Monza, Villa Reale 07/07/2013

Intervento del Presidente Napolitano alla sessione istituzionale di "Verso Expo 2015"

Ho accolto con sincera convinzione l'invito e in particolare la calorosa sollecitazione del Presidente Maroni a presenziare a questa significativa sessione istituzionale di risoluto rilancio del processo che deve condurci all'Expo 2015. E sono qui per testimoniare il valore nazionale e unitario di un impegno che ha per epicentro Milano ma rappresenta e coinvolge tutto il paese ; che è un'occasione straordinaria per Milano, per la valorizzazione del suo ruolo europeo e internazionale, ed è insieme un'occasione straordinaria per un nuovo sviluppo dell'Italia nel suo insieme, Nord e Sud, per il superamento, dunque, della crisi che stiamo vivendo nel mondo dal 2008, della recessione che sta mettendo a dura prova l'Europa e in particolare l'economia e la società italiana.

Come sapete, ho ritenuto di dover rappresentare l'interesse comune della nazione sostenendo fin dall'inizio la candidatura dell'Italia e di Milano per l'Expo 2015. Il fatto che dopo aver vinto la battaglia della candidatura, condotta con spirito unitario, sia cambiato il contesto politico, si siano avvicendati governi diversi, senza che la scelta e l'impegno per l'Expo 2015 subissero contraccolpi, fossero messi in questione o vacillassero, ha un evidente, importante significato. Sta in effetti a significare che nonostante le tensioni e i fattori di instabilità che da tempo caratterizzano i rapporti politici e la vita istituzionale nel nostro paese, si sa in certi momenti egualmente riconoscere - da parte di tutte le forze politiche e sociali responsabili - quel che tocca esigenze vitali della nazione e deve sollecitare la più larga convergenza di sforzi, un'autentica feconda coesione sociale e istituzionale.

Ed è ciò che saluto qui oggi, vedendo fianco a fianco il Presidente del Consiglio dei Ministri e il Presidente della Regione Lombardia, il Sindaco di Milano e tutte le autorità locali all'indomani dell'incontro tra i Presidenti di tutte le Regioni italiane e delle decisioni di lavoro comune che ne sono scaturite. Non occorre che sottolinei il valore del segnale dato dal governo presieduto dall'on. Letta - o meglio il valore del primo segnale, perché altri molto importanti ce ne ha dati or ora - con il decreto così accurato che a pochi giorni di distanza dall'insediamento del nuovo governo è stato adottato per mettere a punto innanzitutto, il meccanismo di governance per la realizzazione dell'Expo 2015, con la nomina del dottor Sala a Commissario unico di governo e della dottoressa Bracco a Commissario generale di sezione per il Padiglione Italia.

Da entrambi abbiamo appena ascoltato gli orientamenti e obbiettivi concreti da perseguire : e ad entrambi voglio esprimere piena fiducia e forte incoraggiamento, sapendo quale determinazione occorrerà sprigionare per superare difficoltà e residui ritardi, dato che - come si è detto - "non c'è più un giorno da perdere".

Non tornerò sui motivati richiami già espressi dagli oratori che mi hanno preceduto al valore del tema prescelto per la candidatura dell'Italia e di Milano, e all'importanza delle ricadute che l'Expo potrà avere per fondamentali politiche di sviluppo del nostro paese a cominciare da una nuova politica attiva del lavoro.

E' vero che il tema dell'alimentazione e della sicurezza alimentare evoca al tempo stesso una decisiva problematica mondiale - di qui l'universalità delle partecipazioni già annunciate e ancora prevedibili all'Expo di Milano - e insieme un dato forte dell'identità e attrattività del modello Italia, della sua tradizione e dei suoi fondamenti culturali. Ed è innanzitutto la nostra agricoltura, che sta non a caso reagendo alla crisi generale meglio di altri campi di attività economica, il banco di prova di una storica, valida tradizione non concepita staticamente ma aperta a profondi processi di innovazione.

Buon lavoro dunque a voi tutti che siete chiamati a condurre in porto questa non comune e non lieve impresa, e anche a gettare le basi del dopo-Expo, di quel che all'Expo dovrà seguire raccogliendone i frutti.

E buon lavoro ai rappresentanti di tutti i paesi partecipanti, che ringrazio e saluto calorosamente. Ad essi voglio indirizzare un messaggio assai semplice : il nostro impegno per l'Expo di Milano è una ulteriore manifestazione della volontà dell'Italia di non ripiegarsi su se stessa, sulle sue difficoltà e sulle sue diatribe domestiche, tantomeno in una fase di crisi come quella attuale che non da soli stiamo attraversando e da cui non usciremo da soli. Vogliamo dare tutto l'apporto di cui l'Italia è capace alla valorizzazione e al rafforzamento del ruolo di un'Europa sempre più integrata e dinamica, che attraverso la Commissione Europea, come abbiamo sentito dal suo Presidente e dal suo Vice Presidente, ci sorreggerà in ogni modo in questo sforzo. Vogliamo dare al tempo stesso tutto l'apporto di cui l'Italia è capace allo sviluppo di una feconda cooperazione tra diversi continenti, tra regioni di più antico sviluppo e regioni emergenti, in un mondo ormai globalizzato.

E l'Italia sa che il voler essere, e il poter essere, membro responsabile e attivo della comunità internazionale è qualcosa di indivisibile, che implica un'assunzione di responsabilità sul piano della cooperazione economica, culturale e politica, così come sul piano della sicurezza collettiva, per fronteggiare con mezzi adeguati le minacce e i rischi del nostro tempo.

Infine, ai nostri ospiti come agli italiani dico con forza : siamo un paese che ha fiducia in se stesso, che deve averne anche più di quanta ne dimostri, percorso com'è ancora da nervosismi destabilizzanti e da tendenze al pessimismo. L'Expo di Milano, e più in generale quel che faremo e costruiremo di qui al 2015, in termini di crescita economica e di riforme istituzionali, proverà che possiamo avere fiducia in noi stessi e suscitare rinnovata fiducia verso l'Italia da parte dell'Europa e del mondo.