Il Presidente Napolitano domani inizierà una visita nei Paesi Bassi. È l'araldo di una "Italia nuova". "Non l'abbiamo fatto senza motivo".
La scorsa estate ha compiuto 87 anni e la maggior parte degli italiani gradirebbe che accettasse un altro mandato di sette anni: Giorgio Napolitano, Presidente incrollabile in tempi di crisi.
Nessun politico in Italia riesce a raggiungere il suo livello di popolarità. Ha dedicato la sua vita alla politica, essendone uscito fuori senza megalomania, procedimenti giuridici a suo carico o conto bancario stranamente ricco. È un'eccezione, proprio come sotto molti aspetti non corrisponde all'immagine cliché che gli stranieri hanno degli italiani. Un napoletano che ama vestirsi all'inglese e a cui piace l'understatement. Una persona che da due decenni riveste posizioni ai vertici dell'amministrazione nazionale, ma che come Ministro si arrabbiava allorché gli si rivolgeva con il titolo di "Sua Eccellenza" e che vietava ai suoi funzionari di scrivere "lei" e "suo" con la maiuscola.
Come Presidente si è manifestato come un infaticabile difensore dello stato di diritto. In Italia c'è un po' più bisogno di ciò riguardo ad altri paesi europei. Sono venti anni che sta avvenendo una riforma del sistema politico. Solo un mese fa, Napolitano ha ricordato un'affermazione dell'ormai defunto sociologo anglotedesco Ralf Dahrendorf, il quale si preoccupava della "attendibilità istituzionale" dell'Italia. "Voglio rendermi garante di ciò", è stato il messaggio del Presidente. È stato lui a bloccare, nei limitati margini offertigli dalla Costituzione, i tentativi dell'ex Premier Berlusconi di riscrivere le regole della democrazia a proprio beneficio - anche se secondo critici, avrebbe potuto assumere una posizione ancora più dura.
Quanto precede era già incluso nel suo cv da tempo. Ma il suo fatto d'armi più importante è che ha saputo instradare sul giusto binario uno tra i cambi di potere più complicati del dopoguerra: vale a dire la sostituzione, nel novembre dell'anno scorso, del Premier Silvio Berlusconi con il tecnocrate Mario Monti.
Nella dichiarazione con la quale annunciava la nomina di Monti ha detto: "È giunto il momento per mostrare un massimo di responsabilità. Non è il momento di pareggiare vecchi conti. (...) È il momento per creare nuovamente un'atmosfera di calma e di reciproco rispetto".
E così Napolitano è diventato uno dei due architetti della "nuova Italia" che Monti vuole mostrare al mondo. Risponde per iscritto ad alcune domande sulla politica internazionale. "Siamo passati da una situazione d'emergenza ad una fase di stabilizzazione", scrive Napolitano in un'email. "Il Premier Monti ha avviato una profonda fase di risanamento dei conti pubblici e ha varato una serie impressionante di riforme".
La disciplina finanziaria è stata ripristinata, sottolinea Napolitano. Ma cosa succederà dopo? Per l'anno prossimo sono in programma elezioni. I cambiamenti avviati da Monti perdureranno? O l'Italia continua ad essere un rischio?
"Non abbiamo fatto tutto quello che abbiamo fatto in questi ultimi dodici mesi per poi buttarne via i benefici. Se cambiassimo rotta adesso, a che pro sacrifici, tasse e riforme? Gli italiani si rendono ben conto che tali scelte avevano uno scopo preciso, quello di salvare il ruolo dell'Italia nell'Europa della moneta unica. Questa la ragione per cui hanno accettato tali scelte.
Non c'è motivo di porsi interrogativi sull'Italia, dice il presidente: "Un risultato elettorale è sempre e dovunque circondato da incognite. Dobbiamo avere fiducia nella saggezza dei nostri cittadini. Lo ha dimostrato il Suo paese in settembre, come la Grecia in giugno".
Come Presidente, Napolitano costituisce un tandem concorde con Monti. Non tanto perché si immischia nella politica, ma appoggiandone alcuni fondamenti. Napolitano li riassume: Stato di diritto, democrazia, Europa.
Così ha colto l'occasione dell'apertura dell'anno scolastico per ricordare, sottilmente, ai politici che non devono lamentare l'avanzata di partiti di protesta se nel contempo omettono di combattere duramente la corruzione, anche nei propri ambienti. "Vi sono sempre più malversazioni e fenomeni di corruzione con cui la legge viene calpestata e che sono inconcepibili, sono vergognose. (...) Chi in questi giorni si preoccupi giustamente dell'antipolitica, deve provvedere a risanare la politica profondamente".
Napolitano inoltre ricorda in continuazione ai partiti politici il loro impegno a redigere una nuova legge elettorale. Le regole vigenti, definite nel 2005 dallo stesso redatore come 'porcellum', portano ad una frammentazione politica e non consentono quasi all'elettorato di influenzare l'elezione dei candidati di una lista. Da questo punto di vista il Paese deve diventare più democratico.
Il terzo punto è l'Europa. Napolitano assume una posizione perfettamente inequivocabile: vale a dire che il percorso deve portare, ad ogni modo, ad una unione politica. "Più parliamo con un'unica voce europea, più contiamo", risponde Napolitano. "L'alternativa è di non contare affatto. Quando la storia ritorna sui suoi passi diventa archeologia. Non ci resta che avanzare nell'integrazione. Questo processo (sic), graduale come è sempre stato, ci aiuta anche a riscoprire il nostro comune destino. Esiste un collegamento inscindibile tra legittimità democratica delle istituzioni comunitarie, solidarietà fra gli Stati membri e accettazione da parte di ciascuno di essi di una disciplina comune".
Tutti, politici e organi di informazione in prima fila, devono cambiare il modo con cui parlano dell'Europa, dice Napolitano. "Dobbiamo riflettere ad una nuova narrativa che metta ben in luce i benefici dell'appartenenza all'Unione Europea e i costi della 'non Europa'."
La "nuova Italia" sostenuta dagli anziani signori Napolitano (87 anni) e Monti (69 anni) è credibile? Le oscillazioni del tasso d'interesse non hanno a che vedere con le fondamenta dell'economia italiana, afferma Napolitano. Ai partiti litiganti ha fatto presente che in essenza si tratta di ristabilire la fiducia internazionale. "Forse può essere utile mostrare una maggiore padronanza di sé a vari livelli, per evitare di suscitare confusione e incertezza che abbiano poi riflessi sui mercati nervosi".
La domanda tuttavia è sempre che cosa succederà alle elezioni nella prossima primavera? Il Premier Monti ha detto di essere disponibile se altri glielo chiedono. L'altra metà del tandem in ogni caso si congederà, allorché il nuovo Parlamento dovrà eleggere un nuovo Presidente. Il mese scorso Napolitano ha scritto una lettera ad un giornale per porre fine a tutte le speculazioni: a parte la mia età, ha scritto, per un Presidente sette anni sono sufficienti.