Un breve saluto a voi tutti illustri ospiti e cari amici con alcuni dei quali ci incontriamo da più di vent'anni.
Innanzitutto, vorrei complimentarmi con i promotori e gli organizzatori dell'attuale edizione di questo Forum perché scorgiamo qui personalità altamente rappresentative per il ruolo che hanno svolto non solo nei nostri due rispettivi paesi ma nelle istituzioni europee, in quel processo di unificazione e integrazione europea del quale la Spagna è stata protagonista fin dagli anni Ottanta, contribuendo a costruirne quel fondamentale pilastro che è stato il Trattato di Maastricht.
E' un Forum che, senza dubbio, dà un impulso importante anche in senso politico e pratico allo sviluppo delle relazioni bilaterali tra Italia e Spagna in diversi campi (abbiamo potuto anche seguire interventi dei rappresentanti di nostre grandi imprese, in particolare nel campo energetico e nel campo industriale), ed è un Forum di dialogo politico per lo sviluppo ulteriore di un impegno comune dei nostri due paesi nella sfera delle relazioni internazionali e, in modo particolare, all'interno dell'Unione europea.
Io non aggiungo nulla a quello che hanno detto i nostri due Ministri degli Esteri, in modo puntuale ed esaustivo. Vorrei solo svolgere una breve considerazione nel modo più schietto e informale. E' molto difficile fare una graduatoria tra le conseguenze negative della crisi nella quale siamo immersi da due anni e dalla quale ancora fatichiamo ad uscire. Ma se una graduatoria fosse possibile, io direi che la peggiore di queste conseguenze è che oggi sono messi in forse valori e principi fondamentali del processo di integrazione europea. Non dobbiamo nasconderci la gravità di questo fatto, la gravità di segnali che in questo senso, purtroppo, non mancano : è messa in questione, o appare messa in forse, non sufficientemente garantita, la principale conquista del processo di integrazione, e cioè la moneta unica : il sistema della moneta unica. Sono in forse il metodo comunitario, lo stesso principio di solidarietà.
Io ricordo che piaceva molto a Jaques Delors formulare una specie di trittico : "La competizione che stimola, la cooperazione che rafforza, la solidarietà che unisce". La solidarietà che unisce : in questo momento vale la pena di dirlo, la solidarietà senza la quale nessuno dei nostri paesi potrà salvaguardare le sue conquiste insieme a quelle della Unione europea nel suo complesso.
Ritengo che noi dobbiamo naturalmente riflettere sul modo in cui riaffermare e tutelare questi valori, questi principi e questi fondamenti istituzionali. Non dobbiamo soltanto ripetere delle frasi fatte o limitarci ad una riaffermazione di ideali, di valori : dobbiamo vedere quali sono le prove a cui è sottoposto il metodo comunitario, a cui è sottoposta la moneta unica, a cui è sottoposta la solidarietà. Sentiamo tutta la responsabilità di reagire a questi rischi e di dare delle risposte positive alle sfide che sono davanti a noi.
E aggiungerei che non possiamo nemmeno sfuggire al tema che viene messo in evidenza dalle difficoltà dei nostri paesi oggi, dalle difficoltà dell'Europa oggi : è il tema del modo in cui si sono sviluppate, del modo in cui sono cresciute le nostre economie e le nostre società negli ultimi decenni. Perché non penso che noi possiamo illuderci di salvaguardare le conquiste che abbiamo realizzato soltanto ripetendo le strade del passato, e perché il contesto mondiale così radicalmente modificato non ci permetterà di farlo, ma ci chiede di ripensare, anche profondamente, se vogliamo usare questa espressione forse un po' desueta, il nostro modello di sviluppo.
Io mi auguro che il Forum contribuisca a questa riflessione e permetta ai nostri due paesi di dare il contributo che sono in grado di dare.
Vorrei temperare il tono preoccupato di queste mie considerazioni rendendo un omaggio alle tradizioni storiche - che ricordava Narcis Serra - dei rapporti tra i nostri due paesi. Io sono napoletano e, in un momento in cui la mia città soffre di molti mali, ricordo quello che diede un grande spagnolo al massimo splendore della città di Napoli, nella prima metà del diciottesimo secolo : Carlo III fu il Reggitore più illuminato e profondamente riformatore che abbia avuto Napoli.
Quindi, grazie alla Spagna. Cerchiamo di rilanciare in una prospettiva nuova gli storici rapporti tra i nostri due paesi.