già alla costruzione di una nuova realtà istituzionale, politica e civile. Crediamo che, in questo senso, l'esempio della Tunisia sia altamente incoraggiante per tutti i Paesi arabi che hanno condiviso le rivoluzioni dell'ultimo anno.
Vorrei esprimere qui anche il nostro profondo rispetto per la personalità del Presidente che, in quanto assertore dei diritti umani nel corso di tutta la sua vita militante, rappresenta un grande punto di riferimento e una grande garanzia ai nostri occhi. Si sta aprendo effettivamente un processo costituente - io domani potrò parlare davanti all'Assemblea - il cui esito sarà una Tunisia autenticamente stabile: una stabilità solida perché basata sul consenso popolare. Nel passato c'erano Paesi arabi, con i quali il nostro Paese e l'Europa hanno avuto diversi rapporti, che davano una illusione di stabilità: era una stabilità largamente mistificatoria e profondamente precaria perché fondata sulla repressione dei diritti e delle aspirazioni popolari.
Vediamo oggi che è possibile in Tunisia, evitando scontri ideologici, realizzare il massimo di cooperazione politica e sociale fondata sui principi democratici. In questo senso vorrei dire al Presidente che ci rendiamo benissimo conto che da parte degli amici della Tunisia non bisogna semplicemente celebrare la comune devozione ai principi di libertà e di democrazia, ma bisogna stabilire dei rapporti che veramente aiutino la Tunisia a consolidare la propria economia e la propria società. Bisogna cioè dare un contenuto e uno sviluppo concreto a questo nostro appoggio alla nuova Tunisia. Ed è per questo che i nostri ministri degli Esteri si apprestano a sottoscrivere nuovi accordi tra i due Paesi. C'è un antica tradizione di presenza italiana in Tunisia, di presenza anche in campo economico ed imprenditoriale, e a questa tradizione bisogna dare tutti gli sviluppi nuovi che sono necessari e possibili.
Infine, voglio raccogliere quello che ha detto il Presidente a proposito della cooperazione, non solo tra Italia e Tunisia, ma tra le due sponde del Mediterraneo. Una cooperazione euro-mediterranea non si è sviluppata a sufficienza negli ultimi anni, dopo gli annunci dati in nome della Unione per il Mediterraneo. Occorrono fatti concreti rispetto a quelli che finora sono stati del tutto inadeguati. Il nostro impegno è, quindi, pieno: sia sul piano dei rapporti bilaterali con la Tunisia, sia sul piano del nostro apporto ad una politica mediterranea dell'Unione europea.
Sono d'accordo con il Presidente che tra Italia e Tunisia vadano considerati rapporti non solo politici ed economici, ma umani: esprimiamo la nostra profonda comprensione per il dramma di famiglie tunisine che hanno perduto i loro cari in quelli che dovevano essere viaggi della speranza verso l'Italia e verso l'Europa, ma che troppe volte sono diventati viaggi della morte. Vogliamo che ci sia cooperazione tra i due Paesi attraverso i canali di una immigrazione legale e regolata; ma, anche di fronte agli arrivi di immigrati illegali, abbiamo sempre dato la priorità all'impegno per la salvezza delle vite umane. Vogliamo dunque dare il nostro contributo, nella massima misura possibile, per soddisfare l'ansia delle famiglie di poter ritrovare i loro congiunti che risultano dispersi.
Questo è lo spirito della mia visita. Sono veramente lieto di essere in Tunisia, nella Tunisia della "primavera araba".
Tunisi 16/05/2012