Napoli 28/09/2013

Intervento del Presidente Napolitano in occasione della visita alla Casa Circondariale di Napoli Poggioreale

Un saluto cordiale a voi tutti che siete qui raccolti oggi. E' un grande piacere per me vedervi insieme, persone che scontano una pena, operatori di polizia e tutti gli attori del sistema che presiede alla vita delle carceri, dal direttore al massimo esponente dell'amministrazione penitenziaria, magistrati, sacerdoti.

Ho ascoltato gli interventi che avete ascoltato anche voi e, nelle parole della Direttrice Teresa Abate, ho trovato il vivo riflesso di uno sforzo che si compie entro limiti purtroppo molto ristretti e tra grandi difficoltà per rendere migliore la vita a quanti soggiornano obbligatoriamente qui. E nelle parole di Giovanni Tamburrino ho sentito risuonare, anche per la conoscenza che ho della storia e della visione che questo magistrato ha della sua funzione, principi nei quali tutti ci riconosciamo. Sono i principi della giustizia e sono i principi di umanità scritti nella Costituzione Repubblicana.

Non c'è nemmeno bisogno di dire che abbiamo bisogno di giustizia e anche di giustizia severa per reprimere violazioni dei reati e per creare le condizioni migliori perché ci sia un decremento dei fenomeni di criminalità. E questa è giustizia, mentre non è giustizia l'essere costretti a scontare la pena nel modo in cui molti di voi sono costretti a scontarla. Quella non è né giustizia né Costituzione e noi abbiamo il dovere di cambiare questo stato di cose.

Io sono anche lieto di potervi annunciare qui - è la prima volta che lo faccio ed è questo il luogo adatto per farlo - che è pronto il mio messaggio al Parlamento sulla situazione delle carceri. Per trasmettere questo messaggio attendo soltanto un momento di maggiore serenità e attenzione politica, perché è un messaggio che mi auguro venga ascoltato, venga letto, venga meditato con tutto il necessario sforzo e coraggio.

Abbiamo un obbligo giuridico europeo e nazionale. Voi sapete quale sentenza della Corte di Strasburgo ci imponga di dare una soluzione soddisfacente al sovraffollamento che c'è nelle carceri italiane, e ci pone anche un termine. Sapete anche come in tempi recenti il Ministro della Giustizia, quello in carica, quello che lo ha preceduto, e altri ancora, hanno messo in cantiere, con il consenso del Parlamento, delle misure che hanno cominciato ad alleviare un po' le condizioni in cui si trovano soprattutto le carceri più sovraffollate tra cui quella di Poggioreale. Ma in questo messaggio voglio di nuovo richiamare in termini molto stretti di obbligo che noi dobbiamo soddisfare, e faccio una verifica di quello che stanno dando le misure già prese o in arrivo, e anche però dei limiti in cui queste misure possano contribuire a risolvere il problema. E pongo dunque al Parlamento l'interrogativo se esso non ritenga di dover prendere in considerazione la necessità di un provvedimento di clemenza, di un provvedimento di indulto e di amnistia.

È un provvedimento che non può prendere d'autorità il Presidente della Repubblica che non ne ha i poteri, è un provvedimento che non può prendere il governo da solo, è un provvedimento che ha bisogno del consenso, di un consenso molto ampio del Parlamento, forse troppo ampio secondo quanto si è stabilito con una modifica della norma costituzionale originaria, (voi sapete che ci vuole una maggioranza di due terzi). Ma questo non deve essere un freno ad esaminare fino in fondo la necessità e la possibilità di questo provvedimento se si è convinti non solo di dover corrispondere ad un obbligo giuridico. Perché non è solo una sentenza della Corte di Strasburgo che dobbiamo rispettare, noi dobbiamo rispettare un imperativo umano e morale. E non è solo una questione di corretta gestione di un qualsiasi organismo, è una questione di sofferenza umana che qui si concentra e che raggiunge dei livelli insopportabili.

Io sono stato a San vittore e desideravo venire a Napoli perché, come sapete, sono napoletano più o meno come Domenico e, quando si nasce a Napoli, Poggioreale è una delle parole che diventano più presto familiari. Sin da bambino senti parlare di Poggioreale e sai che è una parte importante della realtà nostra, della realtà di questa città. Bisogna andare a delle soluzioni effettive e anche per questo - non voglio dirlo in una chiave politica di attualità - abbiamo bisogno che il Parlamento discuta e deliberi, non che il Parlamento ogni tanto si sciolga. Non abbiamo bisogno di campagne elettorali a getto continuo, abbiamo bisogno di continuità nell'azione di governo, nelle decisioni e nei provvedimenti per risolvere i problemi del paese e se è gravissimo il problema della disoccupazione soprattutto tra i giovani è gravissimo anche il problema della condizione degradante che si vive in troppe carceri italiane. Per questo firmerò a giorni il messaggio di cui vi ho parlato.

Voglio anche esprimere ai detenuti, come alla garante dei detenuti che vi è vicina, un incoraggiamento a fare lo sforzo di cui ci ha parlato Domenico, che è anche uno sforzo di ciascuno di voi pur in condizioni così dure per dare il meglio di se stesso, per tutelare al meglio la propria dignità nel rispetto delle leggi e nel rispetto anche di chi presiede alla vita di questo Istituto.

Un augurio affettuoso a tutti voi.