Signor Presidente della Repubblica di Turchia,
Caro amico,
Gentile Signora Gül,
Signore e Signori,
porgo un caloroso benvenuto in Italia a Lei e alla Sua Consorte in occasione di questo incontro che testimonia la profonda amicizia tra i nostri paesi. A sette anni di distanza dall'ultima visita in Italia di un Capo dello Stato turco, sono particolarmente lieto di accoglierLa a Roma, ricambiando la calorosa ospitalità ricevuta in occasione della mia missione in Turchia nel 2009, di cui serbo un vivo e molto positivo ricordo. Nel corso di questi anni la cooperazione tra i nostri due Paesi ha conosciuto un'intensa crescita grazie ad un fecondo dialogo politico e ai sempre più stretti rapporti tra le rispettive società civili. Questa cooperazione appare oggi fondamentale per poter affrontare in modo efficace e fruttuoso le sfide innescate dai profondi cambiamenti che vive la nostra Regione, il Mediterraneo. Sono convinto che la vicinanza, l'amicizia, e financo la familiarità, che da tempo caratterizzano i rapporti tra i nostri popoli debbano costituire modello e fonte di ispirazione per tutta l'area, nella sua affannosa e complessa ricerca di nuovi assetti. Per questo, Italia e Turchia sostengono con convinzione la forte domanda di democrazia e libertà che proviene dai popoli nostri vicini e sono impegnate, ciascuna con le modalità e l'impostazione che le sono proprie, nel favorire i processi di pacificazione e di stabilizzazione nella Regione. Rivolgo il mio pensiero, in particolare, al convulso, distruttivo dramma vissuto dalla popolazione siriana e colgo l'occasione per esprimere il mio più vivo apprezzamento per il generoso sforzo d'accoglienza che la Turchia sta compiendo a beneficio delle centinaia di migliaia di persone in fuga dal conflitto armato che insanguina quel martoriato paese. Rinnovo, convinto di interpretare un pensiero condiviso dai nostri cittadini, un accorato appello alla comunità internazionale affinché venga profuso ogni sforzo per alleviare le conseguenze della ormai insostenibile situazione in cui versa il popolo siriano.
Penso, inoltre, alla Libia dove Italia e Turchia condividono gli sforzi in corso per il rafforzamento delle Istituzioni del nuovo Stato, la pacificazione del Paese e la ricostituzione delle Forze Armate come garanzia di pace e di convivenza civile.
Signor Presidente,
se il Mediterraneo è il presente che ci accomuna, l'Europa è il futuro che ci unirà. Lo dico con convinzione e al di là della retorica che ha spesso caratterizzato questo argomento. Il posto della Turchia è in Europa. Per storia, cultura, valori. Per un orientamento espresso cinquanta anni fa con lungimiranza e acuta visione politica e che oggi dimostra in pieno la propria perdurante validità. Nel mio discorso all'Università di Ankara, nel 2009, ebbi modo di ricordare l'esperienza dell'Italia e il percorso - non privo di difficoltà - di maturazione e condivisione della sua scelta europea. La scelta europea della Turchia ha un valore non meno profondo e strategico e ha trovato il suo punto di svolta nell'apertura dei negoziati di adesione del 2005. Sono pienamente consapevole delle asperità di tale percorso ed anche di un certo senso di frustrazione che si è accumulato in ragione della lentezza con cui il negoziato si è venuto sviluppando. Mi preme quindi incoraggiare l'amico popolo turco a continuare a perseguire con tenacia e rinnovata convinzione l'obiettivo europeo, rinvigorendo lo sforzo riformista e rinnovando l'impegno di adesione ai principi e valori dell'Unione Europea, che trovano capisaldi essenziali nell'effettiva separazione dei poteri e nella supremazia dello stato di diritto. Il pieno rispetto dei diritti fondamentali della persona, in particolare della libertà di espressione e di manifestazione, è il cuore dei valori democratici su cui si fonda l'Europa unita. I progressi compiuti dal modello democratico turco nel corso degli anni devono costituire uno stimolo ad andare avanti in questa direzione senza riserve né ripensamenti. Il percorso di avvicinamento della Turchia all'Europa trarrebbe d'altra parte, nuova linfa da una positiva soluzione della questione cipriota. Ankara ha saputo dare il suo fattivo contributo in momenti cruciali, come in occasione del tentativo di pacificazione promosso con il Piano Annan nel 2004, che non ha purtroppo dato i suoi frutti. Rinnovo in questa occasione il mio sentito invito ad esperire ogni sforzo possibile affinché, dopo quaranta anni, anche la questione cipriota possa trovare finalmente una soluzione condivisa tra le parti.
Signor Presidente,
dal 1° Luglio di quest'anno l'Italia assumerà la presidenza di turno dell'Unione Europea. L'Italia non ha mai fatto mancare in questi anni il suo fermo sostegno alla prospettiva europea della Turchia. Anche in questa occasione il mio Paese, forte di una linea storicamente favorevole al processo di allargamento dell'Unione Europea, saprà contribuire in modo tangibile al moto di avvicinamento della Turchia all'Europa e al rafforzamento dei legami tra le nostre società civili. In questo senso auspico vivamente che il processo di liberalizzazione dei visti a cui i cittadini turchi sono ancora soggetti, possa far registrare una marcata accelerazione. Lo straordinario potenziale rappresentato dai rapporti tra Turchia e Europa non può infatti svilupparsi pienamente in presenza di barriere che penalizzano, in particolare, le giovani generazioni, privandole della opportunità di una più intensa e proficua interazione. L'Italia non farà mancare il suo sostegno anche per il raggiungimento di questo specifico traguardo.
Signor Presidente,
la sua visita in Italia offre una testimonianza diretta della vicinanza tra i nostri popoli che trova salde radici nella storia. Italia e Turchia hanno costruito un partenariato solido, caratterizzato da reciproca comprensione e mutuo rispetto. Oggi operano in Turchia oltre 1100 aziende italiane: un dato che testimonia concretamente l'attualità e la profondità dei nostri legami, e il grado di integrazione tra i nostri paesi raggiunto in anni recenti. Mi rallegro altresì della continua crescita degli investimenti turchi in Italia, il cui rilevante contributo alla nostra economia è fonte di vivo apprezzamento da parte delle Istituzioni e del mondo economico-imprenditoriale. Motore irrinunciabile dei rapporti tra Italia e Turchia è l'intenso scambio culturale che ha trovato significativa testimonianza nella straordinaria partecipazione italiana alla Biennale di arte contemporanea di Istanbul, coronata da grandissimo successo, ma anche nella tradizionale, apprezzata e duratura collaborazione tra noi nella ricerca archeologica, che vede la presenza in Turchia di numerose missioni il cui eccezionale valore scientifico è ben noto.
Signor Presidente,
buon soggiorno in Italia a Lei, alla Sua gentile consorte ed alla prestigiosa delegazione che L'accompagna. E' con questo augurio, insieme a quello di un proficuo esito degli incontri in programma, che levo il calice e invito tutti a brindare ad un ulteriore forte sviluppo dell'amicizia tra i nostri Paesi.