Palazzo del Quirinale 17/09/2012

Dichiarazione alla Stampa del Presidente Napolitano in occasione dell'incontro con il Presidente della Repubblica Ellenica, Karolos Papoulias

Ho rivisto con grande piacere l'amico Presidente Papoulias anche perché ho potuto così esprimergli i sentimenti che mi hanno accompagnato in questi ultimi anni : sentimenti di amicizia e di solidarietà anche per la sua persona, perché il Presidente Papoulias ha dovuto attraversare prove durissime insieme con il suo popolo e con il suo paese, e continua ad avere dinanzi a sé, come la Grecia nel suo insieme, delle sfide ancora molto ardue.

Ho tenuto a ribadire, e voglio farlo anche qui, che l'Italia è stata sempre profondamente convinta che la Grecia rappresenta una componente essenziale della civiltà e della storia europea ed è parte integrante, non solo geograficamente, del nostro continente e del processo di integrazione e unificazione dell'Europa nella democrazia e nella pace.

La crisi che la Grecia ha dovuto affrontare, senza dubbio, anche per errori commessi dalle sue classi dirigenti nella gestione della finanza pubblica e di altri aspetti della realtà finanziaria del paese, ha portato per conseguenza a tensioni con le istituzioni europee; ha portato alla necessità di chiedere solidarietà e sostegno e di offrire disponibilità a sacrifici e cambiamenti dolorosi. Tutto questo lo abbiamo potuto seguire, l'Italia è stata partecipe attraverso i suoi governi degli sforzi compiuti in sede di Consiglio europeo e in altre sedi istituzionali. Però, noi siamo anche dell'avviso che ci sono state troppe oscillazioni in questo rapporto dell'Unione con la Grecia, in questo impegno dell'Unione verso la Grecia e che quegli alti e bassi, quelle incertezze abbiano finito anche per elevare il costo che l'Unione europea ha dovuto affrontare, in spirito di solidarietà e nell'interesse comune, per accompagnare la Grecia fuori della grave crisi finanziaria.

In secondo luogo, voglio dire che da tempo siamo persuasi della necessità che si ponga la parola 'fine' al dibattito strisciante sulla permanenza o meno della Grecia nell'eurozona e, in ultima istanza, nell'Unione europea. Siamo molto lieti di aver contribuito a decisioni e prese di posizione recenti che ci auguriamo abbiano sgombrato il terreno da qualsiasi equivoco e da qualsiasi esitazione in proposito.

La Grecia è parte integrante dell'Eurozona e dell'Unione europea ; l'euro è una conquista irrinunciabile dei nostri paesi e dei nostri popoli, e siamo decisi a salvaguardare questa essenziale componente del nostro processo di unificazione che tende a fare dell'Europa, di un'Europa unita e democratica, un protagonista irrinunciabile, anche nell'era della globalizzazione, delle relazioni internazionali sul piano politico e sul piano economico.
Comprendiamo anche quale sia la conseguenza sociale degli sforzi, dei sacrifici che i rappresentanti della Grecia hanno dovuto sottoscrivere, hanno dovuto impegnarsi a rispettare.

Io ho preso atto - cederò tra un momento a lui la parola - con grande compiacimento, del fermo intento della Grecia, e oggi del suo più alto rappresentante, a tener fede agli impegni che sono stati sottoscritti con l'Unione europea. Siamo anche noi dell'avviso che si debba seriamente tenere conto delle conseguenze sociali di un ulteriore inasprimento delle condizioni poste alla Grecia, che si debba avere la possibilità, anche in termini di tempo, per la Grecia di affrontare meglio queste prove.

Perché le crisi sociali possono essere fonte di gravi tensioni e sconvolgimenti sul piano politico, con danni e pericoli per la democrazia. Questa spero diventi consapevolezza comune di tutti i governi dell'Unione e di tutte le Istituzioni europee. Confido che, nello spirito delle conclusioni del Consiglio europeo di fine giugno e delle prese di posizione e degli indirizzi della Banca centrale europea, si stia andando verso questa consapevolezza comune, e verso una politica coerente con questi orientamenti nei confronti della Grecia.