Un cordiale saluto, ringraziandoli per la loro significativa presenza e adesione, al Presidente del Senato, al Presidente della Camera, al Presidente del Consiglio, al Giudice Costituzionale, Professor Tesauro, al Ministro Carrozza e agli altri rappresentanti del governo, al Presidente Gattegna, ai rappresentanti delle Comunità ebraiche e dell'Associazione dedicata al ricordo delle vittime Rom e Sinti. È con noi anche, e lo ringrazio, l'Ambasciatore dello Stato di Israele.
Un saluto particolare a voi internati e deportati italiani nei campi nazisti ai quali abbiamo poco fa conferito la Medaglia d'Onore. A voi ragazze e ragazzi dei Viaggi della Memoria, docenti e studenti delle scuole vincitrici del concorso "I giovani ricordano la Shoah" e a tutti i partecipanti a questa cerimonia, che è un momento di intimo e solidale raccoglimento ancora prima che di affermazione di intenti e di impegni sorretti da una forte volontà comune, un cordiale saluto.
E lasciate innanzitutto che io sbarazzi subito il campo dalla miserabile provocazione che è stata appena tentata contro tutti noi. Gli autori - che spero possano essere rapidamente individuati - di un insulto assimilabile solo alla stessa repugnante materia usata in quei pacchi, non hanno nulla a che vedere con la Roma e i romani che per sentimento umano e civile, consapevolezza democratica, educazione e cultura, sono fraternamente accanto agli uomini e alle donne di origine e religione ebraica, stringendosi ad essi in un abbraccio di solidarietà e in un impegno di lotta rigorosa contro ogni forma di antisemitismo.
Partecipo quest'anno per l'ottava volta - e ringrazio il Presidente Gattegna per le espressioni affettuose di sostegno per il prolungamento del mio mandato - alla celebrazione di una ricorrenza e di un incontro, che mi hanno coinvolto in tutti questi anni come poche altre iniziative in Quirinale. Coinvolto, voglio dire, anche emotivamente e in profondità, come figlio di quel secolo per tanti aspetti terribile che è stato il Novecento, e come italiano, uno dei tanti italiani senza colpa sui quali il fascismo ha fatto ricadere la macchia delle leggi razziali e della turpe complicità con la persecuzione nazista contro gli ebrei.
Penso che siamo riusciti a dare dei contributi di qualità alla riflessione sulla Shoah e sul valore della Memoria, come quello, citato dal Presidente Gattegna e assai bello, di Claudio Magris il 27 gennaio del 2009.
Abbiamo cercato in generale di rafforzare il dialogo tra la cultura, la scuola, i giovani e lo sviluppo di una comune coscienza storica e civile a presidio di un clima di autentico rispetto per l'ebraismo e di vigilanza contro ogni insorgenza di antisemitismo comunque camuffato.
Sempre più vasta e importante si è fatta la mobilitazione di insegnanti e studenti in un flusso crescente di viaggi della Memoria, che come ha ben detto il Ministro Carrozza hanno segnato più di qualsiasi altra esperienza chi insegna e chi studia. Ne è uscito, ne sta uscendo sempre più rafforzato il ruolo sociale dell'educazione e della formazione, e l'attaccamento degli studenti a una scuola "che" - sono state qui le parole di Chiara di Reggio Calabria - "ci mostra il mondo, ci forma e ci aiuta a crescere!" Abbiamo ascoltato gli interventi di Chiara, di Gabriele e di Maicol che ci hanno profondamente toccato e ci hanno dato fiducia nelle nuove generazioni su cui può contare l'Italia. Siamo orgogliosi che in questo campo di attività l'Italia possa considerarsi all'avanguardia in Europa.
Né si può trascurare l'apporto che la televisione, e segnatamente la RAI, sta dando in molteplici forme alla ricostruzione storica e artistica di vicende da rappresentare sempre nel loro orrore, nel loro significato, nella loro lezione per il futuro.
E ringrazio il Maestro Shlomo Mintz che ci ha reso partecipi di quel che è stata, nei campi della barbarie, la preziosa risorsa di qualche spiraglio di civiltà attraverso la musica.
Così, il Giorno della Memoria è diventato un tassello essenziale del rafforzamento delle basi di conoscenza, di sensibilità umana e morale, di combattività in difesa della pace e dei diritti umani : che sono le basi fondamentali della nostra democrazia. Una democrazia che non può in nessun momento ignorare i rischi cui possono essere esposti, anche tornare - voglio dire - ad essere esposti "gli innocenti e gli indifesi di sempre" come li ha definiti il Presidente Gattegna : "gli ebrei, i rom, i sinti, i disabili, i malati di mente, gli omosessuali", e, aggiungo, gli stranieri.
Vorrei concludere con qualche parola sul modo di vigilare e di intervenire contro ogni fenomeno di antisemitismo, di razzismo, di violenza contro "gli innocenti e gli indifesi". E' in discussione in Senato, da qualche tempo, un disegno di legge che introdurrebbe il reato di negazionismo. Non posso dire nulla in proposito per rispetto delle prerogative del Parlamento, che saprà certamente discuterne con attenzione e saggezza. Ma in generale ho altamente apprezzato quel che ha scritto qualche mese fa il nostro caro Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane : "Gli ebrei italiani devono vedere con favore ogni contributo di pensiero proveniente da studiosi di valore e devono respingere con decisione le tesi e le azioni di chi vorrebbe approfittare del dibattito per banalizzare e svalutare la Memoria. L'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane ha più volte ribadito che la Memoria si tutela al meglio, ma soprattutto si difende nel modo migliore, privilegiando le armi della cultura e dell'istruzione...". Ed è esattamente in questo senso che abbiamo cercato di muoverci in tutti questi anni.
Sul piano giudiziario e della tutela dell'ordine pubblico e della convivenza civile, si può già oggi e si deve intervenire contro ogni forma di istigazione all'odio razziale, foriera di violenze e di forme inammissibili di mortificazione della libertà e serenità delle persone e dei gruppi assunti come bersaglio. Per citare un altro grande paese - anche a conferma di come vecchi veleni circolino in tutta Europa - ricorderò l'ordinanza recente del Consiglio di Stato francese che ha convalidato il divieto di uno spettacolo caratterizzato da "intenti antisemiti, che incitano all'odio razziale, e, in spregio della dignità della persona umana, che fanno apologia delle discriminazioni, persecuzioni e azioni di sterminio perpetrate nel corso della seconda guerra mondiale."
Sì, i padri fondatori dell'unità europea e i continuatori della loro opera, ci hanno consegnato un'Europa che non può tollerare che vengano calpestati i principi e i valori su cui oggi poggia l'Unione e che si tenti di stravolgere il senso del suo tormentato percorso storico.
Palazzo del Quirinale 27/01/2014