Tirana 05/03/2014

Brindisi del Presidente Napolitano in occasione della colazione offerta dal Presidente della Repubblica d'Albania, Bujar Nishani

Signor Presidente della Repubblica,
Signor Presidente del Parlamento,
Signor Primo ministro, Signori ministri,
Signore e Signori,

Nel ricambiare i voti augurali che mi sono stati rivolti, desidero esprimere la mia viva soddisfazione per essere qui con Voi oggi e ringraziarvi di cuore per la solenne e calorosa accoglienza riservata a me e alla delegazione che mi accompagna. Sono inoltre particolarmente onorato per l'altissimo riconoscimento appena tributato all'Italia attraverso il conferimento alla mia persona della Medaglia della Bandiera, che testimonia il profondo legame tra i nostri Popoli ed i nostri Paesi.

Il legame tra noi è il frutto di radicate affinità culturali e dell'antica amicizia tra Italia e Albania, che hanno trovato fertile stimolo nella prossimità geografica tra le due sponde dell'Adriatico e nelle vicende - anche se a tratti dolorose e drammatiche - di una lunga storia comune. La mia presenza qui oggi in visita di Stato si colloca nel solco di relazioni contraddistinte da speciale intensità, continuità e concretezza, e basate su una visione condivisa dell'Europa e dei suoi valori.

Le nostre relazioni si arricchiscono quotidianamente di sempre nuovi stimoli ed opportunità. Nei frequenti incontri al livello di governo sono stati compiuti significativi progressi sui principali temi della collaborazione bilaterale. Tra questi, spiccano certamente l'elevato grado d'integrazione raggiunto dai nostri sistemi economici e gli intensi scambi commerciali, frutto di numerose e feconde iniziative imprenditoriali, che ci hanno consentito di affrontare meglio la difficile crisi che stiamo attraversando, cementando i legami tra le nostre società.

Sono convinto che tali legami troveranno una ulteriore occasione di approfondimento nella prossima Esposizione Universale di Milano, alla quale l'Albania parteciperà nel quadro del Cluster Biomediterraneo, vòlto a individuare e rappresentare un nuovo modello di crescita economica e sociale sul quale contiamo di lavorare insieme.

Parte integrante dei più stretti legami stabilitisi tra i nostri due Paesi è la collettività albanese in Italia: essa è oggi la seconda comunità straniera residente in Italia per numero, ed ha mostrato - a dispetto di iniziali difficoltà e di molti pregiudizi e luoghi comuni - elevate capacità di integrazione nel tessuto sociale, lavorativo ed imprenditoriale italiano, pur conservando la ricchezza della propria cultura e della propria tradizione, che hanno radici antiche nel nostro Paese e nelle comunità storiche albanesi di alcune regioni italiane. Desidero esprimere il vivo apprezzamento per il contributo che i cittadini albanesi residenti nel nostro Paese hanno offerto alla crescita economica e sociale dell'Italia, nella convinzione che, con il sostegno delle Autorità albanesi, essi sapranno mettere a disposizione della loro Patria le esperienze ed il know-how acquisiti sulla sponda opposta dell'Adriatico.

La crescente integrazione tra le nostre realtà ha dato luogo anche ad alcune sfide: tra esse, la più difficile è stata quella costituita dall'azione di una criminalità transnazionale, le cui infiltrazioni rappresentano un pericolo costante e da non sottovalutare. I nostri Paesi hanno saputo rispondere a questa sfida impostando una eccellente collaborazione tra i rispettivi governi e apparati di sicurezza, che ha consentito di fronteggiare con crescente efficacia e importanti risultati i fenomeni criminali. Occorre tuttavia non abbassare la guardia. I programmi di assistenza dedicati al capacity building e al rafforzamento della collaborazione internazionale tra le forze di Polizia, la Magistratura, le Dogane e di altri enti dello Stato rimangono, quindi, di fondamentale importanza.

Signor Presidente,
il tema dell'Europa è centrale per entrambi i nostri Paesi. Il Consiglio Europeo si appresta a valutare nuovamente la richiesta dell'Albania di ottenere lo status di Paese candidato all'Unione Europea e l'Italia guarda al processo di allargamento come fattore di stabilità e progresso per tutti i Paesi dei Balcani occidentali. La partecipazione di Tirana a questo processo rappresenta il naturale sviluppo di un percorso in cui lo scenario regionale è parte di un più ampio disegno di pace, stabilità e sicurezza, al quale l'Albania ha saputo fornire un rilevante ed apprezzato contributo. I progressi attuati dal vostro Paese e di recente riconosciuti dalla Commissione Europea, sulla base di una complessa ed articolata valutazione tecnica, meritano oggi un giusto riconoscimento. Vi esorto quindi a guardare al prossimo importante appuntamento con l'Europa con ottimismo e a proseguire con il massimo impegno il cammino europeo, nella consapevolezza che gli ulteriori sforzi richiesti da Bruxelles sono volti al raggiungimento di un obbiettivo cruciale per il popolo albanese, per i suoi giovani e per le generazioni future.

Abbiamo potuto assistere, nel volgere di pochi anni, ad uno straordinario progresso del vostro Paese; un percorso volto alla ricostruzione dalle fondamenta del sistema istituzionale, politico ed economico dell'Albania, percorso coronato, nel 2009, dall'adesione alla NATO. Avete saputo fare fronte alle nuove responsabilità derivanti dalla appartenenza alla comunità euro-atlantica offrendo un apprezzato contributo, anche militare, negli scenari di crisi che hanno coinvolto l'Alleanza.

Mi auguro quindi che tutte le forze politiche rappresentate nel Parlamento albanese, pur nella legittima diversità di opinioni e di punti di vista, continuino a riconoscersi nella visione aperta e lungimirante che ha consentito a questo Paese di ottenere risultati così cospicui, identificando nel comune obbiettivo europeo un fattore unificante essenziale per l'Albania e per la stabilità della regione. Lungo questo tragitto, potrete senz'altro continuare a contare sulla vicinanza e l'amichevole sostegno del nostro Paese.

Nel corso del semestre di Presidenza dell'Unione Europea, che inizierà tra quattro mesi, l'Italia porrà in primo piano l'obbiettivo della crescita e della lotta alla disoccupazione, in particolare quella giovanile, che così duramente colpisce le giovani generazioni, frustrandone esigenze, sogni e aspettative. Confido che sapremo rappresentare, nei confronti delle istanze comunitarie e dei nostri partner nell'Unione Europea, la specificità dei problemi e del ruolo di Paesi mediterranei come i nostri. Siamo portatori di energie, tradizioni e speranze che costituiscono una potenziale insostituibile ricchezza per l'Europa unita.

Vorrei chiudere questo mio breve intervento con una notazione quasi personale. A testimoniare la vicinanza, invero non soltanto politica, ma anche fisica, fra il Quirinale, dove risiede il Presidente della Repubblica Italiana, e l'Albania. Il Quirinale, infatti, fiancheggia una piccola ma suggestiva piazza del centro di Roma: piazza Scanderbeg, ove troneggia, sul palazzo fatto costruire lì nel 1466 dal principe albanese e re d'Epiro Giorgio Castriota, la sua effige.

È dunque con spirito di profonda vicinanza, e nella certezza della solidità delle basi su cui poggiano le relazioni italo-albanesi, che levo il calice, Signor Presidente, alla prosperità del popolo albanese ed al benessere personale suo e di tutti i presenti, che invito a brindare al futuro dell'Albania, dell'Italia e dell' Europa.