Il mondo e' radicalmente cambiato. Il baricentro dello sviluppo si e´allontanato dall'Europa. Che ci piaccia o no dobbiamo riconoscerlo. E lo riconosciamo. Ma esitiamo a trarne le conseguenze, ad agire coerentemente verso una maggiore integrazione.
Abbiamo dovuto affrontare una fase caratterizzata da preoccupazioni e incertezze, e infine, positivamente, da cambiamenti. Ma occorrono altri cambiamenti.
L´Europa non e´solo l´Euro. E´molto di piu´. La interconnessione e' cosi' profonda da rendere inimmaginabile una sua dissoluzione. Essenziale e' misurarci con tutti i cambiamenti necessari.
E´stato un bene che si sia proceduto a una maggiore integrazione fiscale.
Ciascun paese deve assumersi le sue responsabilita´. L´Italia lo sta facendo con decisioni difficili e duri sacrifici, in particolare per ridurre l´enorme debito pubblico, per non lasciare che gravi sulle giovani generazioni. E sappiamo anche che ci sono nuovi fenomeni di poverta´.
Per tradurre in fatti reali la formula adottata dal Consiglio Europeo, "Consolidamento dei conti favorendo la crescita", dobbiamo andare oltre il mero coordinamento delle politiche economiche nazionali, che ha causato il fallimento della Strategia di Lisbona. Abbiamo bisogno di decisioni e iniziative comuni per la produttivita´e la competitivita´.
Siamo stati concentrati sulla difesa dell'Euro mentre abbiamo bisogno di Europa in tutti i campi, e anche in quello della politica estera e di sicurezza comune.
Fuori d'Europa c´e´ domanda di piu´Europa, ma di una Europa che abbia una voce sola.
Si sono frapposti ostacoli, durante la crisi dell'Eurozona, al principio di solidarieta´. Si e´diffusa la falsa convinzione che alcuni Paesi hanno avuto solo vantaggi dall'Euro mentre altri hanno solo pagato il conto. Ma insieme col rigore, occorre che operi proprio il principio di solidarieta´, come e´stato in altre fasi per varii Paesi. Nessun Paese da solo, per quanto grande e competitivo, puo´ agire con capacita´ sufficiente per contare davvero nel nuovo contesto globale. Solo l´Europa unita puo´essere una risposta al rischio di declino.
Possiamo farcela. Se c´e´ chi pensa che si può essere al sicuro tornando al passato, si colloca fuori della realtà.
Dobbiamo esprimere piu' orgoglio e piu' fiducia. Abbiamo realizzato qualcosa di originale, di unico, non un´alleanza tradizionale. E ai nostri cittadini dobbiamo saper comunicare meglio cio´che siamo siamo e vogliamo sempre piu´essere.
HELSINKI 10/02/2012