Un saluto a voi tutti e grazie al Presidente Turk. Sono molto lieto di poter compiere questa visita di Stato. Coloro che hanno il quadro storico dei precedenti ci dicono che è la prima visita di Stato di un Presidente della Repubblica italiana nella nuova Repubblica di Slovenia; ma questo non è altro che il punto di arrivo di una serie assai fitta di incontri che abbiamo avuto col Presidente Turk. Tra noi c'è oramai molta amicizia e molta dimestichezza, e credo che entrambi possiamo essere molto soddisfatti del cammino compiuto nei rapporti fra i nostri due Paesi e anche verso una più ampia riconciliazione in quest'area che ha visto le terribili ferite della seconda guerra mondiale.
Abbiamo cercato di liberarci dai condizionamenti del passato. Anche l'incontro di Trieste, che il Presidente Turk ha ricordato, ha potuto essere realizzato, come non si era riusciti negli anni precedenti, mettendo insieme i Presidenti di Italia, Slovenia e Croazia. Poi c'è stata la mia partecipazione al ventennale della Slovenia indipendente. C'è stata quindi l'occasione importante di un incontro a Pola con il Presidente croato col quale abbiamo insieme redatto e annunciato una dichiarazione comune che va, appunto, nel senso di un radicale e incisivo miglioramento dei nostri rapporti in questa area. E ho avuto il piacere di accogliere il Presidente Turk alle celebrazioni del 150° anniversario dell'unità d'Italia.
Insomma, credo che veramente sia cambiato molto in questi anni. E abbiamo davanti una prospettiva come non mai positiva, luminosa, di sviluppo delle relazioni bilaterali tra i nostri due Paesi, delle relazioni di cooperazione in tutta l'area balcanica e dell'impegno comune in seno all'Unione europea e alla comunità internazionale.
Per quello che riguarda le relazioni bilaterali, abbiamo avuto nel corso dell'incontro il contributo dei nostri ministri degli Esteri, che comunque si vedranno di qui a poco per ulteriori approfondimenti. Io incontrerò domani i rappresentanti delle due minoranze. In effetti, c'è un impegno molto concreto del governo Monti e, per esso, del Ministero dell'Interno che ha affidato al sottosegretario prof. Ruperto la cura di questi rapporti : già si sono svolti a questo proposito incontri, e contatti e impegni si stanno via via definendo e scandendo.
Per quello che riguarda l'Europa, noi crediamo di avere dato un contributo allo sviluppo dei rapporti in seno all'Unione europea proprio con questo rafforzamento dell'area di cooperazione e di pace tra Italia, Slovenia e Croazia. E vogliamo dare un ulteriore contributo per l'avvicinamento di tutta l'area dei Balcani occidentali alle istituzioni europee: la Croazia è diventata Stato membro dell'Unione; è stato riconosciuto lo status di candidato alla Serbia; si stanno facendo progressi nelle relazioni dell'Unione Europea con il Kossovo e ci sono novità in arrivo anche per quello che riguarda l'avvicinamento del Montenegro al processo europeo.
Naturalmente i nostri due paesi, che oltre a essere Stati membri dell'Unione sono anche Stati membri dell'Eurozona, si trovano di fronte a tutte le difficoltà e agli interrogativi, che voi conoscete, per quello che riguarda le vicende della crisi finanziaria, della crisi dei debiti sovrani, della crisi sui mercati finanziari che toccano la sfera della moneta unica, grande e irrinunciabile conquista del processo di costruzione europea.
Noi, Italia e Slovenia, abbiamo posizioni molto vicine, spesso del tutto coincidenti su questo arco di questioni: le risposte da dare sul piano della integrazione fiscale, finanziaria, bancaria, debbono allargarsi a una ricerca di risposte e di prospettive per la unione politica vera e propria dell'Europa. Questo corrisponde, d'altronde, alla ispirazione originaria del 1950 quando partì questo processo, con l'impulso di Jean Monnet, dei paesi fondatori, tra i quali c'era l'Italia, insieme con la Germania, la Francia e il Benelux.
Abbiamo bisogno - ma è ormai una realtà oggettiva, non più una scelta ideale - di più Europa, di più integrazione. Questo è l'impegno che insieme perseguiremo nell'ambito delle istituzioni europee, salutando come positivo il risultato del Consiglio di fine giugno che ha visto anche nuove voci contribuire alla dialettica delle posizioni e della sintesi finale in seno al Consiglio europeo.
D. L'Eurogruppo di ieri è stato un successo dal punto di vista delle politiche comuni anti spread e un successo anche della linea del governo italiano, del governo Monti ; però i mercati restano scettici. Perché la politica non riesce a convincere i mercati e lo spread rimane alto, anche in Italia?
Presidente
Lei ha posto una questione grossissima: vorrebbe che io interpretassi gli umori dei mercati finanziari, ma credo che non ci siano maghi in grado di farlo.
Sappiamo che gli alti e i bassi che conoscono i titoli del debito pubblico del nostro e di altri paesi dipendono da molti fattori che in parte sono oggettivi, e non riguardano soltanto specificamente l'Italia o la Spagna, perché vediamo quali contraccolpi abbia sui mercati finanziari qualsiasi notizia venga circa l'economia degli Stati Uniti o circa le prospettive complessive dell'economia mondiale; sappiamo però che ci sono anche fattori speculativi, anche fattori strumentali rispetto ai quali proprio nel Consiglio europeo di fine giugno si è studiato il modo di intervenire perché ci siano regole e limiti che valgano anche per i comportamenti degli operatori sui mercati finanziari.
D. Dopo l'incontro di Trieste i rapporti tra i nostri due paesi sono ottimi, però ci sono ancora questioni aperte come la realizzazione dei riclassificatori nel Golfo di Trieste e delle infrastrutture. Come pensate di risolvere in maniera rapida queste questioni?
Presidente
Sul clima dei rapporti tra lo Stato italiano e la minoranza slovena in Italia e, in generale, sullo stato delle questioni che interessano le due minoranze ho già detto prima, ed è tornato ora il Presidente Turk con parole che pienamente condivido. Abbiamo anche questa prospettiva nell'incontro del prossimo 17 settembre che potrà rappresentare un importante passo avanti.
Non entro nel merito delle questioni sollevate perché, per quello che riguarda il mio paese, sono di esclusiva responsabilità del governo italiano. Il Ministro Terzi, intervenendo questa mattina, si è soffermato, sia pur brevemente, proprio su queste questioni, che riprenderà nel colloquio col ministro degli Esteri sloveno. E debbo dire che il ministro Terzi ha anche accennato alla opportunità di affrontare, specificamente e a parte, la questione energetica che effettivamente si presenta particolarmente intricata. Confido che anch'essa sarà risolta in pieno accordo e nel comune interesse.
D. Tornando alle incertezze dei mercati che anche stamattina continuano, secondo lei sarebbe utile per tacitare anche le speculazioni di cui parlava che la politica italiana si assumesse come impegno anche per dopo il 2013 le stesse linee che sta seguendo il Presidente del Consiglio Monti in questa fase?
Presidente
La politica italiana è una entità un po' complicata: cosa significa la politica italiana? Le forze politiche italiane sono in questo momento in parte tre importanti partiti convergenti nel sostegno alla politica del governo Monti, anche se con dei distinguo e con delle riserve ma con dei contributi molto propositivi; e altre forze che invece sono su linee completamente diverse.
Io naturalmente sono convinto che i partiti che sostengono attualmente il governo Monti siano determinati a dare, anche dopo le elezioni previste per il 2013, un conseguente sviluppo a delle politiche di maggiore integrazione europea, a delle politiche che garantiscano, per quello che riguarda il nostro paese, la liberazione da un peso soffocante dello stock di debito pubblico accumulato nel passato e, nello stesso tempo, aprano la strada ad una politica di cui abbiamo assoluto bisogno anche al fine di riequilibrare i conti pubblici.
Al di là di questo, non vedo che cosa si possa chiedere alle forze politiche. Ciascuna delle forze che sostengono il governo Monti ha le sue strategie, ha le sue tattiche, ha i suoi preparativi per quello che sarà il confronto elettorale.
Io sono sicuro che più noi daremo ai mercati l'immagine di un paese le cui forze fondamentali - e non solo quelle politiche ma anche quelle sociali - hanno una comune consapevolezza e un comune senso di responsabilità, più ne potremo guadagnare anche dal punto di vista della fiducia degli stessi mercati finanziari.
D. Vorrei affrontare la questione del finanziamento delle minoranze che è migliorato dopo il 2010. Vorrei chiedervi se ci sono delle idee per garantire un finanziamento sistematico per le minoranze, a prescindere dalle crisi finanziarie. Vorrei inoltre chiedervi perché per i due paesi sono importanti le minoranze.
Presidente
Sono profondamente convinto, e lo è il mio Paese, della importanza non solo di tutelare le minoranze nazionali garantendone i diritti, ma di valorizzare il loro apporto politico, civile e culturale alla vita delle nostre comunità, e a ciò corrisponde l'impegno politico e tecnico del governo - ho già fatto cenno a ciò - e anche l'impegno finanziario. Naturalmente è un impegno che va rinnovato di continuo, perché dobbiamo fare i conti, in modo particolare in Italia, con le difficoltà che conoscete.
Quando si parla di spread, si parla di qualcosa che può avere ricadute molto concrete, perché se si eleva il rendimento dei nostri titoli del debito significa che dobbiamo sborsare il prossimo anno miliardi e miliardi di euro in più per pagare gli interessi. Naturalmente è più facile pagare gli interessi sul proprio debito pubblico per paesi che hanno rendimenti addirittura al di sotto dell'1 per cento, rispetto a un paese come l'Italia che, dall'andamento dei mercati finanziari, vede spingersi i rendimenti dei propri titoli perfino oltre il 6 per cento.
In questo quadro molto condizionato dallo sviluppo degli avvenimenti - che ci auguriamo possa essere più favorevole dopo le decisioni di intervento del Consiglio europeo di fine giugno - faremo di tutto perché l'impegno preso verso le minoranze, concretamente verso la minoranza slovena in Italia, sia preservato come è necessario e indispensabile per i fini che ho appena ricordato.